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Voto
Holly (Benedetta Porcaroli) è una giovane di ventotto anni, magrissima, irrequieta e scalpitante, che vive intrappolata in un costante senso di inadeguatezza nei confronti di se stessa e di come procede la sua esistenza. Partendo da una totale sfiducia nelle proprie doti, sente una profonda incapacità a potersi farsi largo nella vita, si duole di non essere mai diventa quella che avrebbe potuto essere e cioè una valente ballerina…
Arabella (Lucrezia Guglielmino), invece, è una bambina di sette anni, molto intelligente e altrettanto sensibile per la sua tenera età, che però si sente a disagio con il padre (Chris Pine che recita in italiano), uno scrittore americano, bello e parecchio dandy che la tratta appunto come una bambina piccola a cui dire tutto quello che deve fare. E allora come reagisce la nostra Arabella per sottrarsi a questa condizione che non le piace affatto? Semplice: medita di fuggire via alla prima occasione utile, come in effetti farà quando l’autista del padre la accompagnerà fuori …
Le due ragazze si incontrano per caso in uno spiazzo e uniscono volontariamente i loro destini, quindi non si tratta di un vero e proprio rapimento come vorrebbe suggerire il titolo, bensì di una costruzione mentale, di un reciproco patto né dichiarato né scritto: Holly si convince che quella bambina strana e dallo sguardo un po’ misterioso sia una sorta di versione più giovane di se stessa; Arabella, invece, che, si fa chiamare Holly dalla ragazza, ne accetta il gioco, lasciandole credere che sia quella che vuole che sia e cioè la bambina che lei era o sarebbe stata…
Abbiamo raccontato all’incirca solo i primi dieci minuti del nuovo, secondo film di Carolina Cavalli, insomma l’idea di partenza che sostanzia questo bizzarro e un po’ sconclusionato road movie sui generis, in cui lo spettatore potrà seguire gli incontri, gli scontri e l’evolversi del rapporto delle due protagoniste, oltre a conoscere e incontrare una lunga galleria di personaggi, tra cui, una stravagante insegnante di danza di nome “Granatina” interpretata da Eva Robin’s.

Con Il rapimento di Arabella l’autrice milanese torna dunque alla regia dopo l’opera di debutto, Amanda, che nel 2022 era stato presentata negli “Orizzonti Extra” del Festival di Venezia. Più o meno in quello stesso lasso di tempo la Cavalli aveva scritto la sceneggiatura di Fremont (in programma alla Festa di Roma del 2023) insieme al regista e produttore iraniano Babak Jalali che qui invece firma il montaggio del film. Tutti e tre questi titoli hanno, al fondo, soprattutto i due diretti oltre che sceneggiati da Cavalli, un comune filo rosso che consiste – cercando di sintetizzare – nella voglia/desiderio di raccontare il disagio di una lunga prolungata adolescenza, di una interminabile solitudine e confusione che sembra albergare nella generazione dei Post-Millennials, della cosiddetta generazione Z. La regista insiste, infatti, nell’affermare che la protagonista Holly “fa parte di quel gruppo di persone, una generazione forse, che teme che la vita sia sempre altrove”. Nel film precedente, Amanda, la storia ci narrava l’incontro e la relazione tra la ragazza del titolo (sempre Benedetta Porcaroli che sembra essere la musa dell’autrice) con Rebecca (Galatea Bellugi), anche lei insofferente ai rapporti umani quanto l’amica. Questa volta invece la relazione a due si instaura e si sposta facendo interagire a specchio, una ventottenne e una bambina dove entrambe ma soprattutto Holly, a età diverse, esperiscono e sono vittime di un profondo disagio relazionale quando non fondamentalmente esistenziale come nel caso della più grande delle due. Tralasciando con nonchalance l’approfondimento delle dinamiche psicologiche delle sue protagoniste e in particolare della figura di Holly, Caterina Cavalli anche ne Il rapimento di Arabella usa come elemento trainante del film l’arma dell’ironia o del paradosso, sperimentando una tipologia di commedia anni luce lontana dai modelli tipicamente italiani. Se volessimo cercare dei riferimenti cinematografici “alti” al cinema proposto dai suoi lavori ci potrebbero subito venire in mente, allora, che so, Jim Jarmusch oppure Aki Kaurismaki. Purtroppo, non voliamo così in alto, ma almeno un tentativo a riguardo è stato fatto e chissà che la prossima volta non possa dare dei frutti migliori.
In anteprima al Festival di Venezia 2025 (Sezione Orizzonti).
In sala dal 4 dicembre 2025.
Il rapimento di Arabella – Regia e sceneggiatura: Carolina Cavalli; fotografia: Lorenzo Levrini; montaggio: Babak Jalali; musica: Thomas Moked Blum, Noaz Deshe ; scenografia: Martino Bonanom; interpreti: Benedetta Porcaroli, Lucrezia Guglielmino, Chris Pine, Marco Bonadei, Eva Robin’s; produzione: Annamaria Morelli, Antonio Celsi, Massimiliano Orfei, Luisa Borella, Davide Novelli per Elsinore Film, The Apartment, PiperFilm; origine: Italia, 2025; durata: 107 minuti; distribuzione: PiperFilm.
