Verso la notte di Vincenzo Lauria

  • Voto

C’è un momento in cui l’amore diventa cosa solida e allora è bene vomitarlo. C’è un momento in cui l’amore non è più silenzi complici ma silenzi forzati e occhi aperti di corpi che fanno finta di dormire. C’è un momento in cui si raggiunge la notte, ma è una notte di luna piena dove non ci sono più spazi scuri per sussurri ciechi. Verso la notte di Vicenzo Lauria è un film intimo nel quale parole, telecamere rincorrono attimi di presente, purtroppo raggiunti. Ne risulta un bellissimo racconto, tutt’altro che scontato: l’indefinito dell’amore è braccato dal definito della realtà con la dolcezza del logorio.

Anna (Paola Toscano) è una donna che vive per le strade della capitale, rovista nei cassonetti e si aggira vagabonda con borse della spesa al seguito. Nei suoi movimenti giornalieri la segue una telecamera, tenuta da Hesam (Alireza Garshasbi) e diretta da Maryam (Duné Medros), due studenti iraniani che intravedono nella figura della donna qualcosa di indecifrabile, solo esplicitato dal suo linguaggio profetico. La ricerca dei due, spinta dal professore Francesco (Giorgio Magliulo), diventa così il contorno di un’altra ricerca, quella di affetto che tra i giovani si fa strada e che dalla prima ne prende l’oggetto, la vaghezza del parlato di Anna. Inizia così una relazione sfumata fatta di frasi sospirate («Sono io la tua casa / posso venire da te? / È da tanto che ti aspetto»), di strappi e spinte: due persone provenienti dalla stessa nazione ma di differente estrazione sociale si trovano a convivere fino alla cecità più bella («io sono come sono, tu sei come sei, e per questo rimaniamo insieme») e poi, infine, scivolano verso la notte.

Presentato alla 66° edizione del Taormina Film Festival nella sezione Indieuropea, rappresenta l’opera prima del regista potentino. Film in primis dinamico, per i quartieri scelti (Ostiense, Termini, Trastevere), per una mdp mossa (a mano), per una pellicola pronta all’occasione a ‘tingersi’ di bianco e nero, funzionale alla distinzione dei piani narrativi nonché temporali. Un gioco a incastri, insomma, e pure di riflessi, da chi tiene la mdp rivolta ad Anna, Hesam, a chi è ‘oggetto’ principale della mdp stessa, Hesam ancora. Fluidità costruita quindi, fluidità non solo filmica ma pure linguistica (si parla l’inglese, l’italiano e il farsi), a preparare una culla ideale per i dialoghi dei protagonisti affinché non soffrano la retorica dei ‘frammenti di discorsi amorosi’ ma possano trovare un’efficacia melodica (garantita dal farsi) aiutata dalla naturalezza della recitazione dei due protagonisti.

Chiuso e naufrago lui, aperta e estroversa lei, rappresentano due modi differenti di vivere Roma e formano una coppia eterogenea che soffre piacevolmente la propagazione della fiamma d’amore e la sabota al contempo. Di certe cose, l’amore come le profezie di Anna, non si deve cercare l’origine («volevate capire la storia di Anna? Con la telecamera?») bensì accontentarsi di percepirne il calore. È insomma la brutalità del definito ciò di cui i due sono vittime e al contempo portatori naturali, essendo loro i registi del docufiction di cui sono anche protagonisti. Alla fine non può che rimanere nello spettatore una verità già saputa e spesso dimenticata: l’amore più forte è quello che vive della vampa della fiamma, dopo l’apice è sufficiente un soffio perché se ne riveli la fragilità e rimanga ben poco, tipo fredda cenere.

Verso la notte è un film sincero, consapevole del proprio budget e capace di fare necessità virtù (alla grande). Come la Roma turistica non viene mai raggiunta (al massimo s’intravede Piramide), così non si tocca mai il drammatico o il tragico. Si entra in empatia con lui (tanto) e con lei (meno), e il fiume d’amore si perde tra le varie lingue e le varie strade senza però che la dispersione mini la bellezza della visione. Anzi, nell’essere persi risiede la bellezza dell’indeterminato, nel ritrovarsi la violenza del presente. A quel punto all’amore rimane la realtà, ed è cosa indigesta: bisogna vomitarlo.

Dal 9 dicembre al cinema


Verso la notte – Regia: Vincenzo Lauria; sceneggiatura: Vincenzo Lauria; fotografia: Gianluca Sanseverino; montaggio: Keivan Abivar; musica originale: Giuseppe Bonafine; suono in presa diretta: Silvestro Suppa; script supervisor: Ida Beyti; scenografia: Cecilia Ceccarelli, Ida Beyti; trucco: Cecilia Ceccarelli; costumi: Erminia Melato; interpreti: Duné Medros; Paola Toscano, Alireza Garshasbi, Mohammad Hassan Zadeh, Keivan Abivar, Giorgio Magliulo, Gaetano Massaro, Jonathan Hedley, Luca Pellegrini, Mario Barletta; produzione: VLN Film Production; origine: Italia, 2020; durata: 97’; distribuzione: Cineclub internazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *