Il titolo potrebbe trarre in inganno perché Un amor – in Concorso nella Sezione Progressive Cinema – non è propriamente un dramma romantico, o almeno, il cuore di questo film non è l’ aspetto emotivo- sentimentale di una storia d’amore. C’è anche quello ma la chiave di lettura è assolutamente poco romantica perché predomina l’ aspetto cinico ed egoistico dell’ interazione tra i due sessi, e l’uomo, dipinto in modo rude e triviale, è sempre un predatore molesto da cui difendersi in questa storia.
La relazione uomo-donna è quindi solo il punto di partenza di una presa di coscienza al femminile e poi di un percorso di successiva liberazione che giunge al termine di un lungo percorso individuale della protagonista.
La veterana regista catalana Isabel Coixet ha da sempre costruito personaggi femminili con una storia tormentata o con ostacoli difficili da affrontare. In Nadie quiere la noche (2015) la difficoltà è fisica e psicologica, perché la protagonista Josephine Cecilia Diebitsch Peary (Juliette Binoche), alla ricerca del marito, si trova a dover affrontare l’ algido inverno artico in compagnia di un’altra donna. In Elisa e Marcela (2019), invece, le due protagoniste coltivano la loro storia d’ amore in un momento storico, i primi del Novecento, incapace di capire il loro rapporto. I personaggi femminili della regista devono quindi spesso lottare per acquisire sicurezza, per ottenere un risultato sperato o per districarsi da una situazione apparentemente complessa. C’è sempre un ” nemico” con cui confrontarsi.
La location di Un Amor, tratto dall’ omonimo romanzo di Sara Mesa, è un paesino di montagna spagnolo dove dominano ottusità, pregiudizi, chiusura mentale e una buona dose di maschilismo. Tutto soffocato e confuso in un apparente cordialità e insabbiato da sorrisi stampati sul volto dei vicini.
Questo è il terreno che Nat trova al suo arrivo e, a parte il suo padrone di casa, sgradevole e maleducato fin dal primo momento, lei non capisce subito la situazione e il male che si annida in quel posto abbandonato, dove tutti si conoscono e gli sguardi indiscreti nutrono le malelingue. Natalie (un brava Laia Costa), prima di trasferirsi a la Escapa faceva la traduttrice simultanea per i rifugiati. Il disagio provocato dal suo lavoro era diventato emotivamente insostenibile per lei, tanto da provocarle visioni e incubi terribili. La sua scelta di fuga, con la speranza di “lenire” quella sofferenza interiore, si rivela però sbagliata.
La casa, anzitutto, cade a pezzi, è fatiscente e il proprietario si rifiuta di ripararla. Accetta di farsi aiutare da un omone del posto che le propone, in cambio di un aiuto, un imbarazzante baratto.

Ci cade per solitudine, per disperazione, forse per noia. Crede di aver trovato rifugio nell’amore con Andreas (Hovik Keuchkerian) detto “il tedesco”, più grande e soprattutto poco avvenente ma lui a stento parla, la tratta con disprezzo e diffidenza, come tutti gli abitanti del posto.
Diventa ossessiva, insicura, profondamente triste e si rende conto che il vicinato la spia, la osserva, è invadente senza essere di supporto. Da questa premessa emotiva di rifiuto e ostilità, comincia la rinascita della donna.
L’amore e le relazioni poco sane che si consumano in quel paesino, non sono quindi l’approdo, solo il punto di partenza, e diventano presto una possibilità per guardare in faccia i suoi demoni esistenziali, quelli che Nat ha sempre avuto, ma che ha tirato fuori con violenza solo in quel momento. Gran parte del film è una – lunga- premessa che serve a dare il via alla presa di consapevolezza della protagonista e alla sua catartica liberazione interiore
Il finale è un grido di libertà. Un film crudo, cinico e inaspettato.
Un amor – Regia: Isabel Coixet; sceneggiatura: Isabel Coixet; fotografia: Bet Rourich; montaggio: Jordi Azategui; interpreti: Laia Costa, Hovik Keuchkerian, Ingrid García Jonsson, Hugo Silva, Luis Bermejo, Francesco Carril; produzione: Buena Pinta Media, Crea SGR, Institut Català de les Empreses Culturals, Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales, Monte Glauco, Movistar+, Perdición Films, Radio Televisión Española, Televisió de Catalunya; origine: Spagna, 2023; durata: 128 min.