Festa di Roma: Blaga’s Lessons di Stephan Komandarev (Concorso – Gran Premio della Giuria)

È spazioso, ben esposto al sole… e si è appena liberato. Una vera occasione!

E non si parla di una villa o di un appartamento, bensì di una tomba. Blaga è un’insegnante di settant’anni appena rimasta vedova del marito Hristo. L’anima di suo marito ha tempo 40 giorni per essere sepolta, prima che abbandoni definitivamente la terra, e lei deve trovargli una tomba. Ma una tomba costa, soprattutto se doppia, con due croci… anzi, una croce e una stella sopra i nomi:

Una stella rossa? No, una stella rossa non è possibile. Ma nera sì. Però incisa, non di metallo, se no la rubano.

Il problema pare in realtà risolto: i risparmi di una vita della donna dovrebbero bastare. Ma un giorno riceve una chiamata e Blaga finisce per buttare i suoi soldi dal balcone, letteralmente. È stata truffata. Di colpo si ritrova senza un soldo, con una misera pensione a sostenerla, una sola studentessa a cui impartire lezioni (da cui il titolo Blaga’s Lessons) e l’anima del marito che rischia di non avere quiete, il tutto dopo che

Ho vissuto tutta la vita seguendo le regole!

Blaga deve allora trovare una soluzione, in fretta. Nella legalità o fuori da essa.

Sulla città di Shumen c’è un gigantesco monumento in onore della Bulgaria. È fatto di cemento, per arrivarci ci sono qualcosa come 1300 gradini e da là sopra si vede l’intera città, metonimia dello Stato intero. Il regista Stephan Komandarev ci porta nella sua nazione e non le perdona nulla, ne mette in evidenza i peccati con una storia densa e potente, nel quale gli ultimi sono calpestati da chi è meno ultimo di loro e la criminalità si aggira nei vicoli oscuri come nelle strade, alla luce del sole. Come protagonista sceglie una superlativa Eli Skorcheva che dal grande schermo era lontana da molto, trent’anni: il film gira attorno a lei ed è innegabile come sia sufficiente una mdp e il suo volto per dare sapore a ogni scena, a intensificare il dramma.

Che giorni eh? Che vita di merda!

E la mdp infatti non la perde mai di vista: il piano sequenza durante la truffa si nutre del suo viso e dei suoi movimenti impacciati, e i mutamenti di espressione che scandiscono l’andamento del film incidono quel volto come farebbe uno scalpello su pietra. Le telefonate dei truffatori sono credibili, violente, spaventose. Il dramma è ben raccontato e sviluppato, ma soprattutto interessante è il dubbio morale che tocca la protagonista quando fa la sua scelta, giustificata da una somma di soluzioni fallite, connesse all’età del personaggio e alla difficoltà di reperire soldi in una realtà come quella della periferia bulgara.

Dopo la candidatura all’Oscar nel 2008 con The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner e la corsa a Cannes nel 2017 con Directions, Komandarev sbarca alla festa di Roma con un film duro e ben fatto, un’attrice tremendamente brava come protagonista e una realtà di quotidiana prevaricazione che è il fondo perfetto per ambientarci una storia di sopravvivenza. Personale e collettivo si legano tra loro, la morale della persona per bene – un’insegnante peraltro – è messa sotto scacco e sottoposta a interrogativo: è giusto essere onesti una vita intera? Se poi non si hanno i soldi nemmeno per seppellire il marito?

Hristo ha già vissuto una vita in una scatola di cemento.


Blaga’s Lessonsregia: Stephan Komandarev; sceneggiatura: Simeon Ventsislavov, Stephan Komandarev; fotografia: Vesselin Hristov; montaggio: Nina Altaparmakova; musica: Kalina Vasileva; interpreti: Eli Skorcheva, Stefan Denolyubov, Ivaylo Hristov; produzione: Argo Film, 42film; origine: Bulgaria; durata: 114’.

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