Ennesima trasposizione su schermo (vedi sotto) del celebre romanzo di D.H.Lawrence (terza stesura), L’amante di Lady Chatterley racconta la vicenda di una giovane coppia, che, appena sposata, dopo una brevissima luna di miele, è costretta ad affrontare una durissima prova: il marito, Sir Clifford Chatterley, (l’ottimo Matthew Duckett) torna dal fronte paralizzato dalla vita in giù, precludendo ad entrambi ogni possibilità di vita sessuale e riproduttiva. I due si stabiliscono nella tenuta di proprietà del marito, Wragby Hall, tra il freddo e la nebbia dello Lincolnshire, dove Clifford comincia a scrivere racconti che gli danno una certa notorietà, (anche se, sotto sotto, è consapevole del modesto valore letterario e della vacuità dei suoi lavori) mentre Constance (Lady Chatterlain, interpretata da una discreta Emma Corrin) sviluppa un’insofferenza progressiva nei confronti dell’uomo che trova sfogo in una serie di incontri clandestini con Mellors (Jack O’Connell), il guardiacaccia della tenuta.
Il romanzo (pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1928) fece scalpore all’epoca per i suoi contenuti erotici, subì diverse censure, anche se ad una lettura odierna risulta, ovviamente, piuttosto innocuo, ma ancora degno di nota per lo stile, fantasioso ed elegante nelle descrizioni erotiche, analitico ed indagatore della psiche e dei tormenti dell’essere umano.
Il film della regista (e attrice) francese Laure De Clermont-Tonnerre, alla sua seconda prova dietro la mdp dopo The Mustang (2019), dà l’impressione di avere perseguito un tono troppo romanticizzato. Il libro indugia sul sentimento, ma non si sofferma su sentimentalismi è, su quel fronte, più conciso e diretto. Pare inoltre, che siano stati tralasciati volutamente certi aspetti e sfumature che avrebbero contribuito alla complessità del personaggio di Constance, forse a scapito della sua presa empatica sul pubblico, su tutti l’episodio del primo tradimento di quest’ultima, che nel libro non avviene con il guardiacaccia Mellors, ma con un altro spasimante, il giovane commediografo Michaelis. Viene inoltre completamente tralasciata la strana ambiguità del rapporto tra Clifford e la signora incaricata di fare da infermiera a quest’ultimo, Mrs Bolton. Tale operazione di smussamento può essere intesa nella migliore delle ipotesi come una semplificazione, ma nella peggiore si intravede un certo moralismo che lascia piuttosto perplessi, soprattutto in un’epoca di sbandierate conquiste emancipatorie e progressiste come quella in cui ci troviamo. La stessa regista, che nelle interviste definisce il personaggio di Lady Chatterley come uno “spirito libero”, le nega però di fatto la possibilità di essere una individualità dotata di una sfaccettatura ricca di contraddizioni e ne banalizza la pulsione erotica.
A proposito del guardacaccia Mellors, descritto nel libro come “magro, snello, simile al pistillo solitario di un invisibile fiore” beh, nel film questo essere diafano assume le fattezze del classico fustacchione, mantenendo inalterato solo il pallore; troppo forte la tentazione, e troppo radicata ormai la necessità di dare corpi scolpiti in palestra anche a personaggi che non hanno ragione per averne.
Ma mettiamo da parte i paragoni con il libro – com’è anche giusto che sia – e diamo la possibilità al film di esprimere le sue intenzioni poetiche, che purtroppo si rivelano banali e modeste, rendendo di fatto l’operazione di questo remake assolutamente né impellente né necessaria. La semplificazione della trama, nel trattamento ad opera di David Magee, rende la prima parte estremamente prevedibile, mentre nella seconda la pellicola comincia a perdere di mordente, e si trascina stancamente verso un finale che si attende con una certa impazienza.
La musica, sin dal violento motivetto iniziale, crea un lieve senso di involontario sconcerto, sempre un po’ troppo sopra le righe, quasi da film thriller.
La notevole fotografia, ad opera di Benoit Delhomme, (The Proposition, Artemisia) dai toni freddi ed elegiaci, assieme ad una ricercata composizione del quadro, restituiscono il senso di pacata disperazione insito nella condizione di Lady Chatterley. Puntualmente però, tutto smette di funzionare durante le scene di passione: il gelo dei colori unito ai momenti di forte erotismo creano un forte contrasto ed un’atmosfera che non ci sembra essere esattamente quella giusta, e che ben poco dovrebbe avere a che spartire con la pacata disperazione di cui sopra. Si ravvisa una certa tendenza riguardo a questo tipo di impostazione visiva, ispirata alla pittura preraffaellita e del romanticismo, basata quindi su un modello estetico ben preciso: essa viene spesso utilizzata per questo genere di film (period drama) quasi fosse una scelta obbligata, che andrebbe forse rimessa in discussione a favore di una ricerca di nuove tonalità, e nuovi colori.
Tirando le somme, questa Amante di Lady Chatterley si lascia pure guardare, ma rimane un film di scarso rilievo. Per chi fosse interessato ad approfondire il tema, dopo la prima trasposizione (1956) di Marc Allégret, da consigliare rimane quella del 2005 di Pascale Ferran (Lady Chatterley); per chi volesse curiosare, invece, più sui dettagli più piccanti e pruriginosi, c’è il film di Lorenzo Onorati del 1989 (La storia di Lady Chatterly) con la mitica Ramba, alias Ileana Carisio. Da segnalare infine l’adattamento tv BBC del 1993, anche solamente per il fatto di essere stato diretto dal grandissimo Ken Russel (ma certo non esaltante). Insomma D.H.Lawrence non ha avuto sinora gran fortuna con il suo libro sugli schermi.
Su Netflix
L’amante di Lady Chatterley (Lady Chatterlan’s Lover) – Regia: Laure De Clermont-Tonnerre; sceneggiatura: David Magee, (basato sul libro di D.H.Lawrence); fotografia: Benoit Delhomme; montaggio: Nina Annan, Géraldine Mangenot; musica: Isabella Summers; interpreti: Emma Corrin, Jack O’Connell, Matthew Duckett, Joely Richardson, Faye Marsay, Ella Hunt, Anthony Brophy, Rachel Andrews, Eugene O’Hare, Jonah Russel, Nichola Bishop, Alistair Findlay, Sandra Huggett, Ellie Piercy, Rachel Pedley, Zoé Wallon, Marianne McIvor, Christopher Jordan, Harrison McHarron, Holly Dennis, Luke Seddon; produzione: Laurence Mark Productions, Blueprint Pictures, 3000 Pictures, HarperCollins; origine: Inghilterra/ Stati Uniti; durata:127 minuti; distribuzione: Netflix.