Ritratto di Famiglia di Roschdy Zem

  • Voto
3.5

Roschdy Zem dirige una commedia ironica scritta a quattro mani con Maiwenn Le Besco e focalizzata sul ritratto di una famiglia magrebina, trasmettendone con leggerezza e senza eccessivo sentimentalismo, contraddizioni, gioie, piccole liti e nevrosi. La sincerità senza sé e senza ma, anzi la verità senza filtri è al centro di Ritratto di famiglia (les Miens) che era stato presentato in Concorso alla edizione del Festival di Venezia nel 2022 ed ora esce nelle nostre sale.

Moussa (Sami Bouajila) è da sempre un’animo delicato, sensibile e un punto fermo per la sua famiglia, al contrario del fratello Ryad (Roschdy Zem), presentatore televisivo di successo, criticato da parenti e amici per il suo eccessivo distacco e il suo spiccato narcisismo. Nonostante il caratteraccio del fratello, Moussa  ha un debole per lui e nutre una grande stima, quindi cerca sempre di difenderlo e di prendere le sue parti. Una caduta accidentale provoca a Moussa un grave trauma cranico che genera il panico all’ interno della numerosa famiglia:  l’uomo, dapprima timido e mansueto, comincia infatti a straparlare e a criticare senza filtri tutti svelando alla famiglia brutali verità e pensieri da sempre nascosti difficili da accettare.

La sua sete di verità lo porta a litigare con tutti, tranne con il fratello Ryad. Il suo repentino cambiamento, infatti, provoca un senso di spaesamento generale che cambia gli equilibri consolidati e spariglia le carte in tavola.

L’intreccio, essenziale ma ben scandito dal giusto ritmo e da tempi comici azzeccati, somiglia, nelle premesse, a una meno riuscita commedia italiana, Viva l’ Italia (Massimiliano Bruno, 2012).

Nella trama di Bruno, interpretata, tra gli altri da Michele Placido, un politico affermato e cinico, a causa di una sindrome senile comincia a parlare senza filtri svelando aneddoti e piccanti retroscena politici. Il controllo gli sfugge di mano e la situazione gli crea, da un punto di vista professionale, non pochi problemi e disagi.

Il contesto di Ritratto di famiglia è più ristretto, non è politico ma intimo, perché riguarda la cerchia familiare stretta e gli amici del protagonista. Il fulcro essenziale riguarda invece, come per il poco interessante film italiano, la relazione con la verità e la necessità, più o meno consapevole, di buttare giù il muro dell’ ipocrisia, spiattellando in faccia qualunque pensiero o retropensiero anche scomodo.

Divertente e sostenuto da un buon cast, il film di Roschdy Zem è un’opera leggera e spensierata nel senso migliore del termine: non ci sono drammi e tensioni eccessive, solo ansie e nevrosi che emergono all’ interno di una famiglia unita e insolita al tempo stesso e il tutto corre leggero sul sottile filo dell’ironia.

In sala dal 31 agosto


 (Les Miens)Regia: Roschdy Zem; sceneggiatura: Roschdy Zem, Maïwenn; fotografia: Julien Poupard; montaggio: Pierre Deschamps; musica: Maxence Dussère; interpreti: Sami Bouajila, Roschdy Zem, Meriem Serbah, Maïwenn, Rachid Bouchareb, Abel Jafrei, Nina Zem, Carl Malapa, Anaïde Rozam, Lila Fernandez, Farida Ouchani; produzione: Why Not Productions (Pascal Caucheteux), Hole in One Films, Le Pacte; origine: Francia; durata: 86 minuti; Distribuzione: Movies Inspired.

 

 

 

 

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