Mimì – Il principe delle tenebre di Brando De Sica

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Nessun cineasta italiano ha il pedigree di Brando De Sica: nipote del grande Vittorio, figlio di Christian e ancora nipote, per parte di madre (è la sorella), di Carlo Verdone. E si vede: dopo aver aiutato il padre a girare Amici come prima e Sono solo fantasmi, Brando esordisce nel lungometraggio con Mimì – il principe delle tenebre, pellicola intrisa di sapienza cinefila. Lo ha raccontato al Catania Film Fest dove è venuto ad accompagnare il film in anteprima italiana, in procinto di uscire in sala dopo un fortunato passaggio all’ultimo Festival di Locarno.

Palesando un entusiasmo tracimante, De Sica jr. ha rischiato di far rivoltare il nonno della tomba, asserendo però una tesi sacrosanta: in Italia il culto del Neorealismo ha retrocesso in serie B un cinema dignitosissimo come l’horror, che da noi ha avuto dei campioni assoluti come Lucio Fulci, Mario Bava e Dario Argento. E Brando – che oltre al pedigree ha nel cv anche un soggiorno pluriennale negli Stati Uniti dove si è laureato in regìa presso la University of Southern California – ha sciorinato un pantheon di numi tutelari di tutto rispetto, dal George Romero de La notte dei morti viventi al Tobe Hooper di Non aprite quella porta. Un bagaglio culturale che egli non si perita di ostentare in quest’opera d’esordio, in una santabarbara citazionista che contempla anche l’inserto flagrante di uno spezzone di repertorio, quello del Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau.

Mimì – Il principe delle tenebre è però un’ibridazione di generi, da un lato c’è l’horror ovviamente, in tutte le sue declinazioni, dal “vampire-movie” allo splatter; dall’altro la più classica forma di narrazione anglosassone, il cosiddetto “Coming of age”, insomma il romanzo di formazione sulla fuga dalla realtà di due adolescenti e sull’importanza dei sogni e la ricerca d’identità in quella decisiva fase di crescita. Non solo, essendo ambientato a Napoli, risalta spesso qua e là un sottotesto dichiaratamente umoristico, ma anche certi prestiti piuttosto evidenti dalla serialità criminale stile-Gomorra.

Domenico Cuomo

La trama racconta l’incontro di due tipici “underdog”: Mimì, pizzaiolo orfano affetto da una malformazione ai piedi che lo costringe a subire ovvi episodi di bullismo e Carmilla (immediatamente ribattezzata e mobbizzata con l’appellativo di Morticia), che si spaccia come una discendente del conte Dracula.

Sarà subito “amour fou” tra questi due irregolari, legati da una insopprimibile fatal attraction che li condurrà a innalzarsi su vette di macabro lirismo e a sprofondare verso abissi decisamente gore. Insomma un esordio inusuale e coraggioso per il nostro panorama filmico, che è poco avvezzo a questi patchwork stilistici tipici semmai della produzione statunitense. Un film che rischia tutto puntando sul coraggio dell’originalità e su una certa consuetudine del pubblico più giovane a frequentare un immaginario ormai da anni sintonizzato sull’estetica hollywoodiana.

Poi però c’è l’anima local, costituita dai luoghi partenopei e da un cast che annovera tra le sue fila il drammaturgo e attore napoletano Mimmo Borrelli (noto al grande pubblico per l’interpretazione di Angelo O’ Maestrale nella serie-tv Gomorra) e, nel ruolo del protagonista Mimì, Domenico Cuomo, ovvero il Cardiotrap delle tre (ormai quattro) stagioni di Mare fuori. Carmilla è invece Sara Ciocca, quindici anni appena ma già una piccola star.

In definitiva si tratta di un’opera prima che assomiglia parecchio al suo simpatico autore: molto generosa nell’affastellare temi e stili, esibiti con seducente facondia e dotta competenza; essa appare tuttavia non priva di alcune piccole ingenuità che si ha però voglia di perdonare per sostenere ancora una volta che anche in Italia un altro cinema (giocoso, fantasmagorico, derivativo, di genere: tutto questo probabilmente, nel bene e nel male) è possibile.

In anteprima al Festival di Catania
In sala dal 16 novembre 2023


CREDITS & CAST

Mimì – Il principe delle tenebre Regia: Brando De Sica; soggetto: Brando De Sica; sceneggiatura: Ugo Chiti, Brando De Sica, Irene Pollini Giolai; fotografia: Andrea Arnone; montaggio: Francesco Galli; musiche: Pasquale Catalano; interpreti: Domenico Cuomo, Sara Ciocca, Mimmo Borrelli, Giuseppe Brunetti, Abril Zamora; produzione: Indiana Production, Bartleby Film, Rai Cinema; origine: Italia, 2023; durata: 103 minuti; distribuzione: Luce Cinecittà.

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