Napoleon di Ridley Scott

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A partire dalla lunga ossessione, durata mezza vita, di Stanley Kubrick, per un’opera tanta sognata quanto mai realizzata dopo 2001 Odissea nello spazio (1968), non si può certo dire che la figura di Napoleone Buonaparte non abbia mai interessato il mondo del cinema.  Basti sbirciare – e d’altronde sarebbe stato difficile pensare il contrario – la voce su Wikipedia riguardante i film accostabili più o meno alla sua persona. Oppure pensare ai grandi attori, trai tanti, che lo hanno interpretato, da Charles Boyer (Maria Walewska, 1937, di Clarence Brown) a Marlon Brando (Désirée, 1954 di Henry Koster), da Rod Steiger (Waterloo,1970, di Sergej Fëdorovič Bondarčuk) a Ian Holm (I vestiti nuovi dell’imperatore, 2001, di Alan Taylor) o, il più recente di tutti, a Daniel Auteuil in N (Io e Napoleone) diretto nel 2006 da Paolo Virzì.

Comunque, a scorrere questa lunga lista di circa trenta titoli (e molto probabilmente ne mancano ancora parecchi, magari non memorabili), il vero film di riferimento con cui si può direttamente confrontare l’ultima fatica del grande regista anglo-americano è il Napoleon di Abel Gance del 1927 – sia per l’impianto ultra-spettacolare che contraddistingue entrambi le opere sia per la struttura modulare da Biopic che li caratterizza. Tuttavia, a prescindere dal confronto qualitativo che si rivela abbastanza impietoso tutto a scapito di Scott, bisogna subito ricordare anche una differenza, per altro non piccola. Mentre l’immortale superclassico del cinema francese raccontava solo un quindicennio di vita di Bonaparte, partendo da 1781 quando il giovane dodicenne frequentava il collegio militare, per arrivare al 1796 anno in cui, diventato generale, era partito per la Campagna d’Italia, l’arco storico narrato da Scott è incomparabilmente più lungo (come aveva pensato a suo tempo anche Kubrik). Si parte, infatti, dalla Rivoluzione francese e dall’esecuzione tramite ghigliottina di Maria Antonietta nel 1793 – per altro una delle scene più belle di tutto il film pur storicamente falsa a quanto dicono gli storici, dato che Napoleone non poteva aver assistito a quella morte perché era a Tolosa, ma pazienza! – per arrivare, passo passo, alla campagna d’Egitto, alla nascita dell’Impero e alla campagna di Russia sino alla presa e all’incendio di Mosca. Infine, il rapido declino: dalla disastrosa ritirata di Russia all’esilio sull’isola d’Elba, dal ritorno in patria alla clamorosa sconfitta a Waterloo nel 1815 per opera dell’armata anglo prussiana («Wellington è un pessimo generale. Stasera ceneremo a Bruxelles» aveva dichiarato Bonaparte la mattina della battaglia); sino, infine, alla resa e quindi al definitivo confino a Sant’Elena con la morte nel 1821 a soli 52 anni.

Ma non è stata l’ambizione e la rischiosa avventura di voler affrontare e sviscerare un personaggio storico di tale importanza lungo tutto l’arco, non breve, della sua incredibile carriera politico-militare, che ha portato a consegnarci un’opera abbastanza mediocre come quello con cui abbiamo a che fare.

La sceneggiatura di David Scarpa – già autore per Ridley Scott di un altro, anche se assai differente film biografico, Tutti i soldi del mondo (2017) sul rapimento di John Paul Getty III – mostra, infatti, un personaggio enigmatico ma sbiadito, dal quale non sembra trasparire minimamente né il grandioso genio militare né tantomeno il leggendario talento carismatico-politico. Qui un Napoleone parecchio mammone, che Joaquin Phoenix interpreta, corrucciato, come può alla meno peggio, viene ridotto quasi ad una inerte pedina della storia, guidata e vivificata soltanto dall’amour fou (beh siamo in Francia, of course) e cioè dagli alti e bassi della sua relazione erotico-sentimentale con la prima moglie Giuseppina (una Vanessa Kirby, persino troppo moderna), la vedova del ghigliottinato generale (e Visconte) Alexandre de Beauharnais. La statura del protagonista che il film, quindi, ci restituisce, non tende né vuole disegnare una grande personalità storica bensì smitizzarla del tutto per raccontarci – realisticamente? ma forse troppo – di un uomo tutto sommato piccolo-piccolo, tanto sessualmente immaturo quanto imperioso, fortemente antipatico, respingente, che non ride mai. Ne scaturisce, allora, un anti-climax programmatico nella narrazione che, con l’intento di non voler eroicizzare una delle figure più significative (e anche popolari) della Storia mondiale, sembra però volerci proporre l’esatto contrario, quello di un mediocre militare che non si sa come mai ha cambiato il corso dell’umanità – i francesi, da quanto si può leggere sulla stampa, non l’hanno presa proprio bene e una volta tanto non possiamo dargli torto.

Vanessa Kirby e Joaquin Phoenix

Per fortuna, però, il filmone di Ridley Scott, costato alla Apple+ un bel po’ di quattrini (circa 200 milioni di $),  non contempla e ci racconta soltanto un personaggio di Napoleone a scartamento ridotto ma esibisce anche delle scene e sequenze di battaglia molto spettacolari dove il nostro autore – ormai giunto alla superba età degli 85 anni – ancora mostra la zampata del vecchio leone. Sono dunque gli effetti speciali – come in un film di Supereroi Marvel – a salvare e salvaguardare il grande spettacolo, in particolare la parte della campagna in Egitto con una gustosa scena in cui il protagonista si confronta con un imperatore autoctono in un sarcofago. O soprattutto la parte finale con la battaglia di Waterloo e il trionfo di Arthur Wellesley, duca di Wellington (Rupert Everett) e degli inglesi, dove forse Scott ci ha messo dentro anche un minimo di orgoglio storico nazionale retroattivo. Insomma, confezione sontuosa (scenografie, costumi, ecc. ) ma tutto sommato con Gucci era forse andata meglio e già là non si volava alto.
A maggior ragione, quindi, aspettiamo con impazienza la versione che, sembra, Steven Spielberg stia per realizzare con HBO, una miniserie in sette puntate dove con l’aiuto di Christiane Kubrick e Jan Harlan si riprenderebbe in mano la sceneggiatura originale del geniale regista newyorkese. E sarebbe la seconda volta, dopo A.I. – Intelligenza artificiale (2001), che Spielberg da seguito ad un progetto kubrickiano.

In sala dal 23 novembre 2023


Napoleon Regia: Ridley Scott; sceneggiatura: David Scarpa; fotografia: Dariusz Wolski; montaggio: Sam Restivo, Claire Simpson; musiche: Martin Phipps; effetti speciali: Neil Corbould, Joseph DiValerio, Javier Menéndez; scenografia: Arthur Max; costumi: David Crossman, Janty Yates; interpreti: Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles, Ludivine Sagnier, Ian McNeice, John Hollingworth, Paul Rhys, Matthew Needham, Benjamin Chivers, Jonathan Barnwell, Youssef Kerkour, Scott Handy, Phil Cornwell, Gavin Spokes, David Verrey, Sam Crane, Edouard Philipponnat, Harry Taurasi, Thom Ashley, Mamie Barry, Tim Faulkner, John Hodgkinson; produzione: Ridley Scott, Mark Huffam, Kevin J. Walsh per Apple Studios, Latina Pictures, Scott Free Productions; origine: Usa, 2023; durata: 158 minuti; distribuzione: Eagle Pictures.

 

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