Carolina Pavone è cresciuta sotto l’ala protettrice, sembrerebbe un po’ ingombrante, di Nanni Moretti, ma il suo esordio alla regia, Quasi a casa, non si può definire un film morettiano. Nanni Moretti è un regista straordinario ma il suo cinema e lui stesso sono combattivi, non violenti, ma, certamente, battaglieri. Moretti attacca sempre il suo interlocutore e il suo spettatore, anche quando sembra arrendersi alla assurdità della vita. La sua giovane “delfina”, invece, dirige un film dolce e delicato, dove la protagonista Caterina (Maria Grazia Arrighini), bella e curiosa, vuole sì un aiuto per emergere come artista, ma, sorvolando su come riesce a coinvolgere nella sua vita la sua cantante preferita, Mia (interpretata dalla carismatica e bella Lou Doillon), il suo stile è leggero, aereo, come è leggiadra la regia.
Quello di Caterina Pavone è, dunque, un esordio felice e rivela grande sensibilità nel descrivere l’incontro-scontro tra due donne che sembrano amarsi quando invece il loro rapporto si fonda solo nel vedere sé stesse l’una nell’altra, una attrazione misteriosa e magnetica, la stessa che proviamo noi spettatori nel conoscere le dinamiche cerebrali e sentimentali della loro storia. Qui sta tutta la bellezza di Quasi a casa, nel gioco seduttivo ma casto delle due donne, nel modo sorprendente di descriverlo con la macchina da presa. La vita è così, comunque sia, la vita è così. Nei rapporti di lavoro, nell’amore, nell’amicizia, l’attrazione intellettuale e il carisma magnetico generano rapporti incasinati ma alla fine sempre formativi.
Anche in questo film l’aspirante cantante viene esortata a credere in sé stessa e a prepararsi a lottare con tutti, discografici, artisti, pubblico e con la sua stessa immagine. Un mondo pronto a divorarla, ma non si può fare altrimenti se si vuole emergere come artista e come donna. Talento ma soprattutto tenacia e volontà, la certezza di dover rinunciare a tanto per un ideale di vita artistica che esige tantissimo. Mia ha combattuto sempre, egocentrica e sola, ha scelto quello che vede negli occhi della sua giovane ammiratrice. I giorni al mare, i giri in macchina, le cene al ristorante, il lavoro in studio delle due ragazze, tutti momenti interessanti e poetici in cui si intravede la propria vita, così sensibile al giudizio degli altri.
La regia si sofferma giustamente poco sulle parole, se non nello sfogo finale della professionista Mia contro l’apparente apatia della giovane musicista Caterina, e sottolinea invece sorrisi tra indulgenza e ammirazione. Ciò che viene trasmesso ci sembra sia la necessità di assecondare con forza e determinazione il desiderio di emergere e di raccontarsi, ma anche, più umilmente, quello di vivere. Almeno è anche questo che percepiamo o vogliamo percepire noi spettatori, mentre seguiamo le passeggiate notturne in auto delle due amiche, condividendone il senso di libertà. Quasi a casa è un film bellissimo sul rapporto mentore discepolo e sull’istinto predatorio di ogni artista.
Passato nelle Notte veneziane (Giornate degli Autori) 2023
In sala dal 5 settembre 2024
Quasi a casa – Regia: Carolina Pavone ; sceneggiatura: Carolina Pavone, Michela Straniero; fotografia: Emanuele Pasquet; montaggio: Chichi Taddeucci ; musica: Coca Puma; interpreti: Maria Grazia Arrighini, Lou Doillon, Stefano Abbati; produzione: Sacher Film; origine: Italia, 2024; durata: 94 minuti; distribuzione: Fandango Distribuzione.