Sergio Leone – L’ italiano che inventò l’America di Francesco Zippel

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” Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito”

Ricco di interviste e di immagini di repertorio, Sergio Leone – l’ italiano che inventò l’America, firmato da Francesco Zippel, già regista di Friedkin Uncut – Un diavolo di regista  (2018)  e del riuscitissimo Oscar Micheaux: il supereroe del cinema americano (2021),  non è semplicemente un bellissimo e ricco tributo a un grande regista, a una delle grandi leggende del cinema mondiale,  è soprattutto uno sguardo approfondito sul cinema contemporaneo, o meglio uno studio sulla creazione di uno stile nuovo e di un linguaggio cinematografico inimitabile. Un quotidiano francese,  qualche anno fa ha chiesto a diversi registi di fama internazionale cosa li spingesse a fare film. David Lynch, tra gli altri, diede una risposta particolarmente interessante “Faccio film per creare nuovi universi e vedere se funzionano”. In questa risposta, c’è il senso profondo del ruolo del regista come inventore, come demiurgo capace di dare vita a nuovi universi creativi. Non solo quindi  l’artista capace di amalgamare sapientemente le varie parti di un insieme, ma anche il creatore di un linguaggio originale, prima sconosciuto.

Sergio Leone  si sposa perfettamente con questa bellissima immagine di creatore del nuovo. Oltre cento minuti di testimonianze e ricordi  ripercorrono le tappe artistiche e biografiche del regista romano che ha respirato il cinema fin da bambino,  appassionato come era di film western anni Trenta- Quaranta. Ed è proprio quel bambino stupito a guardare con incanto il mito americano e a riappropriarsi, da adulto, di quel mito, reinterpretandolo e creando qualcosa di totalmente originale.

Da Il colosso di Rodi (1961) fino all’ ultimo progetto sull’Assedio di Leningrado interrotto dalla precoce morte del regista, avvenuta a soli sessant’anni, sono tante le voci che lo ricordano e che testimoniano il suo immenso contributo al cinema contemporaneo. La memoria viaggia anche attraverso le note e la figura di Morricone mentre i figli di Leone ricordano la loro collaborazione, l’ indissolubile sodalizio e la grande sintonia tra i due  “uno rappresentava gli occhi, l’ altro le orecchie, come Hitchcock e Herrmann”. Tanti i racconti e gli aneddoti: sul set di C’era una volta il West (1968) Dario Argento menziona l’origine dell’idea della mosca intrappolata nella pistola (e ci tiene a sottolineare che è stata una idea sua), l’esplosione anticipata del ponte in Il buono, il brutto, Il cattivo (1966) e, ricordo molto dolce e tenero, l’ imbarazzo di Jennifer Connelly (allora dodicenne) per il suo primo bacio sul set di C’era una volta in America (1984), progetto di Leone fortemente cercato desiderato, voluto, e inseguito da una vita intera. Il produttore Arnon Milchan, a questo proposito, racconta l’ emozione di aver visto la versione originale del film,  l’accoglienza e il caloroso applauso da parte del pubblico di Cannes, durato oltre 20 minuti.

Ancora. Il rapporto con Clint Eastwood, che quando fu scelto come protagonista della trilogia del dollaro era un attore poco sconosciuto; il legame con Robert De Niro sul set, inizialmente traumatico e poi, intimo e familiare; il rispetto assoluto e l’ammirazione di  Martin Scorsese.  Su tutti, risalta in particolare la testimonianza di Steven Spielberg, che sembra aver colto in lui la capacità di essersi riappropriato di un genere per inserire all’ interno di esso elementi più moderni, tra i quali la rilettura e reinterpretazione dell’ eroe non in senso classico, ma  ambivalente,  sfaccettato e capace di racchiudere, nel personaggio, più sfumature.

E poi il Leone regista e creatore di nuovi linguaggi, il Leone che stringe sodalizi e collaborazioni inossidabili e il Leone che ama appassionatamente  i suoi figli, li porta sul set e li fa respirare in quell’ atmosfera magica e insolita.

Francesco Zippel ci regala uno sguardo completo, appassionato e approfondito su un uomo che ha sempre sognato in grande e che ha avuto la capacità di trasmettere  la propria idea di cinema, capace di attingere dal mito per andare oltre e per reinventare il proprio universo, lontano dalle usuali logiche produttive, ma capace di essere compreso anche dallo sguardo dell’ uomo comune.

E proprio per questo eccezionale.

In sala dal 20 ottobre


Sergio Leone – L’ italiano che inventò l’America – Regia: Francesco Zippel; fotografia: Marco Tomaselli, Gabriele Remotti, Luca Ciuti, Carlo Alberto Orecchia; montaggio: Michele Castelli, Christian Lombardi; Musiche: Rodrigo D’Erasmo; interpreti: Robert De Niro, Martin Scorsese, Jennifer Connelly, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Ennio Morricone, Giuseppe Tornatore, Steven Spielberg, Frank Miller, Darren Aronofsky, Damien Chazelle, Jacques Audiard; Produzione: Sky Italia e Sky Studios con Leone Film Group; durata: 107′;  distribuzione: 01 distribution.

 

 

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