C’è quel piacere malsano nel togliersi la pelle abbrustolita in estate. Striscia per striscia finché con quella di scarto si rischia di levarsi anche l’epidermide sana e allora rimanere scoperti davanti a tutti, magari davanti all’intera propria classe. Con gli organi interni e i traumi a prendere freddo. Perché dopotutto
Siamo, siete belli e inconsolabili.
Lady Grey è una bambina che deve presentare alla sua classe qualcosa per il progetto Mostra e Dimostra. Tra i suoi compagni c’è chi porta qualche fotografia, una coppa, l’animale domestico, o pezzi di corpo, come appendici in formalina, ma lei decide di portare altro, se stessa: si toglie un vestito alla volta, sino a rimanere nuda. Lady Grey è anche una giovane donna innamorata di un uomo in camicia azzurra e capelli scuri che un giorno è uscito da casa dicendo che se ne andava per sempre e invece è tornato con le sigarette. Lei come si comportava nei suoi confronti? Da perfetta stronza. Però l’amava. Sì, forse. Per quanto le è possibile.
Interpretata da un’ottima Alice Giroldini, Lady Grey è donna spiritosa ma acida. Tanto intelligente quanto corrosiva. Con una causticità rivolta anzitutto verso se stessa e quando è troppo, riversata verso gli altri. Compreso il pubblico. Lei vuole mettersi in mostra, per tutto, per le sue doti canore (I’m a single lady I’m a single lady) e per l’abito che indossa, perfettamente argentato e grigio, per le sue abilità di locuzione, per la sua bellezza, tuttavia al contempo si vergogna. Si vergogna di tutta se stessa. Del suo canto, dell’abito, del parlato e del suo aspetto. Ha un’autostima minata alla base e così ogni gesto scenico è allora un gesto mangiato o mancato, ogni azione è iniziata e poi interrotta, ogni domanda rivolta al pubblico è posta
Allora, mi dica, parliamo del suicidio. Cosa ne pensa?
E poi rimessa nel taschino.
Fa niente, andiamo avanti.
Lady Grey è anche Jennifer. E a Jennifer è successo qualcosa. Qualcosa di brutto, qualcosa che ne ha bucato l’anima lasciando un arcipelago di insicurezze che riemergono quando la marea artistica, il recitare, non è più sostenuta. Perché Lady Grey recita, recita sempre, tutto il giorno e per tutta la vita, finché la verità passata non la spinge per terra e lei deve scappare, sulla sua sedia o dietro un velo. Come dice il regista Marco Maccieri:
Sempre in bilico tra un atto di verità e un atto artistico.
Su quella sedia, dietro a un velo, lei vorrebbe spogliarsi, di nuovo, ma non riesce perché mostrare la pelle nuda è pericoloso, c’è il rischio reale di bruciarsi, e la pelle di una giovane non è come quella di una bambina. Deve essere preservata con cura, e coperta di grigio, argentata, a mo’ di armatura. E che sia bella spessa, possibilmente, per ciò che viene dall’esterno, per la corrosione che viene dall’interno.
Spettacolo andato in scena il 25 ottobre al Teatro Vascello, Roma.
Premi: Miglior Spettacolo, Migliore Attrice e Premio della Stampa al Roma Fringe Festival 2022; Progetto vincitore del bando “Mal di Palco 2018” Tangram, Torino,
Lady Grey – Con le luci sempre più fioche di Will Eno; regia: Marco Maccieri; traduzione: Elena Battista; interprete: Alice Giroldini; produzione: Centro Teatrale MaMiMò e Teatro Nazionale Genova.