Sarà perché entrambi i film sono stati girati in pieno lockdown, sarà perché entrambi i film tematizzano esplicitamente il pesante condizionamento esistenziale e psicologico del periodo che ci auguriamo essere in larga parte trascorso, sarà perché entrambi i film, di fatto, si svolgono in interni e si affidano in larga prevalenza agli attori e alle attrici, sarà che in entrambi i casi si intuisce che l’improvvisazione ha svolto un ruolo oltremodo significativo, fatto sta che non possiamo esimerci da paragonare State a casa di Roan Johnson (regista anglo-italiano di 46 anni, con alle spalle quattro film e tanta TV, il film più interessante resta il penultimo, ossia Piuma, in concorso a Venezia) con Il giorno e la notte di Daniele Vicari. Con la differenza che – diciamolo subito – il film di Vicari è un esperimento originale, supportato da attori mediamente di livello, dove, quando presente, l’improvvisazione funziona, mentre State a casa è un film modesto, con attori mediocri, l’improvvisazione a tratti ridicola e soprattutto la trama, a dir poco, esile.
Siamo in un condominio dove convivono quattro trentenni, due maschi e due femmine, tutti più o meno senz’arte né parte, una condizione di precarietà evidentemente accentuata dalla pandemia. Per soprammercato una delle due ragazze sembrerebbe clandestina (Martina Sammarco), ospitata di straforo dagli altri tre, una ragazza di non meglio precisata origine africana, ma che parla il miglior italiano di tutti, essendo gli altri pesantemente connotati in senso regionale (un siciliano, anzi un palermitano, Dario Aita, attore che recitava, con altri esiti, anche nel film di Daniele Vicari), una pugliese (Giordana Faggiano), un toscano, anzi un piombinese (Lorenzo Frediani), ciò che rende il tutto molto molto provinciale, vernacolare appunto. Il ragazzo siciliano ha anche una relazione, non esattamente funzionante, con la ragazza pugliese. Regna in questa microcomunità disfunzionale una evidente paranoia, accentuata dal fatto che si aggira per la casa un serpente, all’apparenza non velenoso, ma che comunque rappresenta una minaccia (per chi non l’avesse capito il serpente rappresenta l’inconscio, la paura ancestrale etc etc.). Poi, naturalmente, c’è il nemico, il padrone di casa da combattere, individuo sordido, sfruttatore senza scrupoli della precarietà di questi giovani di assai brutte speranze che estorce denaro a nero e sembrerebbe anche disposto a praticare sconti, se la ragazza pugliese si mostrasse un po’ più compiacente. E qui, fortunatamente, si apre nel film l’unico barlume di luce perché questo individuo sporco e viscido è interpretato niente di meno che dallo straordinario Tommaso Ragno, ormai divenuto uno dei grandissimi attori italiani. Peccato che il personaggio dopo pochi minuti che è entrato in scena muore, ciò che vorrebbe fare slittare la vicenda grottesca che fin qui era proceduta a suon di “minchia” (Palermo), “c” aspirate e “boja deh” (Piombino) e vocali chiuse (Puglia) in una trama thriller su come occultare, far sparire il cadavere, farla franca, con due ulteriori personaggi che vengono a rompere le uova (di serpente?) nel paniere: il portiere del casamento (interpretato, altro piccolo gioiellino di questo filmetto, da Fabio Traversa) e la donna delle pulizie del morto. Poi ci si mette di mezzo anche il Covid e il tentativo maldestro di cambiare registro stilistico, facendo virare il film in una dimensione fantastico-onirica che fortunatamente permette qualche altro piccolo cameo a Ragno redivivus, ma per il resto il film è davvero poca cosa, oltre a essere lungo ogni sopportabile misura. E, come se non bastasse, assistiamo all’inizio e alla fine del film anche a una insulsa variazione allegorica della fiaba della rana e dello scorpione di Esopo. E, last but not least per soprammercato, l’allegoria alla fine ci viene anche completamente spiegata. No, non ci siamo proprio.
Cast & Credits
State a casa – Regia: Roan Johnson; sceneggiatura: Roan Johnson; fotografia: Gianluca Palma; montaggio: Paolo Landolfi; interpreti: Dario Aita, Giordana Faggiano, Lorenzo Frediani, Martina Sammarco, Fabio Traversa, Natalia Lungu, Leonardo Maddalena, Tommaso Ragno; produzione: Palomar, Vision Distribution; origine: Italia; durata: 110’; distribuzione: Vision Distribution.