Maura Delpero si conferma una regista dal registro aulico, sofisticato, realistico e al contempo evocativo. Al suo secondo lavoro, dopo un’opera molto apprezzata come Maternal (2019), ci conduce con maturità stilistica e di contenuti, in un passato lontano, (quello del secondo conflitto mondiale, nel 1944 circa) ma ancora forte nella memoria della civiltà contadina, nel caso specifico: quella di una cittadina trentina.
A fare da cornice a tutto il film c’è la forza visiva di una natura straripante nelle sue possenti manifestazioni, in cui i personaggi si muovono nelle loro piccole storie.
Al centro del plot una famiglia patriarcale, in cui il padre è interpretato da un perfetto Tommaso Ragno, in una recitazione che tende alla sottrazione ma dando nei momenti più intensi la vera dimensione di un personaggio a tratti contraddittorio, tra il desiderio di mantenere un ordine naturale e la tentazione di muoversi verso le passioni dell’immagine e della musica.
La dimensione familiare coordinata dal protagonista è iperstratificata perché essendo un maestro elementare veste i panni anche di guida sia nel piccolo paese che nella propria casa, in cui deve “gestire” una moglie e dieci figli, tra cui tre femmine.
Arriva forte agli occhi degli spettatori il calore umano, ma anche il dolore che veniva scaturito da realtà ormai estinte nella società attuale, in cui proprio per la libertà di riprodursi in una visione di forza lavoro e ricchezza si perdevano nel percorso molte giovani vite.
In questo pullulare di bambini, di corpi stretti nei letti per poter dormire, nascono le personalità dell’Italia contadina in quel momento più consapevole dei limiti della propria appartenenza sociale.
Non è un caso che la figlia mediana Ada, vorrebbe fare il sacerdote per poter dire la propria opinione ed essere ascoltata da tutti, mentre per motivi economici solo la più piccola e più meritevole Flavia, è destinata all’istruzione post-elementare.
Il destino peggiore è riservato ai figli più grandi seppur dotati entrambi di grande sensibilità: Dino è bocciato dal suo stesso padre e si perde in una vita dedica all’alcool e al lavoro nei campi, mentre la bella sorella Lucia (Martina Scrinzi) dà vita alla storia nella storia del film. Si innamora di un disertore siciliano, accolto dalla comunità nonostante le reticenze di alcuni nazionalisti convinti.
In questa storia d’amore spontaneo, Maura Delpero coglie l’occasione per parlare di abbandono, dispersione identitaria, maternità e un nuovo mondo femminile, in cui le donne sole avevano ormai l’opportunità di lavorare e badare a sé stesse, purtroppo non portando i propri figli con sé per motivi “moralistici”.
In un clima di transizione tra la tradizione più ossequiosa e il nuovo che avanza, la famiglia Graziadei è una versione cinematografica del “Piccolo mondo antico” che nella lentezza non casuale delle scene, evoca un ritmo della vita che stentava ad evolversi nonostante i cambiamenti della società.
Delpero offre un ritratto autentico del tempo e dei personaggi grazie a delle inquadrature molto intimiste e a recitazioni spontanee, attraverso un vernacolo coinvolgente e sanguigno, in cui i pensieri si dipanano in maniera naturale, soprattutto nei piccoli interpreti del film.
La bellezza di un film come questo può essere compresa solo se si ha la consapevolezza dell’attento studio storico-antropologico e della riproduzione fedele di mondi lontani nel tempo ma vicini nelle loro volontà di emanciparsi e di realizzare i loro desideri, in un momento cruciale in cui le donne timidamente si affacciavano ad essere altro rispetto alla famiglia, in cui “l’uomo è il timone” ma loro sono la forza primigenia che può cambiare consapevolmente la vita.
Leone d’Argento – Gran premio della Giuria alla Mostra di Venezia 2024
In sala dal 19 settembre 2024.
Vermiglio – Regia e sceneggiatura: Maura Delpero, fotografia: Mikhail Krichman; musica: Matteo Franceschini; scenografia: Sarah Pergher; interpreti: Tommaso Ragno, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Giuseppe De Domenico. Carlotta Gamba, Orietta Notari, Sara Serraiocco; produzione: Cinedora, Charades, Versus Production; origine: Italia/Francia/ Belgio, 2024; durata: 119 minuti; distribuzione: Lucky Red.