Rendez Vous Nuovo Cinema Francese – seconda parte

Come già accennavamo nel nostro primo articolo (https://close-up.info/1906-2/), le donne sono state al centro del Festival Rendez-vous Nuovo cinema francese 2021: donne liberate, indipendenti, coraggiose e intraprendenti.

Una carrellata di attrici che fanno a gara per il posto della più brava e duttile, la più bella e la più naturale, a suo agio nel ruolo. È una battaglia a colpi di spade affilate, espressioni magnetiche, deviazioni pericolose: impossibile scegliere tra Huppert, Béart, Bellucci (per citare le attive da più tempo) e poi le  più giovani:  Alba Rohrwacher (qui alle prese con la lingua francese), Adèle Exarchopoulos (colei che donava il nome al conturbante La vie d’Adèle di Kechiche, 2013), Laetitia Dosch, Nathalie Baye (notissima, in un piccolo ruolo di madre in Garçon chiffon), Laura Calamy (la spiritosissima Noémie di Dix pour cent”) e Adèle Haenel (riconosciuta, tra le primissime volte, dagli spettatori italiani nel magnifico La ragazza senza nome di Jean-Pierre e Luc Dardenne, 2016).

Isabelle Huppert ha fatto tutto, può fare tutto, crede di poter interpretare ogni ruolo che chiunque al mondo possa scrivere. E lo fa. Ha lavorato con i massimi registi francesi e non , in un elenco interminabile e impressionante. Ne La daronne (Jean-Paul Salomé, 2020), tratto dal romanzo di Hannelore Cayre, è il personaggio di Patience, interprete dall’arabo per le intercettazioni telefoniche della polizia di Parigi nella squadra antidroga. Nel film troviamo anche Hippolyte Girardot che accompagna la protagonista in un piccolo ruolo, quello di Philippe il commissario di polizia innamorato di lei, un po’ fidanzato un po’ no. Un traffico di droga dal Marocco, una empatia innescata quasi per caso con Kadija, una donna – il cui figlio fa da trasportatore per i narcotrafficanti – che lavora nella casa di riposo dove soggiorna la madre (interpretata dall’intensa Liliane Rovere), un profumo di passato che emerge inaspettato, riaccendono storie mai dette, segreti familiari e doppie identità nascoste in una semplice foto di una bella ragazza su una barca al tramonto fatta da un grande fotografo e ricomprata da Patience, ancora squattrinata, in galleria per cinquemila euro. Da lì a diventare la “padrina” dello spaccio locale il passo è breve ma pieno di compromessi.

L’etreinte (Ludovic Bergery, 2020) è la storia di una rinascita: una donna che si affaccia alla mezza età prende in mano la sua vita nonostante tutto le sia crollato addosso: divenuta vedova reagisce, si iscrive all’università nella facoltà di Lettere, si trasferisce a casa di sua sorella, cerca nuovi equilibri vitali. L’inquietudine però non l’abbandona: ha bisogno di ritrovare il piacere del corpo, anche attraverso esperienze rischiose, riappropriandosi del passare del tempo. Emanuelle Béart spinge i limiti del ruolo con una fisicità fremente e libera che l’ha, da tempo, eletta a attrice versatile e ambiziosa, come dimostra una lunga ed eclettica carriera che era cominciato da Un cuore in inverno (1992) di Claude Sautet  per finire adesso con questo L’etreinte.

La forza della vita scorre in Antoinette dans les Cévennes (Caroline Vignal, 2020), un film leggero e divertente, fuori dagli schemi, di cui abbiamo scritto separatamente per la sua uscita italiana con il titolo Io, lui, lei e l’asino ( https://close-up.info/1981-2/).  Una sceneggiatura elegante disegna un personaggio femminile insolito, fuori dai cliché della zitella triste che si piange addosso: la parola d’ordine è “reagire” e ad azione risponde reazione, così nasce un movimento sano verso la natura, umana ed esterna. Le donne capiscono e prendono decisioni ponderate, considerano gli altri, li guardano, li amano con il rispetto di chi ha sofferto per prime.

Però la vita è anche misteriosa e sottintesa: non tutto appare chiaro e limpido alla luce del sole, le corrispondenze esistono, le esistenze si rispecchiano, le somiglianze confondono e portano lontano, dove forse non si sarebbe arrivati mai. In Les héros ne meurent jamais (Aude Léa Rapin, selezionato alla “Semaine de la Critique ” di Cannes 2019) Adèle  Haenel interpreta Alice una regista mentre Jonathan Couzinié è Joachim, un giovane attore. Il ragazzo viene aggredito per la strada da uno sconosciuto e scambiato per un soldato di nome Zoran, morto in Bosnia proprio il giorno della nascita di Joachim, il 21 agosto 1983, alle parole: “Assassino! Hai ucciso troppe persone, almeno sei morto anche tu”. A questo punto la vita dei due protagonisti non è più come prima: presi dalla curiosità, avvinti dal mistero, sconvolti dalla coincidenza decidono di intraprendere un viaggio per i Balcani e girare un film sulla reincarnazione. Niente è come sembra, sotto i legami sono differenti, la Bosnia è diffidente, maceria dentro e fuori, Joachim soffre davanti a tutte le tombe che incontra, la vita però ancora lo tiene appeso a lei.

A conclusione: emozioni di molti generi diversi hanno albergato i cuori di tutti gli spettatori passati al Cinema Nuovo Sacher di Roma tra mercoledì 9 e domenica 13 giugno: per prima l’emozione della magnificenza dell’immagine proiettata su uno schermo, casse ai lati e davanti e dietro, circondano la persona di spari e urla e pianti e sciabordii e ruote che scivolano sul sentiero bozzuto, canzoni al microfono, voce fuori campo con pensieri e poesia, lo scricchiolio delle assi del pavimento di legno, un passaggio aereo in lontananza, l’acqua mentre si sciacqua una tazzina, i soldi contati da un marchingegno elettronico, le frenate, la sirena della polizia: l’audio, quanto l’immagine visiva, partecipa al gioco del coinvolgimento dello spettatore in sala.

Si può fare di tutto per riprodurlo in casa ma non sarà mai la stessa cosa. Cinema è condivisione: tosse del vicino di poltrona, soffiate di naso, teste davanti che si muovono e oscurano la visione parzialmente. E i commenti all’uscita, in questo caso gli attori e i registi che sono venuti a raccontare la loro esperienza, l’interprete, gli scherzi tra chi parla e chi traduce. Tutto questo a casa non c’è. Andiamo al cinema, è troppo più bello.

 

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