Remake o omaggio? Già il dubbio salva una situazione spinosa nella quale la pellicola rischia di infilarsi nel rifare il film che nel 1974 aveva scalato il botteghino e lanciato le figure di Terence Hill e Bud Spencer. Era un’opera nella quale pugni e botte si sprecavano, ma dai rumori stessi – nonché dai voli che seguivano – si capiva che non c’era nulla da temere né per i personaggi, cattivi o buoni che fossero, né per gli spettatori. Un ambiente sicuro per tutti, insomma, nel quale l’obiettivo della mitica coppia era un’automobile dal nome buffo e il mezzo per arrivarci schiaffoni e salsicce.
Il remake (reboot?) datato 2022, Altrimenti ci arrabbiamo!, per la regia degli YouNuts!, ne riprende lo spirito, la sofficità, gioca d’anticipo affidandosi al rispetto del citazionismo e punta sul sostegno dei personaggi secondari. Per il duo protagonista, be’, è un altro discorso. Quella dovrebbe essere una questione di chimica.
Due ragazzi, Sorriso (Alessandro Roia) e Carezza (Edoardo Pesce), figli di un meccanico, saltano sulla Dune Buggy del padre e partono per la campagna. Fanno pochi chilometri perché poi se la giocano a carte (contropartita una moto altrettanto fiammante) e inevitabilmente la perdono. La rivedranno solo una decina di anni dopo quando se la contenderanno, questa volta fra loro, in una gara di rally alla quale arriveranno primi, a pari merito. E allora chi se la tiene?
Sfida a salsicce e birra, o almeno tentativo di sfida perché l’auto sparisce e a guidarla è Raniero (Francesco Bruni), figlio del cattivo Torsillo (Christian De Sica), speculatore megalomane che si sta comprando il circo di Miriam (Alessandra Mastronardi). Gli schieramenti sono allora fatti: da una parte i circensi con la mitica coppia al seguito e dall’altra parte la famiglia Torsillo con teppisti motorizzati guidati da Scajone (Massimilino Rossi), in pratica il sacco di pugilato preferito da Carezza. Perché? Perché la Dunne Buggy non viene restituita (almeno a dimensioni normali) e il duo la vuole a ogni costo, «altrimenti…non ci ho pensato». Per ora, almeno.
Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, in arte YouNuts!, s’immergono in un immaginario dagli angoli smussati e superfici in gommapiuma, lo fanno sapendo di non avere quella materia prima che è in sé introvabile e irrecuperabile: Terence e Bud. Puoi infatti tentare di riprodurne le gesta, il carattere di ognuno e le dinamiche della coppia, eppure già sai che non sarà mai migliore o peggiore dell’originale, bensì – nelle intenzioni – o totalmente differente o totalmente simile. Qui si è optato per la seconda opzione, o perlomeno il tentativo, perché la chimica di una coppia non la si progetta, men che meno la si può copiare o riprodurre.
Per questo motivo i registi scelgono saggiamente di non fare all-in sulla scelta e la recitazione dei protagonisti, Alessandro Roia ed Edoardo Pesce, che appunto si limitano a citare gli originali, bensì giocano lateralmente: portano sulla scena dei caratteri forti che lavorano i fianchi e sostengono la creazione nonché la credibilità delle circostanze che i due, gli autentici, costruivano da soli. In questo, sempre all’interno di una manovra d’omaggio, il film può dirsi abbastanza riuscito.
Mastronardi è perciò efficace nel suo ruolo da donna che sa il fatto suo e De Sica è un buon cattivo che non fa mai paura e in un certo qual modo fa anche ridere. Certo, ormai pare che a De Sica non si chieda più tanto di fare un personaggio, piuttosto di essere se stesso, o meglio quel tipo di comicità che lui ha fondato e che ormai gli fa da seconda pelle accompagnandolo ovunque. È il personaggio che veste Christian e non Christian che veste il personaggio, e tutto sommato si può ammettere che al tono generale si amalgama bene. Ovviamente, ciò è anche sintomatico del livello di comicità proposto. Rimane tuttavia una storia caruccia che nell’ambientazione del circo trova un terreno fertile per quella trama inoffensiva che non è servita da sberle pugni bottiglie infrante bensì è al servizio di sberle pugni bottiglie infrante.
Altrimenti ci arrabbiamo! è quindi una pellicola che brilla per la bontà piuttosto che per la bellezza. Quella bontà che però non appartiene al remake o al reboot ma all’omaggio, e quindi tanto si perdona in misura a quanto si riconosce. Per chi invece non riconosce la citazione, be’, è un altro discorso (purtroppo), e ci si affida a De Sica. Si apprezza a ogni modo la mossa del cavallo operata che riporta a un facsimile di quell’atmosfera tanto amata nel film originale. Quella c’è tutta, con l’aggiunta di una componente fumettistica che la sostiene con furbizia in alcuni passaggi narrativi nei quali un’aggiunta di olio non fa mai male.
Alla fin fine, insomma, tutto si risolve, non solo con il ritrovamento della contesa Dune Buggy ma anche con una rinata identità che si fa risposta completa all’ennesima provocazione: «altrimenti…altrimenti ci arrabbiamo». Ok, ora ci siamo.
Dal 23 marzo al cinema
Altrimenti ci arrabbiamo! – regia: Antonio Usbergo, Niccolo Celaia, YouNuts; sceneggiatura: Vincenzo Alfieri, Giancarlo Fontana, Tommaso Renzoni, Giuseppe Stasi; fotografia: Leonardo Mirabilia; montaggio: Vincenzo Alfieri; scenografia: Fabrizio D’Arpino; costumi: Noemi Intino; musica: Francesco Cerasi; interpreti: Edoardo Pesce, Alessandro Roia, Alessandra Mastronardi, Christian De Sica; produzione: Leone Film Group / Compagnia Leone Cinematografica, Lucky Red; origine: Italia, 2022; durata: 90’; distribuzione: Lucky Red.