Bones and All di Luca Guadagnino

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Ispirato all’omonimo libro della scrittrice statunitense Camille DeAngelis Fino all’osso (Panini Books, 2015), Bones and All era uno dei due film di registi italiani in Concorso alla scorsa Biennale 2022 ad essere stato  girato negli States con attori americani (oltre a Monica di Andrea Pallaoro) e aveva ricevuto alla prima pubblica veneziana, un accoglienza contrastata.
D’altronde non potrebbe essere diversamente dato che l’autore, il palermitano, classe 1971, Luca Guadagnino, giunto al suo settimo lungometraggio, è sempre stato un regista eclettico e divisivo, che in generale, nel bene e nel male, con i suoi film non ha mai lasciato indifferenti o amorfi pubblico e critica. E ce lo conferma ancora, in questa sua seconda, migliore incursione nel terreno dell’horror dopo il precedente  Suspiria (2018) – remake dal cult movie di Dario Argento (1977) – che personalmente poco ci aveva convinto.

In Bones and All non siamo più negli anni Settanta all’epoca dell’emergenza terroristica come in Suspiria ma circa un decennio dopo nella tarda era edonistica di Ronald Reagan 40º presidente degli Stati Uniti d’America dal 1981 al 1989. Tale spostamento temporale non è un fattore banale e poco importante proprio perché il tono del film è sostanzialmente declinato non tanto alla drammaticità degli eventi orrorifici quanto a un più morbido romanticismo adolescenziale – alla Twilight (2008) di Catherine Hardwicke, ma solo tanto per intenderci -, malgrado alcune (alla fine poche) sequenze piuttosto crude.
Come, ad esempio quella iniziale dove scopriamo che la protagonista Maren (Taylor Russell) è una cannibale la quale, abbandonata dal padre, si deve nascondere e fuggire dal mondo dei “normali”. Inoltre non ci sembra un caso che proprio del 1987 sia la straordinaria opera di debutto di Kathryn Bigelow Il buio si avvicina (Near Dark) che sembra aver costituito una delle fonti di ispirazione dell’opera di Guadagnino (e/o del suo sceneggiatore David Kajganich oppure a monte della Camille DeAngelis), per altro da sempre un regista colto e molto cinefilo. Anche in quel film che a suo tempo lontano aveva rivelato lo straordinario talento della filmmaker californiana, raccontava l’amore che divampava tra un giovane e una ragazza vampiro dentro la struttura narrativa del road movie. E proprio a proposito di questo genere fondante la “New Hollywood” non possiamo dimenticare – sempre a proposito di ricordi cinefili – lo storico Easy Rider (1969) diretto e interpretato da Dennis Hopper dove due motociclisti (e l’avvocato alcolizzato alias Jack Nicholson) viaggiano attraverso gli Stati Uniti d’America da Los Angeles alla Louisiana a bordo dei loro chopper. Le loro discussioni notturne ci ha ricordato una delle sequenze più belle di Bones and All nel quale i due protagonisti incontrano nella notte un gruppo di altri “cannibali” da cui riescono a sfuggire.
Ma dopo questa premessa veramente troppo lunga veniamo al sodo del film di Luca Guadagnino in cui Maren, una diciottenne che sta imparando a sopravvivere ai margini della società dato il suo endemico, connaturato cannibalismo, incontra un suo simile, Lee (Timothée Chalamet), un altro adolescente cannibale come lei, ferito dall’esistenza ma dai grandi slanci e sentimenti profondi. Trai due nasce un amore complesso e contrastato, con tanti incontri ed altrettanti abbandoni, in una viaggio-odissea di Stato in Stato, in lungo e in largo nella provincia americana..
A dispetto di tutti gli sforzi profusi, le strade solcate li riconducono, però, sempre al loro terrificante passato da cui non sembra possibile uscire. E soprattutto potrà il loro amore di “diversi” sopravvivere alle prove che il destino riserva loro? L’inquadratura finale (chissà come interpretarla?) lascia aperto il quesito.

Film autoriale ma anche di genere, insieme un po’ l’uno e un po’ l’altro mai in maniera veramente decisa (e questo ci sembra il suo limite maggiore), Bones and All si situa pur con diverse debolezze e incongruenze di sceneggiatura, comunque, tra i film più riusciti di Luca Guadagnino, anche grazie ad un cast assolutamente funzionale all’impresa e di grande bravura oltre ad una qualità di messa in scena sempre al di sopra della media. Dopo aver ottenuto a Venezia un duplice riconoscimento (il Leone d’argento alla regia e il Premio Marcello Mastroianni a Taylor Russell) adesso esce in sala e potrebbe riscuotere un successo con il pubblico giovanile per il suo romanticismo adolescenziale e l’amore che trasmette verso i suoi protagonisti. Ce lo auguriamo vivamente.    

In sala dal 23 novembre 2022


Bones and All  – Regia: Luca Guadagnino; sceneggiatura: David Kajganich; fotografia: Arseni Khachaturan; montaggio: Marco Costa; scenografia: Elliott Hostetter; costumi: Giulia Piersanti; musica: Trent Reznor, Atticus Ross; interpreti: Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon Green, Jessica Harper, Jake Horowitz, Mark Rylance, Francesca Scorsese; produzione: Frenesy Film Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures – società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in collaborazione con SKY; origine: Italia/Usa, 2022; durata: 130; distribuzione: Vision Distribution.

 

 

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