Comandante di Edoardo De Angelis

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Sintetica ma necessaria premessa: proprio all’inizio  della Seconda guerra mondiale – l’epoca in cui si svolge anche Comandante di Edoardo De Angelis – e per la precisione nel lontano 1941, un ufficiale della Marina italiana Francesco De Robertis girava Uomini sul fondo con Roberto Rossellini come assistente alla regia. Non sono certo che sia stato il primo film italiano ambientato in un sottomarino – forse sì, forse no – certo è, invece, che è restato nella Storia del cinema, con il suo stile asciutto e non patetico, una delle opere che hanno anticipato di lì a poco (o addirittura iniziato) il Neorealismo. Questa notazione storica solo per dire che nel DNA della nostra cinematografia i sottomarini non sono una assoluta novità come si sarebbe tentati di pensare. Altrettanto certo, comunque, che questo sottogenere del film di guerra altrove nel mondo abbia conosciuto delle opere veramente importanti che si conoscono più che bene, buon ultimo e discreto esempio Kursk (2018) di Thomas Vinterberg recuperato qualche mese fa al mercato delle nostre sale. Detto ciò, veniamo a noi e a questa storia effettivamente accaduta.

Pierfrancesco Favino e Silvia D’amico

In un periodo che è – anno più anno meno – lo stesso del film di Francesco De Robertis, seguiamo la vicenda del capitano di corvetta della Regia Marina Salvatore Todaro (interpretato da Pierfrancesco Favino), un personaggio storico, un militare di carriera siciliano realmente esistito (1908-1942): prima lo conosciamo in breve nella sua vita privata, con la moglie, i dolori alla schiena e l’ipotesi di un possibile prepensionamento ma poi, all’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, vediamo il vecchio lupo di mare partire in missione al comandando del sommergibile Cappellini. La sua nave riesce ad uscire dal Mediterraneo e a superare il “culo di gallina” dello stretto di Gibilterra, rischiando di essere affondato dal nemico inglese – e qui primo paragone perdente con U-Boot 96: la sequenza dei pericoli incontrati nell’attraversamento dello Stretto è molto meno spettacolare ed emozionante del film di Wolfgang Petersen realizzato nell’ormai lontano 1981.

Ma arriviamo al clou della storia che è stata seguita con grande attenzione alla realtà dei fatti dalla sceneggiatura di Edoardo De Angelis realizzata insieme allo scrittore Sandro Veronesi: nell’ottobre del 1940, navigando nell’Atlantico, il sommergibile incrocia un mercantile nel buio della notte che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà essere di nazionalità belga (in quel momento nazione ancora neutrale) e che per prima apre il fuoco contro il Cappellini. Nella breve ma violenta battaglia che si infiamma, la nave nemica viene affondata ed è, a questo punto, che Todaro, optando per la legge del mare e non per quella crudele della guerra (come facevano gli alleati nazisti), prende una decisione fondamentale: quella di salvare i naufraghi. Che sarebbero condannati a morte certa ad affogare nell’Atlantico, se fossero lasciati in mare aperto dove non c’erano altre navi in grado di salvarli. La decisione, accogliendoli a bordo per poterli sbarcare nel porto sicuro più vicino nelle Azzorre, comportava però la necessità di navigare procedendo in emersione, esponendosi così al nemico inglese e quindi alla possibilità di mettere a repentaglio la vita del natante e del suo equipaggio. La marina inglese, però, li intercetta … ma da questo momento in poi, per non spoilerare troppo la trama, tralasciamo quanto successivamente viene narrato.

Si resta, a dir poco, piuttosto perplessi  a voler valutare il film di De Angelis che, pensato e ideato qualche anno fa e fatto da cineasti certo non di destra, sembra incontrare il poco simpatico mood guerresco attuale. Non che in Comandante – a cui non ha probabilmente giovato il suo posizionamento come opera d’apertura del Concorso alla passata Mostra di Venezia – manchino momenti emozionanti e delle belle sequenze spettacolari dentro un ordito narrativo fortemente segnato dalla presenza e dalla recitazione del personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino. Al tempo stesso, però, il film ci appare anche – soprattutto nel finale – non esente da una certa retorica patriottica – un lato invece assente in U-Boot 96 che si basava anch’esso su esperienze realmente vissute dallo scrittore Lothar-Günther Buchheim durante la Seconda guerra mondiale, dal cui libro era tratto il film di Wolfgang Petersen e che, a suo tempo, aveva prodotto molto scalpore  in Germania.

Alla Prima sul Lido di Venezia, Comandante  – un film scorrevole quanto contraddittorio, comunque nel complesso poco noioso e ben recitato da un cast solo al maschile visto il suo soggetto – non è stato accolto in maniera molto favorevole e anzi aveva destato qualche polemica. Probabilmente a ragione, a nostro giudizio – ma lasciamo decidere coloro che lo vorranno vedere adesso che esce in sala – perché non siamo affatto convinti che, come dichiarato, riesca a centrare il suo obbiettivo di fondo. Cioè raccontare e dimostrare come “Chi salva un solo uomo, salva l’umanità” dato, sono parole di Salvatore Todaro, che “gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà alle spalle” – intendendo così, noi, “italiani brava gente”. Ora in un epoca dove si lasciano tranquillamente affogare a mare i migranti nel Mare Nostrum, sarebbe questa una lezione assolutamente da prendere alla lettera e da imitare. E a ciò hanno mirato – pensiamo – i nostri autori quando lo hanno ideato e realizzato. Ma a tale scopo sarebbe occorsa buttare a mare parecchia zavorra ideologica, per far viaggiare molto più speditamente il Cappellini, il nostro sottomarino di salvataggio umanitario.

In sala dal 31 ottobre 2023


Comandante – Regia: Edoardo De Angelis; sceneggiatura: Sandro Veronesi, Edoardo De Angelis; fotografia: Ferran Paredes Rubio; montaggio: Lorenzo Peluso; musiche: Robert Del Naja; scenografia: Carmine Guarino; interpreti: Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh, Silvia D’Amico, Arturo Muselli, Giuseppe Brunetti, Gianluca Di Gennaro, Johannes Wirix, Pietro Angelini, Mario Russo, Cecilia Bertozzi, Paolo Bonacelli; produzione: Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri), O’ Groove (Pierpaolo Verga, Edoardo De Angelis), Rai Cinema (Paolo Del Brocco), Tramp (Attilio De Razza), Vgroove (Mariagiovanna De Angelis), Wise Pictures (Antonio Miyakawa); origine: Italia, 2023; durata: 120 minuti; distribuzione: 01 Distribution.
Foto: Enrico De Luigi.

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