Festa del Cinema di Roma: La cura di Francesco Patierno (Concorso)

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Dopo aver diretto i documentari Diva! (2017) e Camorra ( 2018) e dopo il riconoscimento come migliore regia al Roma fiction festival nel 2009 per la serie Donne Assassine, adattamento italiano del format argentino Mujeres Asesinas, diretta a quattro mani con Alex Infascelli, Patierno torna sul grande schermo con una rilettura contemporanea di La peste di Albert Camus richiamando lo spettro, mai del tutto vanificato, della paura e della solitudine nel pieno del lockdown.
La peste nel noto romanzo di Camus era un inarrestabile virus capace di seminare morte e distruzione e la città diventava il teatro dove si consumavano inevitabilmente le tragedie di un’umanità divisa tra disperazione e speranza.
Così, una Napoli ferma e immobile diventa uno spazio fuori dal tempo in cui, in maniera ansiogena e disordinata, si consumano diverse prospettive umane legate al virus e alla distruzione.
Napoli, in pieno lockdown è deserta e desolata, con i suoi vicoli tristi perché non pieni di colore e poco affollati, la stazione è vuota e l’ospedale diventa il luogo non luogo dove si consuma la paura del contagio e l’ impotenza di fronte a un virus che è ancora misterioso e poco conosciuto.

Unico rifugio, mentale e psicologico, soprattutto, è un tuffo in mare per un risveglio liberatorio dal torpore e dalla desolazione.
E intanto i morti continuano a salire.
Attorno alla figura di Bernard, medico scrupoloso e illuminato, si intrecciano storie di solitudini umane in una città spettrale in cui le voci di una troupe che sta girando un film sulla peste si confondono con il disorientamento della gente comune, i volontari, i medici e con gli accenni di follia di un isolamento che somiglia sempre di più a una reclusione.
Bernard deve curare la gente comune ma soffre in silenzio perché ha accanto una donna malata che è lontana da lui. Triste destino dover prendersi cura di tutti gli altri, ma non della donna amata.
Un uomo disperato urla di notte per strada, c’è chi vuole scappare dalla città perché si sente soffocare ma decide di restare perché si rende conto, in fondo, di voler affrontare tutto questo con gli altri, che ci sembrano sempre più vicini.
Un uomo, Antonio, abbandonato dalla moglie è disperato perché incapace di trovare le parole giuste per lei. Come un chiodo fisso, torna ogni tanto a scrivere una lettera e con il pensiero sogna sua moglie Maria, perché gli affetti in questo momento riscaldano più di ogni altra cosa.
Patierno, con un racconto disperato ci consegna una coralità capace di creare sguardo dopo sguardo, un quadro umano frammentato, poco chiaro e sfilacciato, ma pieno di emotività e di carica ansiogena.
In un caos pieno di paura e di inconsapevolezza, la struttura emotiva su cui si regge il film sono il pathos e il senso di sotterraneo soffocamento di chi cerca ansiosamente una via d’ uscita, una salvezza, o forse la cura a un male che sembra incurabile.


La curaRegia: Francesco Patierno; Sceneggiatura:Francesco di leva, Andrej Longo, Francesco Patierno; fotografia: Paolo Pisacane; montaggio: Simone Veneroso; interpreti: Francesco Di Leva, Alessandro Preziosi, Francesco Mandelli, Cristina Donadio, Andrea Renzi, Antonino Iuorio, Peppe Lanzetta, Ernesto Mahieux, Giuseppe D’Ambrosio, Eliana Miglio, Maritè Musella, Giancarlo Cosentino, Francesco Biscione, Margherita Romeo, Viviana Cangiano, Francesca Romana Bergamo, Vincenzo Del Prete, Pio Del Prete, Ramon D’Andrea, Giuseppe Cirillo; produzione: Run Film in associazione con In Between Art Film origine: Italia, 2022; durata: 87′

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