Per gli strani scherzi dei destini dei palinsesti festivalieri, capita – com’è avvenuto questo anno a Venezia con le aperture delle due principali sezioni officiali della Mostra – che nello stesso giorno passino film che trattano lo stesso argomento, anche se ovviamente in maniera radicalmente diversa l’una dall’altro. È capitato con Nonostante, opera seconda di Valerio Mastandrea, con cui “Orizzonti” ha aperto le danze e che tematicamente, al pari di Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton, tratta del rapporto tra vivi e morti. C’è comunque da aggiungere che anche nel precedente film del noto attore (e regista) romano, Ride (2018), qualcosa di simile veniva narrato: lì nessuno rideva, dato che si partiva da una situazione di lutto di una famiglia per cercare di elaborarlo. Oltretutto le location erano simili, nella precedente opera-prima la storia si svolgeva a Nettuno, questa volta invece a Ostia, due città balneari nelle vicinanze di Roma.
All’inizio vediamo sfrecciare, intrufolandosi dentro e fuori un ospedale, un elegante figura molto distinta, interpretata dallo stesso Mastandrea, che senza mostrare troppe preoccupazioni parla, si muove, interloquisce con altre persone. Sarà un medico importante, un dirigente di spicco o qualcosa di simile? Piano piano però capiamo che c’è qualcosa di strano nella sua situazione che veniamo scoprendo. Lui, però, sembra a suo agio in quella condizione di spirito (in tutti i sensi) che comprendiamo essere quella del trapasso tra la vita e la morte. Anche se poi si trova a avere qualche scambio di opinioni con altri degenti che lo circondano o lo incontrano – alcune piacevoli, altre meno.
Tuttavia, questa routine che scorre senza troppi intoppi, si interrompe bruscamente quando una nuova paziente (Dolores Fonzi) viene ricoverata nello stesso reparto e gli porta via la stanza. È una persona irrequieta, affascinante ma anche aggressiva, in ogni caso non disposta ad accettare niente di quella condizione, soprattutto le regole non scritte. Vuole abbandonare il prima possibile quel posto, migliorando o addirittura peggiorando la sua condizione. Vuole vivere come si deve oppure morire, interrompendo la strana storia di chi finisce in quell’interregno tra la vita e la morte.
Lui viene travolto da quel furore vitale, prima cercando di difendersi e di mettere ai margini la ragazza ma poi trovandosi ad accettare quanto, all’inizio, gli sembrava un che di incomprensibile – insomma un incontro tanto fatale quanto irreversibile che gli insegnerà ad affrontare veramente le emozioni profonde e le ragioni del cuore. Insomma, per usare le parole dello stesso Mastandrea che ha scritto il film insieme a Enrico Audenino: “Raccontare una storia d’amore come quelle che scoppiano improvvisamente a una festa di scuola, di pomeriggio, a casa di sconosciuti, dove ti innamori senza un motivo reale e ti accorgi che la vita da quel giorno non sarà più la stessa”.
Tornando con la memoria al cinema di casa nostra che ha raccontato una argomento in qualche maniera simile, mi sovviene, in primis, il lontano nel tempo Fantasmi a Roma (1961) di Paolo Pietrangeli o più di recente qualche opera di Paolo Genovese come The Place ( 2017) oppure Il primo giorno della mia vita (2023).
Mastandrea ha, però, voluto raccontare qualcosa di diverso. C’è molta voglia di tenerezza e di amore nell’opera del regista romano ma ci sembra che tutto ciò sia stato poco elaborato in questo suo ultimo lavoro. Molti discorsi e dichiarazioni di principio nei dialoghi, al solito troppa musica d’accompagnamento, anche eleganti piani sequenza, tuttavia ci sembra che Nonostante non graffi, non riesca mai a raggiungere quella profondità di emozioni che vorrebbe suscitare – come già accadeva in parte anche in Ride. Devo aggiungere, comunque, che intorno a me c’era chi si è commosso e lo ha apprezzato, non però nel mio caso, pur riconoscendone la qualità della recitazione collettiva – in particolare quella di due ottimi attori come Lino Musella o Laura Morante oltre allo stesso Mastandrea – o della messa in scena. Peccato.
Nonostante – Regia: Valerio Mastandrea; sceneggiatura: Enrico Audenino, Valerio Mastandrea; fotografia: Guido Michelotti; montaggio: Chiara Vullo; musiche: Tóti Guðnason; scenografia: Roberto De Angelis; costumi: Veronica Fragola, Carlotta D’Alessio; interpreti: Valerio Mastandrea, Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Justin Alexander Korovkin, Barbara Ronchi, Luca Lionello, e con Laura Morante; produzione: HT Film, Damocle, Tenderstories, Rai Cinema; origine: Italia, 2024; durata: 93 minuti; distribuzione: BIM Distribuzione.