Fin dai suoi esordi la foggiana Luna Gualano (classe 1981) è stata una filmmaker multitasking che ha spaziato e spazia in molti mestieri del cinema: attrice, regista, produttrice, scrittrice, sceneggiatrice, montatrice e last but not least autrice di effetti speciali. Ma è sempre rimasta fedele alle sue origini di regista di videoclip e diversi spot pubblicitari. Non ci si meraviglia allora che il suo mondo mediale fin dal debutto nel lungometraggio, dieci anni fa, con Psychomentary (2013) sia legato ad un approccio molto pop e coloratissimo, né ci sorprende il fatto che prediliga il genere di una scanzonata e divertita Fantasy, non particolarmente frequentato dalla cinematografia di casa nostra. Ora al suo terzo film, La guerra del Tiburtino III, prodotto da nomi di punta come Carlo Macchitella, i Manetti Bros o Pier Giorgio Bellocchio e caratterizzato dalla fotografia sgargiante di Giuseppe Chessa, conferma le ascendenze e le passioni di sempre di Luna Gualano nell’offrirci un vivace, a tratti spassoso mix di commedia e spunti fantascientifici.
Già dal titolo, si intuisce che il suo film è ambientato nell’estrema e degradata periferia romana, appunto nel “famigerato” Tiburtino III che una razza aliena e cattivella ha scelto di prendere come primo fortilizio per invadere il pianeta terra. Infatti, una notte – proprio all’inizio del film – Leonardo De Sanctis (Paolo Calabresi), il padre di Pinna (Antonio Bannò), un giovane spacciatore di zona, raccoglie un piccolo meteorite, lo porta a casa ignaro che in esso si cela un verme verde tanto schifido quanto pericoloso. Che di notte entra nel naso dell’uomo e lo trasforma in un alieno conquistatore: a questo punto Leonardo, pochissimo considerato in famiglia e malsopportato dalla moglie parrucchiera casalinga (una efficace Paola Minaccioni), si trasforma in un improvvisato capopopolo del quartiere che dietro suo ordine viene chiuso al mondo circostante con delle barricate. E qui subito una licenza poetica: non si capisce perché, pur dopo un intervento in loco del ministro degli interni (comparsata di Pier Giorgio Bellocchio), la polizia tolleri e non ristabilisca la naturale circolazione e i collegamenti con la città ma non fa niente. Isolati dall’esterno gli alieni si moltiplicano, sempre tramite il contagio via naso, sin quando non interviene una giovane e celebre fashion blogger, Lavina Conte (Sveva Mariani), di Roma Nord in crisi di like e follower su internet che, appresa la notizia dalla tv, decide di fare un servizio sul caso riuscendo ad entrare nel quartiere barricato. Li conosce Pinna e il suo amico del cuore Panettone, trova aiuto e conforto nella barista nera Chanel (Francesca Stagni) e a questo punto il gruppo può partire alla caccia degli alieni che si stanno impossessando dei corpi dei vari abitanti. Il resto – e ciò diventerà il clou del film che allora comincia effettivamente a decollare – è facilmente intuibile.

Al pari di Jules di Marc Turtletaub – anch’esso passato alla Festa di Roma dove ha vinto il premio “Ugo Tognazzi” come migliore commedia –, anche nel film di Luna Gualano c’è un certo occhieggiare alla fantascienza ingenua degli anni Cinquanta, oltre a tante suggestioni dai b-movie horror americani (tipo lo spunto dei vermi alieni che penetrano nei corpi dei malcapitati).
Quanto caratterizza in positivo La guerra del Tiburtino III è la capacità di creare dei caratteri ben definiti, a volta ambivalenti e divertenti tipo quello della blogger Lavinia della quale, a parte il suo fascino indubbio, non sempre si capisce se sia un po’ scema o ci faccia (seconda ipotesi molto più probabile come dimostra il finale). Non siamo certo ai livelli di film come nei lontani anni Settanta la celebre Torta in cielo (1973) di Lino Del Fra che oltretutto aveva alle spalle il racconto di Gianni Rodari, ma il terzo lungometraggio di Luna Gualano fa sua una certa grazia narrativa, aggiornata ai tempi di oggi, del grande degrado urbano e del mondo di internet. È un’opera in cui, al di là di tante ingenuità della trama, risalta soprattutto per l’interpretazione di tutto il cast e in particolare dal terzetto giovane composto da “Pinna” Antonio Bannò, Sveva Mariani e Francesca Stagni (oltre alle comparsate di Francesco Pannofino o Carolina Crescentini). Insomma, da buttarci un occhio complice.
In anteprima alla Festa di Roma/Alice nella città (Concorso Panorama Italia).
In sala dal 2 novembre
La guerra del Tiburtino III – Regia: Luna Gualano; sceneggiatura: Emiliano Rubbi, Luna Gualano; fotografia: Giuseppe Chessa; montaggio: Luna Gualano; musica: Emiliano Rubbi; interpreti: Antonio Bannò, Sveva Mariani, Paolo Calabresi, Paola Minaccioni, Francesca Stagni Federico, Majorana, Alessio De Persio, Giulia Ricciardi, Aurora Calabresi, Karim Bartoli “Brigante”, Giulia Gualano, Pier Giorgio Bellocchio, Veronika Logan, Francesco Pannofino, Carolina Crescentini; produzione: Carlo Macchitella, Manetti Bros e Pier Giorgio Bellocchio per Mompracem con Rai Cinema; origine: Italia, 2023; durata: 95 minuti; distribuzione: Fandango.