Un poliziotto è vicino alla pensione: dopo 35 anni di servizio senza mai sparare a un uomo, è arrivato il tempo di dedicarsi alla famiglia, alla amata moglie Viviana (Linda Caridi), alla figlia che studia all’estero. Si chiama Franco Amore (Pierfrancesco Favino), lo mettono in mezzo dicendo ‘amore, di nome e di fatto ‘. Nelle prime immagini, dopo una lunga perlustrazione sulla città di Milano vista dall’alto, la macchina da presa entra, dalla finestra, dentro una festa a sorpresa in un appartamento. Bottiglie si stappano, la musica suona, un’atmosfera tipica di un allegro convivio con tutti i crismi, compreso bambino annoiato che spara con una pistola giocattolo. Manca solo il festeggiato che, in tuta da ginnastica, arriva nella casa buia e, commosso, riceve tutto l’affetto dei suoi amici.
Da questo incipit parte una storia che manderà a monte ogni idea precostituita uno spettatore si possa essere fatto. L’ultima notte prima del pensionamento (che dà il titolo al film) succederà di tutto: diventerà la peggiore dell’intera carriera del tenente, lo farà pentire di una sua scelta, lo porterà a un riscatto morale inaspettato per un tipo come lui.
Franco Amore sta scrivendo il discorso di addio all’arma, da giorni lo prova vergandolo su un blocchetto di carta e rileggendolo ad alta voce mentre aspetta in macchina il cugino della moglie, losco affarista: l’uomo porterà alla rovina Amore, facendo solo i suoi interessi finanziari.

Ha un leale amico in Dino (Francesco Di Leva), un collega vedovo con figlio a carico: pranzano insieme, si confessano, scherzano. Coinvolgerlo nell’azione illegale sarà un peso che non dimenticherà. L’onore, la fierezza di essere brave persone, la crudeltà gratuita, il tradimento dei patti, il regolamento di conti: moltissimi temi girano attorno alla notte finale del servizio di Amore.
Girato quasi solo in notturna, in una città algida e caotica, governata dai cinesi, la macchina da presa segue col fiato sul collo il protagonista, caduto in maniera ingenua in una trappola malavitosa (“dicono tutti che è un poliziotto onesto ma vigliacco”) senza la possibilità di un happy ending. Thriller ad alta tensione, non lascia spazio a sospiri di sollievo: colpi di scena si sovrappongono in un continuo ritmo teso nel montaggio, nella recitazione, nella colonna sonora.

In un gioco di flashback e fast forward per due ore viene raccontata la partecipazione del poliziotto prima ad un salvataggio di emergenza a un vecchio signore cinese in un hotel (con tanto di massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca), di conseguenza la proposta dell’anziano – che è una sorta di boss locale – di un lavoretto facile facile per alzare cinquemila euro (“non faccio salire sulla mia macchina nessuno armato e nulla di illegale” dice Amore prima di lasciarsi convincere), la degenerazione del semplice trasporto di passeggeri in un atto violento che miete vittime innocenti. Prodotto per un pubblico che ama le emozioni forti.
In sala dal 9 marzo 2023
L’ultima notte di Amore – Regia e sceneggiatura: Andrea Di Stefano; fotografia: Guido Michelotti; montaggio: Giogiò Franchini; musica: Santi Pulvirenti; interpreti: Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva, Katia Mironova, Carlo Gallo; produzione: Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli, Fabrizio Donvito, Francesco Melzi d’Eril, Marco Cohen; origine: Italia, 2023; durata: 124’; distribuzione: Vision Distribution.
Capolavoro noir di rara intensità. Favino è Favino.