Basato sulla serie manga di Monkey Punch (nome d’arte di Kazuhiko Katō), Lupin III, a sua volta ispirata all’omonimo personaggio letterario ideato dall’autore francese Maurice Leblanc, Il castello di Cagliostro è stata la prima regia nel lungometraggio d’animazione per il grande Miyazaki Hayao. Il personaggio di Lupin, non era però nuovo al regista che ne aveva da lungo tempo già curato la regia in diversi episodi della serie televisiva fin dal 1971, insieme a registi quali Masaaki Ōsumi e Isao Takahata. Inoltre, Miyazaki oltre a Lupin III aveva concepito e realizzato un’altra importante serie per la tv, Conan, ragazzo del futuro (1978), appena portata a termine. Il film è quindi una produzione che anticipa il lavoro dello Studio Ghibli e anzi, probabilmente sarà proprio dopo questa esperienza che il regista deciderà di fondare insieme al suo maestro Isao Takahata (Una tomba per le lucciole, Pom Poko, La storia della principessa Splendente) la famosa casa di produzione. L’uscita in sala di questi giorni rappresenta il restauro in un qualitativo 4K del film uscito originariamente nel 1979.
Riportiamo, anche se già abbastanza nota la trama. Lupin, il ladro gentiluomo e il suo fedele compagno Jigen riescono a fare un grosso colpo al Casino di Monaco e con la loro Fiat 500 stracolma di banconote in diverse valute se la squagliano all’impazzata intrufolandosi fra le auto in autostrada. Non ci vuole molto tempo perché il fiuto di Lupin riesca a capire che sono false: tutto denaro proveniente dal Capro, il miglior falsario esistente. Lupin, che pur essendo un malandrino, ha un innato senso dell’onore ed è anche curioso, decide di avventurarsi per scoprire l’origine dei soldi falsi. Così i due si mettono sulla strada per il piccolo stato di Cagliostro – di soli 3500 abitanti ma buco nero di falsari, come lo definisce Lupin stesso – e arrivano alla tenuta dell’Arciduca. Sulla strada, come spesso capita ai gentiluomini, che non si tirano mai in dietro né di fronte l’avventura, né di fronte a una bella ragazza in pericolo, i due hanno la possibilità di aiutare la bella e giovane Clarisse, la quale fugge da un matrimonio forzato con lo zio, Conte di Cagliostro. Nonostante ci siano quasi riusciti, una brutta caduta mette fuori uso Lupin e Clarisse viene riportata nella sua prigione alla torre su una strana barca a vapore.
Lupin, come di consueto, non molla, ma anzi chiama a raccolta tutta la sua squadra di amici e non. Lascia il suo biglietto da visita al conte, in modo che l’ispettore Zenigata (Zaza) dell’Interpol, il suo fido antagonista e sempre sulle sue tracce, possa intervenire. Sarà infatti grazie all’intervento di Zenigata che verrà scoperta la fabbricazione delle banconote false. Inoltre, non tralascia di far arrivare l’altro suo amico fedele, il samurai di poche parole Goemon. Probabilmente una delle figure create da Miyazaki che più di tutte deve la sua esistenza al film di Akira Kurosawa, I sette samurai, e che assomiglia all’attore Seiji Miyaguchi: nessuno meglio di lui sa usare la spada.
Rispetto agli episodi della serie televisiva bisogna dire che sicuramente i due fedeli amici hanno qui una parte meno interessante e si accontentano di aspettare e poi eseguire gli ordini di Lupin. Al contrario è l’ispettore Zenigata che, se nella serie viene sempre battuto e rimane a mani vuote, qui nel film, grazie ad una (quasi impossibile!) tregua pattuita con Lupin, acquista in consapevolezza e ottiene una onorevole vittoria contro i falsari e i politici corrotti. Non manca naturalmente Fujiko, la ladra rivale, che come anche nella serie, anticipa Lupin ed è anzi già diventata dama di compagnia della giovinetta Clarisse. Nonostante gli ingegnosi e sofisticati trucchi che permettono a Lupin di penetrare nel castello in barba alla sicurezza del conte, il ladro finisce comunque nelle segrete e nei sotterranei del castello dove sia a lui che a Zaza, non resta che condividere lo spazio con un abbondante numero di vittime e scheletri decrepiti. Nel personaggio di Clarisse invece ritroviamo le caratteristtiche femminili di molte delle protagoniste delle storie successive di Miyazaki, simile alla Lana di Conan o Nausicaa della valle del vento (19 84) con la sua dolcezza ma anche spirito ribelle, coraggioso e combattivo, incarna gli ideali della donna ideale.
Il Lupin del film è meno farfallone di quello della serie ma con una nota di serietà in più, che tende al malinconico, quando ricorda l’incontro con Clarissa ancora bambina e il suo cane. Basti pensare alla frase finale dove se anche Lupin non ha trovato soldi o ricchezza ha comunque rubato un gran tesoro: il cuore di Clarisse. Ma è anche un Lupin geniale nelle sue trovate per raggiungere gli interni della torre e di conseguenza un Miyazaki amante dei meccanismi e delle invenzioni, se pensiamo ai congegni della torre dell’orologio; il regista trasforma il ladruncolo della serie in uno 007 attrezzatissimo e perfettamente in grado di prevedere le mosse dei suoi avversari, sia di Zaza, che del duca.
Un breve accenno merita l’autogiro, la strana macchina volante che il duca usa e Lupin riesce a sottrarre, facendola poi guidare a Zaza, evidenzia l’interesse che fin da giovane Miyazaki ha per tutte le tecnologie che riguardano il volo, e che in ogni suo film ispira sempre nuove creazioni. L’autogiro, invece esiste veramente, mentre molte bizzarre trovate come in Conan o Il castello nel cielo (1986) sono vere e proprie invenzioni della fantasia del regista, il cui padre lavorava in una compagnia per la costruzione di parti di aerei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Potremmo dire che la sperimentazione visiva fatta con la serie Conan, il Ragazzo del Futuro (1978) viene trasformata da Miyazaki nella visione complessa del Castello di Cagliostro e nella città romana sommersa. Il castello in rovina è sicuramente una delle più belle costruzioni di Miyazaki: così ricco di dettagli, già ritroviamo in esso i futuri e utopici complessi di Il castello nel cielo.
Con Lupin III – Il castello di Cagliostro si tratta, dunque, del primo tentativo del regista giapponese di staccarsi da una visione letteraria dei suoi personaggi per creare qualcosa di nuovo, inventando un mondo più complesso, in questo caso uno stato, paesaggisticamente molto simile ai paesaggi montani delle Alpi, e quindi realistico (ricorda molto la serie animata di Heidi, ai cui disegni anche Miyazaki aveva partecipato) ma anche frutto della sua fantasia.
È un Anime che comunque rimane ancora legato alla serie televisiva, che combina insieme avventura e action romantico con il poliziesco e alcuni elementi della commedia, ma non cerca di trasmettere nessun significato profondo come era invece già stato nella serie di Conan e nei successivi film già a partire da Nausicaa. Quasi insomma, un’opera di passaggio, un ultima leggerezza prima di dedicarsi a lavori più complessi e autoriali. Ma sempre ancora molto divertente e piacevole da gustare.
In sala dal 4 marzo 2024
Lupin III – Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei – Kariosutoro no shiro) Animazione – Regia: Hayao Miyazaki; sceneggiatura: Hayao Miyazaki, Haruya Yamazaki; fotografia: Hirokata Takahashi; montaggio: Mitsutoshi Tsurubuchi; musica: Yūji Ōno; scenografia: Shichiro Kobayashi; design dei personaggi: Hayao Miyazaki, Yasuo Ōtsuka; produzione: Tetsuo Katayama per Tokyo Movie Shinsha; origine: Giappone, 1979; durata: 100 Minuti; distribuzione: Nexo Digital (uscita 2024 in versione rimasterizzata in 4K).