Dopo la prima mondiale ad Annecy nel 2023 e la presentazione Fuori concorso quest’anno alla 54° edizione del Festival di Giffoni, finalmente Ozi – La voce della foresta arriva anche nelle sale italiane. Il film di animazione è stato prodotto dall’attore Leonardo DiCaprio la cui già conosciuta vena ecologista l’aveva portato nel 2016 dietro la macchina da presa a girare il documentario sul cambiamento climatico Punto di non ritorno – Before the Flood.
Ozi è una piccola orangotango dai dolci occhioni che vive felice con i suoi nella foresta pluviale ancora incontaminata finché un incendio doloso non distrugge il suo habitat e, perse le tracce dei genitori, viene salvata dai due volontari Kirani e Robert, i quali la ospitano nella comunità di orangotanghi di cui si occupano. Crescendo Ozi, non solo impara a comunicare con gli umani grazie al linguaggio dei segni, ma comincia a divertirsi usando il tablet e diventa in poco tempo un’influencer famosa registrando video educativi e divertenti su come sopravvivere nella foresta. Sin quando un tablet, arrivato in regalo dalla fabbrica di olio di palma Greenzar, sembra sconvolgere la vita. Scoperto il luogo dove potrebbero trovarsi i suoi genitori, decide di partire alla loro ricerca accompagnata da un nuovo amico, Chance, una scimmietta tutta pepe, e Honkus, il piccolo rinoceronte di Sumatra combinaguai incontrato per strada e rimasto tristemente l’ultimo della sua specie. Il percorso sarà lungo e faticoso ma l’ostacolo più grande sarà far sapere al mondo cosa succede veramente nella riserva di Samasama creata dalla ditta Greenzar per accogliere gli animali senza più uno spazio naturale. E cercare di lanciare l’allarme su come, poco per volta, stia scomparendo la foresta pluviale, luogo natale della protagonista, e uno dei polmoni del pianeta, habitat per tante specie animali, la cui esistenza è essenziale per combattere il cambiamento climatico.
La simpatica figura di Ozi che grazie all’amico Chance riconquista la sua libertà, reimpara a saltare fra alberi e liane e a cercarsi il cibo da sola dopo essere cresciuta in un’area protetta, è sicuramente una buona metafora del diventare adulti e dell’avventurarsi nel vasto mondo esterno al nido familiare. Quello spazio altro, che sarebbe poi quella stessa foresta da sempre esistita, che non sembra al momento avere speranze di un futuro felice. Per questo, filosofeggia Chance ‘Di questi tempi tutto ha una durata. Niente è per sempre’.
Grazie alla delicata linea delle figure, ai colori caldi e alla soffusa luce dell’animazione realizzata al computer in 3D, lo Studio Mikros, sotto la direzione del regista debuttante Tim Harper, ha creato un film per bambini che racconta anche ai più piccoli delle tragiche e non reversibili conseguenze a cui porta la deforestazione di una delle ultime zone ancora incontaminate del pianeta: la foresta pluviale. Il destino di Ozi, l’intelligente orangotango, che nato nella giungla ha imparato a usare la tecnologia umana per diventare voce della foresta è sicuramente un intrattenimento adatto a tutta la famiglia, e contemporaneamente permette di avvicinarci a temi molto attuali e scottanti; come ad esempio, a quelli dell’ecologia e del cambiamento climatico che, volenti o no, ci toccano tutti su vasta scala, viste anche le ultime e ripetute catastrofi causate dalle recenti inondazioni che hanno devastato l’Europa e l’Italia. Inoltre, ci avvicina alla triste sorte degli orangotanghi, che privati del loro habitat naturale, rischiano di sopravvivere solo negli zoo o in aree protette, che rimangono comunque molto limitate e non sufficienti.
Alcune scene più drammatiche, dove incendi e ruspe, o i macchinari della fabbrica sono al lavoro, in netto contrasto con quelle più leziose della foresta felice e idilliaca, potrebbero spaventare i meno impavidi fra i più piccoli del pubblico, ma sono scene brevi, che si concludono con un lieto fine. Anzi quest’ultimo si spinge ancora più in là, fino a cercare di trasformare gli stessi cattivi in buoni. La fabbrica di olio di palma è costretta a cambiare marketing e, per lo meno influenzata dalla forza di infiniti like che seguono ai video postati da Ozi, riconosce il proprio sbaglio ed arriva a cooperare per il mantenimento delle specie in estinzione nei luoghi nativi.
Il film segna anche l’ultimo ruolo, nella voce in lingua originale del coccodrillo Mr. Smily, per il grande attore canadese Donald Sutherland prima della sua morte, il 20 giugno di quest’anno.
Nonostante Ozi – La voce della foresta ricorra per certi aspetti ad un’atmosfera, come dicevamo, patinata della giungla (critica personale che si rivolge non a tutti ma a molti film di animazione in 3D), il film, sulla scia di opere seminali come L’era glaciale (2002), o Madagascar (2005), ripropone le avventure di un gruppo di animali che lotta per la propria sopravvivenza e, qui letteralmente, cerca una via di scampo all’estinzione, usando i mezzi che l’uomo stesso gli ha messo a disposizione. I protagonisti animati, fra tutti il trio di amici Ozi, Chance e Honkus non raggiungono forse lo status symbol di Manny, Sid e Diego, ma sono in ogni caso un’accoppiata vincente.
In sala dal 19 settembre 2024.
Ozi – La voce della foresta (Ozi: Voice of the Forest) – Regia: Tim Harper; sceneggiatura: Ricky Roxburgh; montaggio: Mélanie Moulin; musiche: Richard Harvey, Elwin Hendrijanto; interpreti voci originali: Amandla Stenberg, Dean-Charles Chapman, Djimon Hounsou, Donald Sutherland, Laura Dern, RuPaul, Urzila Carlson; produzione: Leonardo DiCaprio per Appian Way Productions, GCI Film; origine: Gran Bretagna/Francia/Stati Uniti/ Canada, 2023; durata: 87 minuti; distribuzione: Notorious Pictures.