Silent Night – Il silenzio della vendetta di John Woo

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«Un film molto interessante. L’intero film è senza dialoghi. Mi ha permesso di usare le immagini per raccontare la storia, per dire come si sente il personaggio. Usiamo la musica al posto del linguaggio. E il film è tutto incentrato sulla vista e sul suono. Il budget era un po’ limitato e i tempi stretti, ma mi ha fatto cambiare il mio consueto stile di lavoro. Di solito, per un grande film, un film realizzato in studio, giriamo molte riprese e poi le lasciamo in sala di montaggio. Ma in questo caso ho cercato di combinare le cose senza fare riprese di copertura. Ho dovuto forzarmi a usare un nuovo tipo di tecnica. Alcune sequenze erano di due o tre pagine, ma ho fatto tutto in una sola ripresa» (John Woo).

Bisogna forse leggere tra le righe di questa dichiarazione, la sfida ma anche il disagio di un grande maestro dell’action movie qual è stato John Woo (classe ormai 1946), il regista di film memorabili ad Hong Kong negli anni Ottanta come A Better Tomorrow (1986), The Killer (1989) o Bullet in the Head (1990). E poi, a seguire a Hollywood, dove ha girato grandi blockbuster di successo come lo straordinario Face/Off (1997) e Mission: Impossible 2 (2000). A partire dal nuovo millennio, l’attività del grande filmmaker cantonese è, però, entrata in un cono d’ombra da cui sembra non essersi più ripreso, a parte il meritato  Leone d‘oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2010. Dopo essere ritornato in Cina a realizzare dei kolossal come La battaglia dei tre regni – Red Cliff (2008) o La congiura della Pietra Nera (co-regia insieme a Su Chao-pin, 2010), ha rallentato la sua attività che lì si è fermata con Manhunt del 2017.

Era dunque con attesa e una certa curiosità che si aspettava questo Silent Night – Il silenzio della vendetta (ovviamente del tutto pleonastico l’aggiunta dell’italiano al titolo originale) con cui Woo è tornato per la seconda volta a lavorare negli Usa (ma anche soprattutto a Città del Messico). Non con una Majors, sia chiaro, ma con una produzione “indi” a basso costo che evidentemente lo ha costretto ad un ritmo di riprese molto accelerato.

Cosa dire? Lo spunto di girare un film senza dialoghi – solo sostenuto dalle musiche dell’italo-newyorkese Marco Beltrami – era, di certo, un tentativo affascinante, il risultato definitivo, invece, molto, ma molto meno. A partire dal plot del film che è a dir poco essenziale per non dire misero: un uomo (Joel Kinnaman) diventa un padre in lutto, avendo perso il giovane figlio, morto la Vigilia di Natale, essendo stato coinvolto, inavvertitamente e per un crudele scherzo del destino, nel fuoco incrociato di una guerra tra bande di spacciatori di droga. Il protagonista allora decide di vendicare, costi quel che costi, la morte del bambino, trasformandosi, come da copione, in uno spietato giustiziere della notte.

Così, Silent Night, dopo essersi trascinato a colpi di flash-back e di sentimentalismi vari per un buon terzo della durata (che costituisce tutta la parte iniziale, particolarmente noiosa e  scontata, del film), arriva finalmente al clou quando si passa finalmente all’azione decisiva da Revenge-Movie. Allora lì scatta una ininterrotta serie di combattimenti vari, coreografati, contro i nemici, sino alla conclusione – aspettata o inaspettata che sia – grazie anche all’aiuto insperato di un coraggioso poliziotto…

Se si accetta la logica di una narrazione assai poco piena di imprevisti e ci si diverte, invece, a godere del balletto degli scontri cruentissimi nel lungo finale, allora vale la pena di consigliare di vedere l’ultimo John Woo, non solo per affetto e massima stima per colui che è stato un inimitabile maestro del cinema d’azione. Altrimenti meglio lasciar perdere e dedicarsi ad altro.

Personalmente ci sembra che Silent Night sia un film abbastanza senile, in cui, però, a tratti, si ritrova ed emerge il guizzo, la zampata del grande, vecchio leone. A cui  auguriamo che in futuro abbia ancora la possibilità di trasmetterci, in maniera più compiuta, il celebre talento spettacolare di un tempo. E con questo augurio ci sentiamo, allora, di dare tre stelle al film, per non infierire, onorando così la carriera di un cineasta degno del massimo rispetto.

In sala dal 30 novembre


Silent Night – Il silenzio della vendetta (Silent Night) Regia: John Woo; sceneggiatura: Robert Archer Lynn; fotografia: Sharone Meir; montaggio: Zach Staenberg; musiche: Marco Beltrami; effetti speciali: Daniel Cordero, Mukherjee Aniruddha, Craig Lyn; scenografia: Grant Armstrong; interpreti: Joel Kinnaman, Kid Cudi, Catalina Sandino Moreno, Vinny O’Brien, Yoko Hamamura, Harold Torres, Anthony Giulietti; produzione: Lions Gate Entertainment, A Better Tomorrow Films, Capstone Studios, Thunder Road Pictures; origine: Usa, 2023; durata: 104 minuti; distribuzione: Plaion Pictures.

 

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