Ci sono tanti modi per tracciare un ritratto della nostra società attraverso lo sguardo di una o più generazioni. Il noto fumettista Zero Calcare ha tentato di farlo in più occasioni, centrando l’obiettivo pienamente, e ha raccontato la sua generazione (i quarantenni di oggi, più o meno) con l’apprezzatissima serie Strappare lungo i bordi e poi con una seconda serie animata decisamente più socio-politica Questo mondo non mi renderà cattivo. Il suo è un ritratto diretto e viscerale di una generazione incerta, incentrato sulla difficoltà di restare se stessi, in un mondo che evolve rischiando di minare le certezze psicologiche di ogni individuo.
Docu-serie diretta da Flavia Montini, Più di chiunque altro – Generazione Z prova invece ad ascoltare, semplicemente lasciandoli parlare, i giovanissimi (ragazzi dai 18 ai 26 anni) ai tempi frenetici della rivoluzione digitale. L’obiettivo è sempre quello di tracciare un quadro generazionale, utilizzando, ovviamente, strade diverse: nel primo caso l’approccio parte dal personale arrivando a lanciare un potente messaggio collettivo. Qui, invece, l’intento è, da subito, corale, perché i protagonisti di questa docu serie sono tante giovani voci che si raccontano intrecciando tra di loro dubbi, perplessità, obiettivi.
Sara, che appare nella prima puntata, è un’energica attivista di Fridays for Future. Giorgio, eccellente studente, dopo la laurea in Filosofia è tornato a Taranto per assistere la madre cui è stato diagnosticato un tumore senza speranza. Lucrezia, Miriam e Paola, giovani donne tra i 18 e i 23 anni, frequentano un laboratorio teatrale in cui si raccontano intimamente, tirando fuori le loro battaglie ancora in corso con esperienze e traumi psicologici da elaborare. Questi sono solo alcuni tra i protagonisti della serie prodotta da Rai Documentari che coinvolge i ragazzi interrogandoli sul modo in cui la cultura digitale abbia modificato il loro linguaggio, il pensiero, la visione dell’arte, e di sé stessi.
L’ intento degli autori è quello di sviscerare sogni, speranze, difficoltà della Generazione Z, ovvero quella che ha dovuto affrontare e accogliere, più di ogni altra, l’esplosione della cultura digitale. Il programma, costituito da 6 puntate di 30 minuti ciascuna, ha un format omogeneo e una struttura ben definita che raccoglie racconti intimi e una prospettiva più corale, spaziando trasversalmente su argomenti come l’approccio al difficile mondo del lavoro, l’ambiente, il rapporto intimo con la sessualità in un contesto di riferimento che cambia ed evolve in continuazione.
La nostra realtà viaggia ad altissima velocità, soprattutto sul web, che offre diversi spunti di riflessione e apre nuove possibilità. E a questo proposito, la seconda puntata, che vede come protagonisti, tra gli altri, Federica e Giulio racconta proprio come i due ragazzi abbiano cominciato a lavorare, ogni giorno online, connessi alle loro community nel silenzio delle loro stanze. Un’avventura cominciata per passione in piena pandemia, quando era l’universo digitale a offrire, per tanti, una possibilità di socializzazione è diventata per loro una prospettiva lavorativa, un sogno da poter coltivare giorno dopo giorno.
In alcuni episodi della serie emerge l’aspetto problematico in relazione a una tematica ben definita (il lavoro, i rapporti in relazione alla sessualità) mentre in altri momenti (come nel quinto episodio) l’intento è quello di una pura condivisione della propria esperienza e testimonianza di vita. Arianna e Mani, ad esempio, davanti alle telecamere parlano dei loro primi passi nell’ arte, una come danzatrice, l’altra come pittrice che ha intenzione di vivere della sua arte. Le due sorelle, in modo molto naturale trasmettono un racconto intimo e personale della loro passione e del loro legame profondo.
Mescolando esperienze variegate e intersecando individualità molto differenti tra di loro, Più di chiunque altro traccia, dunque, un ritratto abbastanza fedele e realistico di un’intera generazione nel nostro paese, anche se, in definitiva ci pare, forse non in maniera del tutto originale.
Su Ray Play
Più di chiunque altro – Generazione Z – Regia: Flavia Montini; sceneggiatura: Sibilla Barbieri, Flavia Montini, Vittorio Parpaglioni Barbieri; fotografia: Francesca Zonars; montaggio: Francesca Addonizi; musiche: Giorgio Giampà, Marta Lucchesini; produzione: Scirocco Films, Rosebud Entertainment Pictures; episodi: 6; durata: 30 minuti; distribuzione: Ray Play.