Dobbiamo alla lodevolissima No.Mad Entertainment la distribuzione (purtroppo, almeno per il momento, molto parziale: oggi, primo giorno di uscita, solo 9 sale) del notevole film di esordio di Guillaume Renusson, intitolato Sopravvissuti iniziato nel 2020, interrotto per il Covid, che reca la data 2022 ma che nelle sale francesi è uscito all’inizio del 2023. Si tratta di un thriller politico ambientato nelle montagne al confine fra la Francia e l’Italia che vede protagonisti, sono loro i due sopravvissuti, un francese, Samuel, interpretato dal sempre eccellente Denis Ménochet (recentemente apprezzato in As Bestas, ma anche in Peter von Kant e in Grazie a Dio, entrambi di François Ozon) che è reduce da un incidente automobilistico in cui ha perso la vita la moglie (era lui al volante e il senso di colpa lo sovrasta) e Chereh (l’attrice è Zar Amir Ebrahimi, l’abbiamo vista in Holy Spider di Ali Abbasi) una profuga afghana, un ex insegnante in fuga dai talebani (il marito aveva la colpa di fungere da interprete delle truppe francesi) che cerca di passare il confine fra l’Italia e la Francia dopo essersi tragicamente persa per strada (in Grecia) il marito.
I due si incrociano per caso: lui, appena superata la fase più tragica del lutto, torna allo chalet in territorio italiano dove era solito trascorrere del tempo con la moglie defunta (lasciando al proprio fratello la figlioletta Léa) e lei in quello chalet si è nascosta per sfuggire a dei cacciatori di profughi italo-francesi contrassegnati da un’efferatezza inaudita che si muovono in motoslitta, con dei cagnacci inferociti e addirittura dei droni, – di gente così assatanata è davvero raro vederne. A parte le sequenze nello chalet, in un’altra baita d’emergenza e alla fine in una specie di hotel abbandonato in territorio francese, il film si svolge tutto in alta montagna, nella neve dove si affonda e dove i due – per ragioni diverse – sopravvissuti fanno fatica a procedere, a orientarsi, costantemente braccati dai loro inseguitori. I ruoli fra i due (chi protegge chi?) si invertono di continuo, si capisce che ciascuno di loro rappresenta per l’altro/l’altra un’ancora di salvezza e una sostituzione di ciò che non hanno più. Soprattutto per Samuel la salvezza di Chereh equivale a dare un nuovo senso a una vita disperata, malgrado la figlia di cui occuparsi. La sostituzione, a un certo punto, diviene addirittura palese, allorché all’ennesimo controllo di polizia in territorio francese, complice l’oscurità, il protagonista riesce a spacciare il documento di identità della moglie defunta per quello della profuga afghana. Il film, come si diceva, presenta in più punti, anche con l’ausilio della musica, delle modalità thriller, non è esente da momenti di violenza e giunge solo negli ultimissimi minuti a placarsi un po’.
Interessante e originale la decisione di situare questa vicenda incentrata su una profuga in una location dove non siamo abituati a vederne, ossia l’alta montagna, là dove è soprattutto il mare, negli ultimi anni, a essere teatro di storie siffatte (pensiamo, ovviamente, a Io capitano di Matteo Garrone ma anche di recente a Berlino si era visto un interessante film intitolato The Strangers’ Case di Brandt Andersen di produzione giordana, ambientato quasi tutto in mare); interessante e originale che stavolta non siano i confini fra EU e non EU a costituire la zona prescelta per raccontare storie riguardanti profughi, pensiamo al recente Green Border di Agnieszka Holland o al notevole Europa dell’italo-iracheno Haider Rashid); interessante e originale sottolineare il carattere transnazionale dell’efferatezza: non sono francesi che ricacciano i profughi in Italia, oppure italiani che li ricacciano in Francia, ma è una sorta di internazionale sovranista e razzista pronta a tutto pur di liberarsi di individui provenienti da paesi che rappresentano da ogni punto di vista l’odiato Altrove.
In sala dal 21 marzo 2024
Les Surivants; regia: Guillame Renusson, sceneggiatura: Guillame Renusson, Clément Peny; fotografia: Pierre Maillis-Laval; montaggio: Joseph Comar; interpreti: Denis Ménochet (Samuel), Zar Amir Ebrahimi (Chereh); produzione: Les Films Velvet, WT Films, Baxter Films; origine: Francia, 2022; durata: 93 minuti; distribuzione: No.Mad Entertainment.