Intervista a Emanuela Mascherini, autrice di Alba blu a cura di Eleonora Bove

In occasione della presentazione del cortometraggio Alba blu alla 45° edizione del Festival Cinema e Donne, abbiamo intervistato la regista Emanuela Mascherini per esplorare il suo lavoro.

Domanda: Alba blu si apre col respiro affannato, sintomo dell’ansia e della violenza subita. Quali sono gli aspetti a cui hai prestato particolare attenzione per questo racconto soggettivo, tratto da una tua esperienza autobiografica? 
Emanuela Mascherini: Al pubblico ho tentato di restituire la storia nel senso cinematografico del termine, come se fosse una soggettiva, quello che prova una donna che vive le conseguenze di uno stress post-traumatico. Chi ha subito un abuso ne porta i segni nella psiche anche se non ci sono più nel corpo. Il tentativo, anche dal punto di vista cinematografico, è stato quello di spingere questo linguaggio attraverso la fotografia, un montaggio sincopato, e il sound design per raccontare un corpo che resta sovrapposto a qualsiasi stimolo esterno, terrorizzato. Sicuramente non volevo fare un lavoro lineare e che avesse un impatto disturbante su chi fosse seduto a guardarlo. Per fortuna, il pubblico ha recepito tale intenzione in maniera potente.

Anche la fotografia ha avuto un impatto incisivo coi suoi toni freddi.
La fotografia è di Francesco di Pierro. Raffinatissima. Sono veramente molto contenta si aver lavorato insieme. Con lui abbiamo studiato una fotografia desaturata per restituire questo congelamento delle emozioni. Vira verso il blu per raccontare questa donna che  si è spenta dopo questa esperienza. Ci sarà un cambio verso la fine del corto: la fotografia si fa più calda e luminosa, verso la conclusione quando la protagonista ritorna a vivere.

Mi sembra che la scenografia, dalla Biblioteca Nazionale all’After Love che è la casetta sbilenca esposta al Maxxi di Roma, sia stata molto incisiva in questo lavoro.
Un po’ come la musica e il sound design, la scenografia per me è come se fosse uno dei personaggi. I luoghi erano fondamentali per raccontare la distorsione della mente della protagonista, che diviene una gabbia. Gli scaffali erano perfetti per creare questo labirinto da cui è quasi impossibile uscire. Il labirinto della mente. La casa è l’opera After Love di Vedovamazzei, al secolo Simeone Crispino e Stella Scala, un’installazione esposta al Maxxi dopo la pandemia, ed è una ricostruzione del corto di One Week, del 1920, di Buster Keaton. La distorsione di questa casa era perfetta per restituire le dinamiche delle persone che hanno subito abusi e leggono qualsiasi contatto come pericoloso. Ma, per fortuna, come ci sono alcune persone che arrivano per distruggere delle parti di noi, ce ne sono anche delle altre che invece arrivano ad aggiustare quella parte con lo stesso dolore che hanno provato anche loro. Il materiale del vetro sia in biblioteca che in casa conferisce questa sensazione di teca, di non poter trovare via d’uscita. Le finestre non hanno aperture, per entrare abbiamo dovuto smontarle.

Hai sempre concepito questa storia come un cortometraggio oppure pensavi di realizzare un lungometraggio? Come procederà la distribuzione?
I corti precedenti avevano tutti un film rouge: sono riflessioni sulle solitudini come microcosmo della nostra collettività. Adesso sto lavorando sul rapporto a due con la figura genitoriale. In questo corto invece ho lavorato sulla violenza di genere, sulla violenza verso il più debole. Anche il linguaggio cambia rispetto ai lavori precedenti e a quelli futuri. C’è un richiamo al genere horror. Le dinamiche della violenza si ereditano, abbiamo un retaggio culturale che non riusciamo nemmeno a leggere; molte violenze sono invisibili. Il cortometraggio è stato pensato per un respiro  internazionale. Nei prossimi lavori in preparazione continuo a fare ricerca sulla famiglia, sugli affetti e sullo spaesamento che nasce dalla necessità di varcare i confini, per poi tornare indietro.


Alba blu Regia: Emanuela Mascherini; sceneggiatura: Emanuela Mascherini, Giuseppe Isoni; fotografia: Francesco Di Pierro; montaggio: Maria Fantastica Valmori; musica: Silvia Leonetti;  interpreti: Emanuela Mascherini, Simone Faucci, Francesco Grifoni; produzione: STETI Produzioni; in collaborazione con Image Hunters, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia; origine: Italia, 2024; durata: 15 minuti; Distribuzione: Esen Studios.

 

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