Al centro dell’intreccio de La ragazza ha volato di Wilma Labate, c’è una grande solitudine. Si tratta anzitutto di una chiusura interiore della protagonista dovuta all’età e intrinsecamente connessa a una solitudine esistenziale, legata al temperamento della protagonista, Nadia (Alma Noce), che sembra distante da tutti, incapace di avere contatti profondi e poco entusiasta della vita.
La protagonista – rimasta incinta dopo un incontro con un ragazzo che assomiglia molto ad uno stupro e decide malgrado tutto di tenere il figlio – sembra, infatti, mancare in modo totale di leggerezza e spensieratezza; è una adolescente chiusa, introversa e inserita in un nucleo familiare sciatto che appare, inizialmente, disfunzionale. Nadia non è leggera, raramente sorride e ha pochissimi contatti con gli adolescenti e con i ragazzi della sua età. Parla poco anche con i suoi familiari e sembra poco interessata a ciò che le accade intorno. Vive un disagio al limite tra la noia e l’ apatia adolescenziale e vive in un contesto di periferia che offre poche possibilità di sbocchi e di cambiamenti in positivo.
In questo nucleo, viene fuori soprattutto il contesto familiare, presente ma tratteggiato in maniera non evidente: le persone più vicine a Nadia (la mamma e la sorella, il padre ancor meno) sembrano poco empatiche e poco connesse al suo mondo interiore.
Unico spunto di relazione è il dialogo di Nadia con la mamma che una sera le dice” tua sorella è sempre nervosa, tu invece sei come me, tieni tutto dentro”.
Da questo si intuisce sicuramente la possibilità di esplorare la relazione con la figlia, ma l’ episodio rimane isolato e il rapporto, fatto di lunghi silenzi e di scambi di sguardi a volte fugaci, rimane accennato.
I rapporti e le relazioni nel nucleo familiare e nel contesto scolastico (solo accennato) avrebbero potuto essere quindi approfondite, evidenziando maggiormente i caratteri e le sfumature degli altri protagonisti, che rimangono sempre sullo sfondo dell’ intreccio.
La prima parte del film è costruita in maniera molto efficace e viene fuori in modo evidente sia l’ ingiustizia subita da Nadia per mano di un’adolescente rabbioso e pieno di sé, sia la sua imprevedibile reazione, destinata a sigillare un segreto indicibile.
Nel silenzio e nella chiusura di Nadia è in fondo custodita la chiave della sua scelta: la protagonista crea una barriera con il mondo e nella sua introversione, rinasce e decide di non soccombere agli eventi.
Nel sigillare il suo segreto la protagonista trova la forza di combattere un mostro interiore e sceglie, consapevolmente, la vita.
La ragazza ha volato , comunque, è una storia che non si focalizza soltanto sul disagio e sulla chiusura adolescenziale, ma mostra anche la possibilità, in un contesto, a dir poco, poco stimolante ed esaltante, di trovare possibili vie d’uscita, insomma di avere un briciolo di speranza nel futuro.
La ragazza ha volato – Regia: Wilma Labate; sceneggiatura: Damiano D’ Innocenzo, Fabio D’Innocenzo, Wilma Labate; fotografia: Sandro Chessa; montaggio: Mario Marrone; interpreti: Alma Noce, Luca Zunic, Rossana Mortara, Massimo Somaglino; origine: Italia/Slovenia, 2021.