L’altra luna di Carlo Chiaramonte

  • Voto
2.5

Si parva licet componere magnis, si potrebbe considerare L’altra luna, il primo lungometraggio del cinquantasettenne Carlo Chiaramonte, una piccola variazione delle Affinità elettive di Goethe.

Due coppie vivono a Sarajevo: la prima è composta da Haris e da Luna, due famiglie borghesi e laiche, lui è in affari, lei studia letterature comparate, il matrimonio non è lontano, le famiglie si conoscono; la seconda è composta da Matteo, che è in affari con Haris, lei è Maja, fa l’impiegata ed è amica stretta di Luna. Poi ci sono i fratelli minori delle due ragazze che si dedicano ad attività non esattamente raccomandabili, ciò che risulterà significativo sul finire del film. Chi viene a turbare questo apparente equilibrio è Martina, un’amica di Matteo, che – francamente non si sa bene per quale ragione – piomba a Sarajevo, diciamo che sta cercando di capire che cosa vuole dalla vita.

Lo spettatore, anche vedendo che la ragazza si presenta assai bene ed è molto disinvolta, pensa che Matteo finirà per mollare Maja e mettersi con lei (del resto Matteo, che la ospita a casa sua, qualche avance gliela fa), ma invece niente; in subordine lo spettatore pensa che le mire di Martina potrebbero essere rivolte all’altro maschietto, ovvero Haris, ma costui è troppo avvinto dal progetto matrimoniale con Luna, e non sembra neanche dotato di una particolare carica emotiva il ragazzo bosniaco, anche qui, dunque, niente. Fin quando – ma il titolo ci doveva servire a indirizzare l’orizzonte d’attesa – si capisce che l’obiettivo di Martina è appunto Luna, la fidanzata di Haris nonché prossima sposa che, al più tardi, grazie a Martina capisce che il progetto era in buona parte un progetto altrui e che lei non stava facendo altro che seguire la corrente (molteplici le inquadrature del fiume Miljacka) dell’abitudine e della tradizione, senza lontanamente chiedersi se quel progetto fosse davvero il suo o solo quello del fidanzato, dei genitori di lei, dei genitori di lui etc.

È la parte più interessante del film quella nella quale, quasi con stupore, la vecchia Luna lascia venire in superficie l’altra Luna, che non sta a significare – ed è questo il dato principale che convince – un’improvvisa conversione, come se d’improvviso Luna avesse scoperto un’istintualità completamente diversa, sepolta o addirittura repressa, ma semplicemente la conquista di una libertà che è prima di tutto una libertà di sperimentare, una maggiore auto-determinazione, la conquista del proprio sé, insomma – di nuovo: si parva licet… – quel che Kant definiva come Aufklärung, ossia Illuminismo. Che poi a questo risultato Luna pervenga anche attraverso esperienze traumatiche (i fratelli cattivi etc,), cambia poco, quel che conta è che decida di lasciare le certezze fin qui coltivate e anche la città dov’è nata. Che cosa succederà in futuro non lo sapremo.

Marcatamente contrassegnato d una impostazione plurilinguistica (bosniaco, inglese, italiano e anche arabo), il film di Chiaramonte si avvale di una pluriennale consuetudine del regista con la Bosnia e in particolare con la sua capitale, dove egli ha risieduto a più riprese anche nel quadro di una prolungata attività di volontariato. La sceneggiatura qua e là zoppica (per esempio tutte le sequenze con musica nei locali di Sarajevo), la regia non è particolarmente creativa, gli attori e le attrici non sono granché ma il film si lascia apprezzare per il carattere poco ideologico di cui sopra. E poi, è inutile negarlo, vedere Sarajevo come città normale dove coesistono pacificamente, almeno sembra, modelli di vita diversi fa ancora molto effetto, a distanza di poco meno vent’anni dalla guerra.

In sala dal 16 giugno


Cast & Credits

L’altra lunaRegia: Carlo Chiaramonte; sceneggiatura: Carlo Chiaramonte, Carla Scicchitano, Elma Tataragic, Asja Krsmanovic; fotografia: Beppe Gallo; montaggio: Annalisa Schillaci; interpreti: Luna Mijovic (Luna), Tania Bambaci (Martina), Matteo Silvestri (Matteo), Armin Omerovic (Haris), Maja Juric (Maja); produzione: Stemo Production;  origine: Italia-Bosnia Erzegovina 2020; durata: 99′; distribuzione: Hurricane e Stemo Production.

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