DAL 4 SETTEMBRE AL 17 NOVEMBRE IL FESTIVAL DIRETTO DA FABRIZIO GRIFASI TORNA A ROMA CON 100 SPETTACOLI PER 300 REPLICHE CON 700 ARTISTI DA TUTTO IL MONDO
Dialogare con la complessità del presente, spingere l’immaginazione verso i confini del futuro per interrogare le passioni e i movimenti umani di oggi e di domani. È con queste intenzioni che la 39° Edizione del Romaeuropa Festival, presieduto da Guido Fabiani con la direzione generale e artistica di Fabrizio Grifasi, torna a disegnare uno “spazio aperto” per il confronto tra generazioni e pratiche artistiche, un luogo di condivisione e festa, leggerezza e meraviglia, scoperta dei nuovi linguaggi e del patrimonio culturale nazionale ed europeo.
Dal 4 settembre al 17 novembre, la manifestazione romana presenta 100 progetti tra musica, danza, teatro, arti digitali e creazione per l’infanzia per 300 repliche in 20 spazi della capitale, ospitando circa 700 artiste e artisti nel segno del dialogo e della costruzione di collaborazioni a Roma, in Italia, in Europa e nel mondo.
OPENING WEEK: Dopo l’opening con Teatro dell’Opera di Roma (4 e 5 settembre), la settimana inaugurale del REF prosegue con i primi due appuntamenti in omaggio a Ryuichi Sakamoto, tra le figure più significative del panorama musicale contemporaneo e tra le più prestigiose presenze nella storia del REF. La settimana inaugurale del REF prosegue quindi, all’Auditorium Parco della Musica, con Outsider di Rachid Ouramdane con il Ballet du Grand Théâtre de Genève e quattro funamboli contemporanei sulle note di Julius Eastman (9 e 10 settembre) e Tucidide. Atene contro Melo di Alessandro Baricco con 100 Cellos, Giovanni Sollima, Enrico Melozzi, Stefania Rocca e Valeria Solarino (11 settembre). Infine, all’Auditorium Conciliazione, Sasha Waltz (13, 14 settembre) rinnova la sua ricerca intorno alla relazione tra danza e musica, dialogando, in Beethoven 7, con la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven e con una composizione appositamente commissionata al musicista Diego Noguera.
SCENA INTERNAZIONALE: Il dialogo tra danza e musica, quello tra differenti linguaggi ed estetiche nutre la proposta internazionale del REF 2024 . Tornano sul palco del Teatro Argentina, i franco-catalani Baro d’evel per costruire il loro Qui Som? (26, 27 settembre) con un cast di musicisti, danzatori, acrobati, ceramisti e artisti provenienti da svariate discipline. Danza e musica s’incontrano ancora nelle opere del coreografo fiammingo Jan Martens che dedica il suo Voice Noise (12,13 ottobre) alla voce femminile e del francese Noé Soulier (attuale direttore del CNDC – Angers) che in Close Up fa incontrare la sua ricerca coreografica con le note delle composizioni di J.S. Bach eseguite dal vivo dall’Ensemble il Convito diretto da Maude Gratton (16 ottobre).
Fanno parte del progetto, anche la nuova coreografia della sudafricana Robyn Orlin insieme a Garage Dance Ensemble (16, 17 novembre), e la pièce aCORdo di Alice Ripoll (8 novembre) che sarà presentata a Villa Medici in collaborazione con Accademia di Francia a Roma. È sempre la coreografa brasiliana a ritrarre, in Zona Franca (9 e 10 novembre), paesaggi e frammenti di vita in una festa in cui si mescolano le numerose tradizioni coreografiche che animano il suo Paese.
Ecco che il REF2024 si fa luogo di condivisione, confronto e riflessione per le narrazioni del presente. Ancora dall’America Latina, tra documentazione e finzione, la nuova produzione della compagnia messicana Lagartijas Tirada al Sol, Centroàmerica, (2, 3 novembre) indaga il rapporto tra la propria nazione e i popoli dell’America Centrale e partire dalla storia di una donna nicaraguense costretta a lasciare il suo Paese.
Il regista Amos Gitai con il suo House, (8,9,10 ottobre) raduna sul palco del Teatro Argentina attori e musicisti da tutto il Medio Oriente per costruire un dialogo tra lingue, origini e tradizioni musicali, riflesso della storia degli abitanti che per un quarto di secolo si sono succeduti in una casa a Gerusalemme. Provengono dal Marocco il coreografo e danzatore Taoufiq Izeddiou che in Hors du monde (26, 27 ottobre) e il Groupe Acrobatique de Tangerche, in FIQ! (Svegliati!) (12, 13, 14 novembre) costruisce un ritratto del Paese visto dalle nuove generazioni tra acrobazie, break-dance, taekwondo e freestyle.
La vita amorosa di coppie di anziani tra i 74 e i 102 anni è, invece, al centro de La vie secrète des vieux (9,10 novembre) del regista Mohamed El Khatib che continua a indagare biografie e narrazioni personali interrogandosi sulla forza dell’amore e del desiderio nei nostri ultimi anni di vita. Sempre una coppia di anziani, questa volta nella città contaminata dopo un test nucleare fallito, è protagonista di Zvizdal – Chernobil So Far So Close, (21, 22 settembre) spettacolo della compagnia fiamminga Berlin che con la sua estetica sospesa tra teatro, cinema e installazioni video, realtà e finzione, partecipa al festival negli stessi giorni anche con The making of Berlin (21, 22 settembre): ritratto della città di Berlino attraverso la storia di Friedrich Mohr direttore di scena della “Berliner Philharmoniker “durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sono riflessioni sulle estetiche e le forme, infine, quelle proposte dalla coreografa francese Leïla Ka con il suo Maldonne (22, 23 ottobre), e dall’olandese Arno Schuitemaker che, in 30 apparences of darkness (6, 7 novembre), prova a ridefinire il significato del buio, dell’ignoto e del vuoto.
DANZA E TEATRO ITALIANO: L’attenzione del Festival alla scena nazionale si incarna in una molteplicità di percorsi: spazi aperti alle scritture e ai movimenti delle nuove generazioni, ma anche alle grandi icone della cultura nazionale. Ne è esempio Notte Morricone (24, 25,26 ottobre), omaggio al grande compositore italiano firmato dal coreografo Marcos Morau per i danzatori di Aterballetto presentato al Teatro Argentina. A un’icona dell’italianità popolare, come Alberto Sordi, si rivolge, invece, la compagnia Frosini/Timpano in Tanti Sordi – Polvere di Alberto, (dal 3 al 6 ottobre) spettacolo nato dalla collaborazione con lo scrittore Lorenzo Pavolini.
Regia e scrittura dialogano nelle prime nazionali e nei progetti presentati al Teatro Vascello: Licia Lanera riunisce in un’unica drammaturgia tre racconti da Altri Libertini (15, 16 ottobre) di Pier Vittorio Tondelli; Martina Badiluzzi si rivolge a Cime tempestose (19, 20 ottobre) di Emily Brontë; Giorgina Pi e la sua compagnia Bluemotion portano in scena Roberto Zucco (25, 26, 27 ottobre) di Bernard Marie Koltès; Daria Deflorian adatta La Vegetariana della sud-coreana Han Kang (dal 29 ottobre al 03 novembre); Massimiliano Civica si cimenta in Capitolo II di Neil Simon (dal 12 al 17 novembre), mentre la regista Lisa Ferlazzo Natoli, con la sua compagnia lacasadargilla, fa proprio il testo della giovane drammaturga Rosalida Conti, Uccellini (dal 9 al 13 ottobre).
Sono teoria quantistica e ricordi personali a dialogare, in Rette parallele sono l’amore e la morte del regista e attore Oscar De Summa (5, 6 novembre) mentre una storia di crisi familiare ed economica è quella raccontata in Il disperato dalla regista Marleen Scholten (24, 25 settembre) con la sua compagnia italo-olandese. È ancora la storia di una famiglia, questa volta alle prese con la morte di un figlio, quella raccontata in Dear Son (10 ottobre), dal duo di coreografi e danzatori Simone Repele e Sasha Riva.
Dopo dodici anni dal suo debutto, la compagnia Collettiv0Cinetic0 diretta da Francesca Pennini (28, 29 settembre) radunando sulla scena un nuovo cast di adolescenti, per dare vita al ritratto di un campione di umanità e fotografare i cambiamenti culturali degli ultimi dieci anni. La danzatrice e coreografa è inoltre protagonista della pièce O+< Scritture viziose sull’inarrestabilità del tempo (25 settembre) presentato dal MAXXI.
Torna al Festival anche Claudia Castellucci che in Sahara, (8,9 novembre) insieme alla sua compagnia di movimento Mòra, interroga la condizione creativa dell’artista affiancandola all’immagine del deserto. Alla vita di un altro artista, Josef Albers, tra i massimi esponenti dell’astrattismo geometrico del Novecento e tra i principali interpreti del Bauhaus, è ispirato Squares do (not) normallyappears (dal 22 al 27 ottobre) del regista Filippo Andreatta, spettacolo senza attori sospeso tra scrittura scenica, performance e installazione visiva.
LA MUSICA IN SCENA E I CONCERTI: È lo stesso Andreatta, insieme all’ensemble Sentieri Selvaggi, a portare in scena in Nuvolario (20 ottobre) il capolavoro di Steve Reich Music for 18 Musicians dando vita a uno spettacolo musicale in cui sono protagonisti elementi effimeri come le nuvole e il respiro. Proprio il teatro musicale, continua a essere frontiera di ricerca, spazio aperto all’incrocio tra i linguaggi, alle più audaci sperimentazioni e ai processi di riappropriazione e rilettura della tradizione. Ne è un perfetto esempio l’energico The Golden Stool (18 ottobre) del regista fiammingo di origini ghanesi Gorges Ocloo in cui il repertorio operistico occidentale diventa strumento per dare vita a una personale “AfrOpera” basata sulle lotte di resistenza di Nana Yaa Asentewaa. Letteratura, poesia e musica s’intrecciano poi in Bello Mondo (24 settembre) di Mariangela Gualtieri, Uri Caine e Paolo Fresu e ne L’ultimo viaggio di Sindbad (dal 16 al 23 ottobre) dell’italiana Silvia Colasanti, all’omonimo testo di Erri de Luca.
L’eterogenea proposta musicale del REF si estende anche ai grandi concerti, alla ricerca tecnologica e a formati sperimentali di creazione e fruizione. Così, all’Auditorium Parco della Musica, la band culto tedesca Einstürzende Neubauten inaugura la tournée italiana del suo ultimo album Alien Pop Music (1 ottobre), Trentemøller (09 novembre) presenta dal vivo i suoi più recenti progetti musicali.
Nella realtà virtuale ci invitano gli artisti fiamminghi Paul Boereboom e Leon Rogissart che in Ascension VR (dall’11 al 13 ottobre) costruiscono uno spazio dedicato all’ascolto e alla meditazione coniugando al paesaggio digitale l’esibizione live del soprano Marie van Luijk, mentre il Centro di Ricerca Tempo Reale (dall’11 al 13 ottobre) fondato da Luciano Berio dà vita a un concerto per calcio-balilla e musica elettronica agito e partecipato dal pubblico e da giocatori agonisti.
Doppio, infine, l’appuntamento con l’ensemble Neue Vocalsolisten impegnato da un lato nell’esecuzione delle musiche di Oscar Bianchi, Ondrej Adàmek, Carola Bauckholt e Gordon Kampe (il 9 novembre) e, successivamente, nell’opera Shreber Songs del compositore Marcus Schmickler (10 novembre).
MATTATOIO Per la creatività emergente: La Pelanda del Mattatoio sarà il cuore delle attività del Romaeuropa Festival 2024 nonché lo spazio dedicato al sostegno della creatività emergente. Qui il festival ospita la sua proposta più innovativa e le sezioni che attraversano il suo intero programma. Si inizia con LineUp! (26-28 ottobre), rassegna curata da Giulia Di Giovanni e Matteo Antonaci che continua a indagare le tendenze della canzone italiana tra cantautorato, pop e avant-pop. Sul palco si alterneranno, tra gli altri, la cantautrice e polistrumentista Any Other, i ventenni palermitani Santamarea, il progetto Post Club by ThruCollected, la romana Coca Puma, il cantautore, musicista e produttore napoletano Tripolare, e ancora AKA5HA e il duo So Beast nell’ambito del “case history” Musica, troppa musica. Vent’anni di Trovarobato. Fa parte della sezione anche Le Parole delle Canzoni, il progetto presentato da Treccani con i suoi incontri che mettono in dialogo musicisti e scrittori (tra i protagonisti Ariete e Fumettibrutti, Ghemon e Valentina Farinaccio, Sano dei ThruCollected e Alessio Forgione).
Un’immersione nelle culture digitali è quella proposta dalla sezione Digitalive (11-13 ottobre), curata da Federica Patti, che incrocia percorsi musicali, coreografici e virtuali. Tra gli ospiti la producer nativa di Shanghai 33EMYBW, la DJ italo cinese Luwei, il duo di artisti digitali dmstfctn e ancora l’autoharp della cantautrice berlinese Petra Hermanova e il live di Yiila ed Eva Geist oltre al nuovo incontro con il network ADV – Arti Digitali dal Vivo.
Ancora una volta ad Anni Luce, a cura di Maura Teofili (2-6 novembre), il compito di scommettere sulla generazione under 30 del teatro italiano con il progetto Powered By REF e gli spettacoli di Pietro Giannini, Giulia Scotti e Claudio Larena, mentre il progetto Situazione Drammatica continua a sondare nuove forme di drammaturgia.
Nell’ambito della ricerca intorno alle nuove scritture sceniche si rinnova il dialogo con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico che propone per il secondo anno il suo premio dedicato agli allievi registi e che quest’anno ha selezionato lo spettacolo Mine-Haha. Ovvero dell’educazione fisica delle fanciulle di Marco Corsucci.
Si rivolge ai coreografi emergenti la call DNAppuntiCoreografici, la cui finale è parte del programma della sezione Dancing Days (17—20 ottobre) a cura di Francesca Manica che esplora le nuove generazioni della danza europea in rete con Aerowaves. In programma: Lara Barasacq, Ioanna Paraskevopoulou, Chara Kotsali, Stefania Tansini, Benjamin Khan, Marie Caroline Hominal & David Hominal e Giorgia Lolli.
Tornano, infine, gli appuntamenti con Ghost Track, il format del REF condotto da Gioia Salvatori con Simone Alessandrini che intesse in un’atmosfera informale momenti di teatro, musica e stand-up comedy e Design Talks (29 settembre), la giornata dedicata al graphic design ideata da David Aprea e curata da Stefano Cipolla insieme allo studio creativo Mistaker.
UNO SPAZIO PER L’INFANZIA: Al Mattatoio va in scena anche Kids & Family (8-17 novembre), vero e proprio festival nel festival a cura di Stefania Lo Giudice, che rinnova la sua proposta di musica, teatro e nuovo circo dedicato all’infanzia. Se il Teatro Vittoria ospiterà già in ottobre lo spettacolo per tutte le età n’Importe qui di Leandre Clown (25-27 ottobre), è la Pelanda del Mattatoio, nel mese di novembre, a divenire il centro della creatività per i più piccoli e le loro famiglie. Qui si susseguono le divertenti proposte musicali di OORKAAN e Music Impulscentrum, gli spettacoli sospesi tra danza e teatro di Bontehond, La Mecanica, Kenji Shinohe e il playground con giochi d’artista, cinema e laboratori interamente curato da Tombs Creatius.
CLOSING – NELLO SPIRITO DI RYUICHI SAKAMOTO: È ancora a Ryuichi Sakamoto che si rivolge il 17 novembre (nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica) la chiusura del Festival: ad Alva Noto e Christian Fennesz il compito di spostare l’attenzione sul suo repertorio elettronico attraverso la presentazione di nuovi brani ispirati alla collaborazione che le due icone della musica internazionale hanno avuto con il compositore. L’ultimo degli omaggi che il REF2024 dedica al Maestro giapponese è anche un viaggio nel “suo spirito” di ricerca e creazione, un affondo nella sua eredità con lo sguardo sempre rivolto agli spazi sconfinati del futuro e della creatività.