La regia teatrale di Una relazione per un’accademia, uno dei più significativi racconti del 900’ scritto da Franz Kafka, è stata una prova lodevole di Luca Marinelli, che ha dato vita a uno spettacolo che potremmo annoverare tra quelli utili ad attivare le menti degli spettatori, nella maniera più estrema e critica possibile.
Nonostante il testo ormai abbia superato il suo centenario, infatti venne pubblicato per la prima volta nel 1917 in una rivista tedesca, rimane sempre di un’attualità sconcertante.
Il plot di matrice eminentemente kafkiana parla di essere animale catturato e ingabbiato dalla società, che diviene essere umano, illudendosi di aver conquistato una qualche forma di emancipazione, ma finisce per perdere la sua vera natura.
L’emozione che più arriva rispetto ai movimenti corporei dell’attore e alla voce sincopata dall’accento tedesco (Fabian Jung è un attore berlinese) è quella della costrizione, del limite, della sofferenza psicofisica rispetto all’esistenza e all’ involuzione che il protagonista/scimmia subisce, fingendosi inalterato rispetto alla propria evoluzione.
Il senso di oppressione nonostante l’apparente evoluzione e l’obbligo morale di conformarsi a uno standard d’immagine socialmente inclusivo è il motivo presente nella pièce sin dall’inizio del monologo: la vestizione come incipit già di per sé definisce il mood del personaggio e simboleggia una gabbia psicologica.
La scena dello spettacolo seppur aperta, evoca sensazioni claustrofobie e oppressione, strutturandosi in maniera asettica e minimale e in cui Fabian Jung espone la sua relazione: l’apparente protezione si trasforma in aggressione dalla società esterna.
La gabbia materiale iniziale viene trasposta un livello più complesso, ovvero quello comportamentale e psicosociale, dando vita ad una confessione in cui la recitazione ritmata dell’attore riesce a comunicare il tentativo del personaggio di razionalizzare una situazione paradossale della vita e delle apparenze più ipocrite e distruttive per l’umanità.
In finale la scimmia si arrende ai risultati sociali e decide di dimenticare il suo passato e adattandosi ai codici della cultura europea. Scenicamente si traduce con movimenti scattosi, pieni di angoscia, grotteschi di Fabian Jung.
Dopo aver vagato e essersi trascinato in una scena ormai angusta e opprimente l’attore si arrampica su una scala in un gesto che sembrerebbe quasi di rabbia, allontanamento ma sappiamo perfettamente che dalla cima si può solamente guardare il mondo un po’ più alto senza poterne fuggire.
Teatro India (Roma) 25 – 30 marzo 2025.
Una relazione per un’accademia – tratto dall’omonimo racconto di Franz Kafka, regia Luca Marinelli con Fabian Jung; set designer Sander Looner; regista assistente Danilo Capezzani; light designer Fabiana Piccioli; produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro Stabile dell’Umbria, Società per Attori.