17° Festival del cinema spagnolo e latino americano (Roma, 15-19 maggio): Intervista ai registi e all’interprete di Retrato de un Amanecer

Il film argentino Retrato de un Amanecer (2023) per la regia di Alejandra Gargiulo, Pablo Alejandro Girola, Agustín Kazah e interpretato da Nacho Albani e Florencia (Flor) Seggiaro è la storia di Sol, una fotografa in gamba, e del suo compagno Lucas alla ricerca di una nuova esperienza di vita in un piccolo villaggio nell’entroterra della provincia di Buenos Aires. È il ritratto realistico di una coppia in crisi, che cambia via via nel corso del tempo e mette in discussione le aspettative e i desideri di vita dei due protagonisti. Il film vanta una sceneggiatura firmata dal collettivo Pitucos Cine.
Abbiamo incontrato i registi e la protagonista del film Florencia (Flor) Seggiaro che interpreta Sol, per intervistarli in occasione della proiezione a Roma di Retrato de un Amanecer.

Domanda: Come descrivereste la vostra esperienza qui al Festival? Qual è l’opinione che avete del cinema italiano e dei vostri colleghi attori, registi, produttori?

Augustin Kazah: L’esperienza che abbiamo avuto è incredibile. Siamo letteralmente innamorati di Roma. Siamo veramente onorati di essere qui. Il cinema italiano ci ha influenzato tantissimo a partire dalla nostra formazione, soprattutto per quanto riguarda il Neorealismo. Rossellini, De Sica, Visconti ci hanno influenzato molto. Il modello di cinema rappresentato dal nostro film, d’altronde, è molto vicino al Neorealismo. Abbiamo visto recentemente C’è ancora domani di Paola Cortellesi e l’ho apprezzato molto. Io, poi, sono un vero fanatico del cinema di Paolo Sorrentino.

Un aspetto che colpisce molto è la fotografia e la luce. La fotografia, inoltre, è una tematica importante nel film. Essa viene presentata come un mezzo per esprimere paure e tormenti. Quale è, invece, la vostra visione personale del cinema come mezzo artistico e comunicativo? 

Augustin Kazah: Per me, il cinema è un’arma potentissima per dire e raccontare ciò che succede. È un mezzo con cui condividere con gli altri ciò che ti sta accadendo e le altre persone, a loro volta, possono sentirsi identificate con ciò che ti capita. Facilmente si può vedere ciò che succede in Italia, in Australia o nell’altra parte del mondo.
Flor Seggiaro: Inoltre, il cinema è importante perché, così come l’arte, conferisce un’identità al popolo di un Paese. Soprattutto il cinema sociale consente che molte problematiche vengano ascoltate.
Augustin Kazah: Il cinema è la memoria dei popoli. Ha il potere di civilizzare una storia molto particolare che ha che vedere con una tappa generazionale.

La mancanza di comunicazione o una comunicazione errata sono alla base della crisi di ogni relazione umana, così come all’interno di una relazione amorosa. Il cambiamento è inevitabile. Necessità e desideri si evolvono. Il silenzio, Inoltre, è applicato da quello assordante dei campi intorno, dall’ambiente. Avete inoltre deciso di organizzare il film in capitoli. Esistevano già in fase di scrittura o sono stati inseriti a posteriori, durante il montaggio?

Augustin Kazah: È stata una decisione al montaggio. Abbiamo deciso di strutturare il film in capitoli, in maniera tale che vadano a sottolineare le varie tappe. Abbiamo così suddiviso la storia in vari episodi.
Flor Seggiaro: Man mano che passava il tempo, avevamo una visione più chiara e completa del processo creativo.

Fotograficamente, si gioca molto tra le immagini a colori e il bianco e nero dei ricordi di Sol. Alla fine di una relazione restano i ricordi. Qual è il messaggio che vorreste far arrivare al pubblico?

Alejandra Gargiulo: La comunicazione è la tematica principale. Vorremmo che ognuno si domandi sulla propria vita, su ciò che desidera, sulle proprie relazioni.
Pablo Alejandro Girola: Il Premio IILA-Cinema che abbiamo vinto, per noi è stato importante. Siamo innamorati di Roma. Ne siamo onorati.
Flor Seggiaro: Questo premio è importante perché consente un cambiamento reale, ci invoglia ad andare avanti coi nostri progetti. Non è una cosa da poco in questo mercato. È un vero atto di speranza!

Se poteste girare in Italia, dove ci piacerebbe farlo e che genere affrontereste?

Flor Seggiaro: In qualsiasi angolo! Mi piacerebbe a Venezia…
Pablo Alejandro Girola: Mi piacerebbe girare tantissimo a Roma.
Augustin Kazah: Noi ci sentiamo molto a casa, in Italia. Molti argentini sono eredi di italiani per il loro passato da emigranti.
Alejandra Gargiulo: Ci sono veramente tante somiglianze con Argentina. Anche la qualità della gente.
Flor Seggiaro: A me sembra di vedere gente familiare per le strade di Roma: mia zia, mia nonna. Questo è stupefacente!

Volete aggiungere qualcosa?

Augustin Kazah: Mi sembra fondamentale sottolineare che il premio IILA-Cinema è seriamente incisivo per tutto il settore culturale argentino, soprattutto per via del contesto politico molto ostile. Ci dà una grande speranza. È un vero e proprio respiro.

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