Biografilm Festival (Bologna 9-19 giugno): La Ricerca di Giuseppe Petruzzellis (vincitore menzione speciale Hera “Nuovi Talenti”)

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Un uomo raccoglie ciottoli lungo le sponde di un fiume, li osserva controsole, ne valuta le forme, li ripulisce dalla fanghiglia, e li seleziona. Silenziosamente ci spostiamo in una stanza con pareti interamente tappezzate di sassi, appesi, incorniciati, catalogati; sassi su piedistalli, incollati a quadri di legno, appoggiati in attesa di una collocazione. Nel frattempo, l’uomo, un anziano, comincia a parlarci di queste pietre, lasciandoci in bilico tra la suggestione e la perplessità. Ne prende una, e mostra l’evidenza di come quel sasso fosse chiaramente stato levigato appositamente da uomini primitivi nell’età della pietra. Ma che dice? È ammattito? Eppure, una parte di noi gli crede, irrazionalmente, una parte di noi vuole credergli. E poi ci mostra altri manufatti, altre pietre raffiguranti pesci, pecore, visi umani, accompagnati da riflessioni lucidissime sull’arte, la tecnica, lo scopo, il significato delle forme, fino a giungere all’astrazione, l’accenno, che ha il suo culmine nel manufatto più impressionante di tutti: una pietra che grida. 

Una volta giunti a questo punto, ogni perplessità è svanita: non abbiamo a che fare con un pazzo, ma con una sensibilità fuori dal comune. Non un artista, né un poeta, bensì un interprete di segreti profondissimi ed inaccessibili, eppure pronti per essere letti da chi ne possiede la chiave. 

Il doc. La Ricerca, questo il titolo del lungometraggio d’esordio di Giuseppe Petruzzellis, presentato in anteprima assoluta a “Vision du Reel” e ora al Biografilm bolognese, ci accompagna alla scoperta dell’universo interiore di un uomo, Luigi Lineri, straordinario, che ci ipnotizza e ci mostra con quale chiarezza e semplicità sia possibile vedere attraverso la realtà, per giungere ad una comprensione che contempla l’intera storia dell’umanità. Petruzzellis coglie perfettamente l’essenza metafisica delle riflessioni di Lineri, e le traduce tramite movimenti di camera lenti, cut che passano dal campo lungo al dettaglio, spezzoni di video presi da materiale di archivio. Alcuni di questi spezzoni mostrano scene dell’equipaggio dell’Apollo 11, che, accostate alle immagini di pietre che rappresentano l’era primitiva dell’uomo, strizzano l’occhio a Kubrick (2001 Odissea nello spazio contiene, ricordiamolo, la più smisurata ellissi temporale della storia del cinema, con quel leggendario cut che passa dall’osso roteante ad una base spaziale). Del resto, che cosa sono le pietre se non misteriosi monoliti, messaggi e reliquie di una civiltà remota e nel contempo di là da venire? 

Sessant’anni sono serviti a Lineri per raccogliere le pietre che conserva nelle sue stanze, non musei, ma testimonianze di intere civiltà. Sette anni sono serviti a Giuseppe Petruzzellis per giungere ad una sintesi visiva e narrativa dello straordinario lavoro di Lineri. Un ora è bastata a noi per vedere questo piccolo gioiello, ma l’impressione che ha provocato rimarrà con noi per molto, molto più a lungo. 

Consigliato. 

Vincitore della menzione speciale Hera “Nuovi Talenti” 


La Ricerca – Regia e montaggio: Giuseppe Petruzzellis; soggetto: Lisa Fierro, Giuseppe Petruzzellis;  fotografia: Brandstetter de Bellesini, Giuseppe Petruzzellis; musica: Nicolas Jaar; produzione: Aplisia; durata: 62 minuti.  

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