La bestia ci abita, se me sente la presenza, la si percepisce come pericolo senza vederla. Gabrielle (Léa Seydoux) incontra un giovane uomo a cui sei anni prima ha comunicato il suo disagio: siamo ai primi del novecento, la donna è sposata con un altro, è una musicista famosa, un’artista che gli stilisti vogliono vestire. È bellissima, levigata, pacifica. Ma nasconde dentro di sé una paura che la inquieta, dalla quale non riesce a scappare. Nel 2014 è una modella che occupa una villa lasciatale dai padroni di casa per sorvegliarla. Viene spiata da un ragazzo, Louis (George MacKay), che la segue con la macchina, la approccia, la stalkera. Lei è inquieta, non trova pace, va in discoteca, balla, ingerisce pasticche. Online trova una veggente che le dice che la vede in pericolo: una conferma delle sue paure. Non si sa da dove entra all’interno un piccione, esattamente come è accaduto nella vita precedente. Un senso di catastrofe imminente (che sia un incendio o un terremoto) è vissuto dalla protagonista con ansia crescente: questo è perché, in un futuro distopico ambientato nel 2044, e che è il presente del film, Gabrielle per purificare il suo DNA si immerge in una piscina piena di poltiglia nera pece e, condotta dalla voce dell’intelligenza artificiale, intraprende un viaggio nelle sue vite passate.
Tra salti temporali, scene maestose di presagio e morte, capovolte curiose di battute che ritornano e capovolgimenti di ruoli nelle stesse persone (Louis, il grande amore della fanciulla, appare in vesti differenti) il film porta lo spettatore ad attendere l’evento traumatico, a riviverlo in loup, a sedimentarlo dentro per poi espellerlo, purificato come la protagonista dalle esperienze del passato e pronto per un futuro senza limiti, in un universo dalle potenzialità umane ben limitate.
Con intento catartico di fascinazione della tecnologia e del progresso, Bonello surfa su una storia un po’ pretenziosa di contenuto profondo relativo, attuando una messa in scena raffinata e attenta, gradevole alla vista, all’udito, ai sensi chiamati in causa. Congelato nella temperatura emotiva lascia però empatizzare poco con la bella protagonista, capace di urla di terrore a comando, di danze sfrenate, di erotismo parossistico al solo contatto delle mani dell’amato. Esperimento curioso, riuscito in parte.
In Concorso al Festival di Venezia 2023
In sala dal 21 novembre 2024.
The Beast (La bête) – Regia: Bertrand Bonello; sceneggiatura: Bertrand Bonello; fotografia: Josée Deshaies; montaggio: Anita Roth; musica: Bertrand Bonello, Anna Bonello; interpreti: Léa Seydoux, George MacKay, Guslagie Malanda, Tiffany Hofstetter, Julia Faure, Philippe Katerine, Lottie Andersen, Tom Neal, Parker Henry, Thomas Hayward, Jiselle Henderkott, Veronica Szawarska, Kester Lovelace, Jo Jappont; produzione: Les Films du Bélier (Justin Taurand), My New Picture (Bertrand Bonello), Sons Of Manual (Nancy Grant, Xavier Dolan); origine: Francia, Canada, 2023; durata: 146 minuti; distribuzione: I Wonder.