Ricordate? Nel 2000, molti chili fa, Russell Crowe gridava «Al mio segnale scatenate l’inferno» nei panni del condottiero pagano Massimo Decimo Meridio, l’eroe del Gladiatore. Ventitré anni dopo, stretto nella tonaca di padre Gabriele Amorth, fa dire a L’esorcista del Papa una battuta che recita «E ora andiamo all’inferno», pregustando altre avventure col Maligno che difficilmente verranno.
Esce ora il film del regista australiano Julius Avery che s’annuncia come ispirato ai libri di Amorth, carismatico esorcista modenese morto nel 2016. Ma non direi che gli sceneggiatori abbiano imparato granché da quelle letture. Semmai vale la pena di recuperare su Google Play The Devil and Father Amorth, il documentario sul delicato tema dell’influenza demoniaca che William Friedkin, stando in bilico tra scienza e religione, portò alla Mostra di Venezia nel 2017.
Di certo il diavolo è in gran spolvero. Da poco è uscito per Piemme un poderoso saggio di Fabio Marchese Ragona, con tanto di intervista a papa Francesco, intitolato Esorcisti contro Satana; e proprio il pontefice non smette di ricordare ai fedeli che «il demonio esiste e bisogna combatterlo», anche se poi parla di diavoletti «educati», altrettanto pericolosi, capaci di insinuarsi nelle coscienze.
Nel film il corpulento e barbuto Crowe incarna proprio Amorth, raffigurandolo sempre a cavallo di una Lambretta bianca e rossa, con una fiaschetta di whisky in tasca e un’irriverenza un po’ in stile Indiana Jones. Insomma, un esorcista da “graphic novel”. Com’è noto, padre Amorth non accettava tutti i casi di presunta possessione diabolica, in genere prima di scomodarsi esigeva perizie psichiatriche, per evitare suggestioni da disagio mentale o psicotico.
Nel prologo, ambientato nel giugno 1987 a Tropea, il prete risolve infatti, con «un po’ di teatro», un fenomeno di ossessione diabolica, senza ricorrere all’esorcismo vero e proprio. Ma poche settimane dopo, su incarico del Papa, Amorth viene spedito a indagare su quanto sta accadendo in un’antica abbazia abbandonata della Catalogna che una giovane vedova americana, accompagnata dai due figli adolescenti riluttanti, vorrebbe trasformare in una struttura turistica. Solo che l’immutolito ragazzino Henry comincia a strabuzzare gli occhi iniettati di sangue e parlare con una voce spaventosa che lascia prevedere il peggio. La faccenda è malefica, se ne accorge subito padre Amorth, il quale dovrà mettere da parte le sue ironie ribalde per dare battaglia, con l’aiuto di un prete spagnolo, a un Satanasso insidioso e feroce che non ha scelto a caso quella dimora per sfidare il capo degli esorcisti.
In esergo c’è una vera frase di Amorth: «Quando deridiamo il diavolo e diciamo che non esiste, è allora che lui è felice». Purtroppo, il film di Avery presto dirazza per sprofondare nell’ennesima variazione horror-gore, pure molto ridicola, di quello che fu il celebre L’esorcista del 1973: vociacce, corpi deformati, sangue a litri, marchiature a fuoco, torture, vecchi codici, zolfo e fiamme, eccetera. Per dire cosa? Che i nostri peccati sempre ci troveranno e che alcune storiche malefatte della Chiesa cattolica, sin dai tempi dell’Inquisizione, sono opera di Satana in persona. Vabbè.
Si vede che, da un certo punto in poi, nemmeno Russell Crowe, al solito doppiato da Luca Ward, crede più granché a questo padre Amorth buttato in caciara, con reminiscenze partigiane e sensi di colpa; Franco Nero interpreta un pontefice fragile, senza nome, colpito da visioni e premonizioni; mentre il nero Cornell John fa una specie di Emmanuel Milingo, che fu davvero arcivescovo influente prima di essere messo al bando dal Vaticano.
Ps.: In una dichiarazione del mese scorso, l’Associazione internazionale degli esorcisti (IAE) ha definito il titolo del film «pretenzioso», affermando che la trama cospiratoria pone al pubblico «un dubbio inaccettabilesu chi sia il vero nemico: il diavolo o il potere ecclesiastico?».
In sala dal 13 aprile 2023
L’esorcista del papa (The Pope’s Exorcist) – Regia: Julius Avery; sceneggiatura: John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein, Michael Gilio; fotografia: Khalid Mohtaseb; montaggio: Matt Evans; musica: Jed Kurzel; interpreti: Russell Crowe, Alex Essoe, Franco Nero, Daniel Zovatto, Paloma Bloyd, Laurel Marsden, Cornell John, Derek Carroll, River Hawkins, Ralph Ineson, Peter DeSouza-Feighoney, Pablo Raybould, Tom Bonington, Victor Solé, Ryan O’Grady, Alessandro Gruttadauria, Edward Harper-Jones; produzione: 2.0 Entertainment, Jesus & Mary, Loyola Productions; origine: USA, 2023; durata: 143 minuti; distribuzione: Warner Bros..