La ragazza con il braccialetto

Presentato con successo nella Piazza Grande del Festival di Locarno 2019 e vincitore del Premio César (gli Oscar francesi) per la Miglior Sceneggiatura non originale l’anno scorso, La fille au bracelet esce finalmente anche in Italia. Ed è una ottima scelta per svariate ragioni, in primis per la qualità stilistica di quest’opera. che ci piacerebbe trovasse, malgrado il periodo, un suo pubblico anche se di  nicchia.

Intanto per orientarci due righe di trama: la protagonista del film è una ragazza di 18 anni, Lise (interpretata con sapienza enigmatica da una ottima Melissa Guers) che porta il braccialetto del titolo,  un braccialetto particolare, elettronico stretto ad una caviglia. La ragione sta nel fatto che è in libertà vigilata. Accusata due anni prima del presunto omicidio volontario della sua migliore amica, Noémie, attende il processo a casa dei genitori a Nantes che la sostengono in questa difficile prova, ciascuno in modo molto diverso: Bruno (Roschdy Zem) è un padre molto, forse troppo protettivo mentre la madre Cèline (Chiara Mastroianni) sembra quasi assente, bloccata davanti al destino della figlia. Questo più o meno l’incipit.

Il film inizia con l’arresto su una spiaggia di Lise e si gioca tutto, almeno apparentemente, come un “legal thriller”  americano, su quanto accade in tribunale tra accusa e difesa, con confessioni e testimonianze che finiscono per rivelare una vita dell’imputata inattesa e abbastanza sconcertante per una ragazza di buona famiglia, rendendo difficile, quasi impossibile allo spettatore capire dove sta in effetti la verità. Il casus belli che viene ricostruito nell’aula di tribunale, consiste nel fatto che la vittima avrebbe ripreso con un video l’amica mentre stava facendo un pompino ad un loro compagno di classe,  per altro abbastanza timido, e l’avrebbe messo proditoriamente in rete. Da ciò l’accusa di omicidio per Lise che era rimasta a dormire con Noémie  la notte precedente il delitto.

Ma l’opera terza del quarantaquattrenne regista e scrittore Stéphane Demoustier che si era fatto notare al Festival di Berlino del 2018 con  un più poetico Allons enfants, oltre a continua a trattare di giovani o i giovanissimi, non si concentra tanto sulla ricerca di come sono andate veramente i fatti (il famoso Whodunit) né sui duelli verbali tra l’avvocatessa dell’accusa e quella della difesa, quanto sul sondare gli umori e i comportamenti di una generazione di adolescenti con i loro comportamenti e regole morali a tratti insondabili.

Qui per noi sta il sale e l’interesse di questo La fille au bracelet  che in maniera appassionante ci guida nei meandri umani di un dramma familiare dai risvolti spesso imprevedibili, andando appunto al di là dei tradizionali schemi del courtroom  tradizionale. Partendo da un film messicano, per altro non memorabile (o almeno noi non ne abbiamo conservato memoria), passato in Concorso alla Mostra di Venezia del 2018, Acusada, diretto dall’argentino Gonzalo Tobal, il remake francese declina la storia, come si accennava, soprattutto sull’approfondimento psicologico della protagonista che con il suo atteggiamento non desidera neanche cercare i favori della corte o accattivare la giuria. Anzi a volte, forse in preda al senso di colpa che non sembra riuscire o volere elaborare, si comporta quasi in modo da non ispirare empatia o simpatia.

Il bello del film, dunque, grazie anche dell’interpretazione complessiva del cast,  sta nello stile alla maniera di Robert Bresson, scarno ma  incisivo, costruito su inquadrature fisse e frontali,  scelto dal  regista per privilegiare i dilemmi dell’atteggiamento di Lise, se non assente certo non proprio di resilienza rispetto alle mostruosità del presente e ai suoi rituali adolescenziali.  Così come nel bel finale che è d’obbligo non rivelare, il quale ci lascia dentro, viepiù,  una grande senso di interrogazioni sui demoni dei tanti narcisismi e ambiguità che attraversano la nostra epoca.

Perché in fondo ci si domanda: chi è davvero Lise, la protagonista di questa Ragazza con il braccialetto?

Dal 19  agosto nelle sale


Cast & Credits

Ragazza con il braccialetto –   Regia: Stéphane Demoustier  ; sceneggiatura: Stéphane Demoustier ; fotografia: Sylvain Verdet ; montaggio: Damien Maestraggi;  suono: Emmanuel Bonnat, Julie Brenta;  musica: Carla Pallone;  interpreti: Roschdy Zem,  Melissa Guers,  Anaïs Demoustier,  Chiara Mastroianni; produzione: Petit Film; origine: Francia, Belgio 2019; durata: 95’; distribuzione: Satine Film.

 

 

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