Berlin F.F.: The Novelist’s Film di Hong Sang-soo (Gran Premio della Giuria)

  • Voto

Hong Sang-soo, bisogna dirlo, è un vero fenomeno, probabilmente è il più inesorabile bounty-killer di premi del cinema contemporaneo. Riassumiamo così la sua carriera, lievemente aggiornando e autocitando, una nostra recensione dell’anno scorso a Inteurodeoksyeon/ Introduction  (https://close-up.info/inteurodeoksyeon-introduction/).

Sudcoreano, nato a Seoul nel 1960, è un tipico regista intellettuale – tra l’altro dopo aver studiato nel proprio paese, si è laureato presso il “California College of Arts and Crafts” e ha preso un master presso la “School of the Art Institute” di Chicago; ha il cinema nel sangue dato che i suoi genitori avevano una società di produzione cinematografica e ha potuto frequentare a Parigi la “Cinémathèque française” (come i registi della Nouvelle Vague o il giovane Wim Wenders). Il suo consueto terreno di caccia non è il vasto mondo dell’intrattenimento bensì quello dei grandi Festival europei, dove ha mietuto successi a ripetizione: a Locarno, nel 2013, per Our Sunhi ha ricevuto il Pardo d’argento per la miglior Regia; due anni dopo, il Pardo d’oro (oltre a quello per la miglior interpretazione maschile, a Jeong Jae-yeong) per Right Now, Wrong Then; sempre alla manifestazione svizzera, nel 2018, ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile (all’attore Gi Ju-bong) in Hotel by the River. A Cannes che è più pop, malgrado le numerose partecipazioni, si è distinto una sola volta con Hahaha a cui è stato assegnato il premio al Miglior Film (nella sezione “Un Certain Regard”, 2010).

La Berlinale, invece, lo ha già onorato molte più volte: nel 2017 con l’Orso d’argento all’attrice  a Kim Min-he (sua musa e compagna), protagonista di On the Beach at Night Alone; nel 2020, con un altro Orso, questa volta per la migliore Regia a The Woman Who Ran;  poi nell’edizione on line del 2021 Inteurodeoksyeon/ Introduction  ha ottenuto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura. So-seol-ga-ui Yeong-hwa (cioè nel titolo internazionale The Novelist’s Film), infine, è il Gran Premio della Giuria del 2022. Tre anni di seguito, un record. Bingo! Hong Sang-soo ha debuttato nel 1996 con The Day a Pig Fell into the Well e da allora in poi con pazienza certosina, fassbinderianamente, ha girato con quest’ultimo film la bellezza di 27 lungometraggi in un quarto di secolo, praticamente un film all’anno.

Dopo queste info biografiche, continuiamo, per recensire la sua ultima opera, a pantografare a tratti la nostra precedente recensione e così facendo usiamo lo stesso sistema creativo di Hong Sang-soo, quello di variare all’infinito uno stesso copione con minime variazioni. Anche qui, nel consueto bianco&nero (forse un po’ meno brillante del solito, però), il regista coreano ritorna a parlare di temi a lui consueti e sempre da mattatore/demiurgo assoluto occupandosi di tutto, dalla musica alla produzione, dal montaggio alla fotografia e al suono, salvo solo non interpretare lui stesso il film (ma poi ovviamente usa quasi sempre gli stessi attori come l’amata Kim Min-he). Che aggiungere quindi se non due righe di trama?

Kim Min-he

The Novelist’s Film si compone di tre storie/incontri che si susseguono l’una dopo l’altra senza soluzione di continuità: la protagonista, una romanziera di una certa fama, Junhee (Lee Hye-young) si reca in una libreria di periferia per far visita a una ex-collega,Yangjoo (Cho Yunhee), che la gestisce. Una bella chiacchierata affettuosa tra le due che ripensano al passato e alla loro amicizia dato che si erano perse di vista. Seconda stazione: Junhee, questa volta in un bosco durante una passeggiata seguita all’incontro in libreria, si imbatte, per caso, in un regista accompagnato dalla moglie che in precedenza conosceva. Trai due, anzi tra i tre, si susseguono dopo vari salamelecchi orientali e formali, diverse recriminazioni perché l’uomo non ha mai girato l’adattamento di un romanzo di Junhee come le aveva promesso. Al gruppo, infine, – ultima stazione del film –  si aggiunge, ancora casualmente, l’attrice Kilsoo (Kim Min-hee), insieme alla quale la scrittrice decide di girare un film. Altre chiacchiere ovviamente. Amen.

Come in tutta la sua precedente filmografia, Hong Sang-soo ci offre un divertissement veloce e a tratti piacevole, anche se impegna (o sfianca a seconda dei diversi punti di vista) lo spettatore in chiacchiere lunghissime, interminabili tra i personaggi. Il senso dovrebbe essere far vedere nascere una rosa di originalità nella palude della produzione cinematografica (mah…) e con questo senso il nostro burlone coreano ci gioca per novanta minuti (quindi di più del solito) in un film aforistico e stilizzato al massimo, talvolta arguto, a tratti estenuante.

Ai tempi della Nouvelle Vague,  Eric Rohmer realizzava delle belle commedie agrodolci sui rapporti interpersonali con brio e intelligenza, in cui tutto si capiva al primo colpo. Oggi nell’era del digitale e del post-post modern, ci dobbiamo accontentare di Hong Sang-soo, abbastanza faticoso e arzigogolato. L’anno scorso avevamo dato quattro stelle con generosità a Introduction. Questa volta ci sentiamo di abbassare il rating – e ci dispiace per i suoi fan – visto ormai la frequenza ripetitiva di un lavoro che sembra assomigliare alla serialità della Marvel.


Cast & Credits

So-seol-ga-ui Yeong-hwa /The Novelist’s Film – Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, musica, Sound Design: Hong Sang-soo; interpreti: Lee Hyeyoung (la scrittrice Junhee), Kim Min-hee (l’attrice Kilsoo), Seo Young-hwa (Sewon), Park Miso (Hyunwoo), Kwon Haehyo (Hyojin), Cho Yunhee (Yangjoo, la libraia), Ha Seongguk (Gyeongwoo), Ki Joobong (Mansoo), Lee Eunmi (Jaewon); produzione: Hong Sang-soo per Jeonwonsa, Seul; origine: Corea del Sud 2021; durata: 92’.

        

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *