Beast

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Beast è un esordio per il regista Michael Pearce e non possiamo che meravigliarcene, perché il film è ricco di dramma, tensione e suspense, come se fosse diretto da mani e da occhi più esperti. Nonostante la violenza repressa e quella manifesta, il film non è né un thriller né tantomeno un horror, è un film drammatico in cui le relazioni tra familiari e amici si fondano su una sorta di terrorismo psicologico. Ne fa le conseguenze Moll  – l’attrice emergente Jessie Buckley che si appena vista nel Concorso veneziano in The Lost Daughter  (https://close-up.info/3141-2/) – , una ragazza dolce e bella, colpevole di aver reagito violentemente all’ennesimo episodio di bullismo anni prima. Da quel momento Moll è stata repressa dalla famiglia, soprattutto da una madre moralista e integralista, prepotente e cattiva, che sfoga la sua frustrazione sulla figlia remissiva e impaurita.

La tensione tiene incollato allo schermo lo spettatore fin dalle prime scene e la compassione per Moll la esalta perché aspettiamo che si liberi da tutti i sui pesi, dai suoi sensi di colpa che le fanno credere di essere una brutta persona, non degna di una vita. I primi piani dei coprotagonisti sono incisivi nel trasmettere le emozioni represse e la vera e propria cattiveria dei protagonisti, che si coalizzano nel rendere un inferno la vita della ragazza.

La giovane è vittima, ma il suo cuore è grande, eroico, e cercherà di affrancarsi da tanta violenta mediocrità e bassezza morale, anche se prima di farlo ne dovrà passare tante.

Un padre malato, una madre malevola, dei fratelli stupidi e dei conoscenti subdoli e ruffiani, il film poteva scadere in un atto di ricatto  verso lo spettatore, invece invita alla dolcezza, alla tenerezza, al desiderio di protezione e anche al desiderio di vendetta per Moll.

Il lento risveglio della protagonista non può non coincidere con il desiderio di vendetta, alimentato da un ragazzo (Johnny Flynn) che sembra capirla e iniziare a proteggerla e che piano sembra liberarla dalle zavorre del senso di colpa e dall’essere succube della sua famiglia. Ma questo incontro farà emergere altri carnefici e Moll dovrà combattere e alzarsi da sola.

Beast è un film notevole, ipnotico, romantico e morale: la ribellione dall’oppressione familiare, al di là delle possibili reali colpe, ci fa subito innamorare della protagonista e con lei riviviamo i nostri piccoli e grandi drammi, sperando che siano finalmente superati o, almeno, perdonati. Da un punto di vista tecnico, il regista fa un grandissimo lavoro nel gestire la suspense e la violenza repressa che sembra poter deflagrare in ogni momento.

Si tratta dunque di un  film “morale”, forse un po’ old fashion perché descrive come un’anima innocente possa venire oppressa da carnefici più o meno subdoli, e come possa liberarsi con una forza che non si vendica ma fa giustizia. Senso di colpa, vendetta, perdono e redenzione, in questo evidente orizzonte, morale, manca Dio o, forse, è semplicemente sottinteso. Anche se si può parlare di una morale laica e autonoma, è chiaro che l’amore e la forza di Moll trascendono la realtà e aspirano a una giustizia che va oltre la nostra esistenza concreta e mirano all’assoluto.

Nelle sale dal  9 settembre


Beast – Regia: Michael Pearce; sceneggiatura: Michael Pearce; fotografia: Benjamin Kracun; montaggio: Maya Maffioli; musica: Jim Williams; interpreti:
Jessie Buckley
Johnny FlynnGeraldine JamesOlwen FouéréTrystan Gravelle; produzione: Agile Films e Stray Bear Films; origine: Gran Bretagna 2017; durata: 107’; distribuzione: PFA Films ed Emme Cinematografia.

 

 

2 thoughts on “Beast

  1. La recensione appena letta esprime in modo chiaro e generoso di osservazioni la storia sottesa al film, e accompagna passo dopo passo tutta una serie di riflessioni sulle azioni e le reazioni della protagonista, che riescono a guidare la migliore fruizione della storia presentata dal regista. Un invito promettente a vedere il film.

  2. Come amante dei trhiller, la definizione trhiller non thriller della recensione ha stuzzicato la mia curiosità, andrò senz’altro a vederlo

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