Geostorm di Dean Devlin

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Tra le svariate offerte del suo catalogo, Netflix offre ai suoi abbonati tantissimi film di genere, alcuni dei quali attraversano felicemente più generi. Uno di questi ultimi è Geostorm, diretto da Dean Devlin.

Dutch Boy è un impianto satellitare globale, che ha permesso l’eliminazione di disastrose tempeste e della siccità nel mondo. Jack Lawson (Gerard Butler) e il fratello Max (Jim Sturgess) sono, con ruoli diversi, i responsabili del progetto, ma sono anche in conflitto tra loro dalla scomparsa dei loro genitori, alla quale hanno reagito diversamente, il primo lasciandosi andare, il secondo con responsabilità. L’affidabilità è la caratteristica cui ruota intorno la storia, una buona storia che lo sceneggiatore di Roland Emmerich dirige bene su più livelli: disaster movie, azione, irrisolti rapporti famigliari, responsabilità e consapevolezza del proprio destino. Che è eroico ma non retorico.

Il film di Devlin è un catastrofico di serie B, ma di ottima qualità, grazie alla perfetta fotografia, agli effetti speciali ben calibrati che lasciano molto spazio al rapporto tra i due fratelli protagonisti e alle losche vicende politiche. Queste sono all’origine dei difetti del Dutch Boy che causano episodi climatici sconcertanti, che richiedono l’intervento di Jack, ideatore del progetto, per scongiurare altre vittime se non la vera e propria distruzione della Terra. Jack lavora sulla base spaziale, Max tra le meschinità delle relazioni di potere, entrambi tornano a avere fiducia l’uno nell’altro e il nuovo legame fortifica la volontà di salvarsi e di salvare vite umane.

Gerard Butler

Le parti più belle e suggestive del film sono il potente incipit che spiega come la Terra abbia rischiato uno sconvolgimento totale per le anomalie climatiche e il riscaldamento globale e il commovente finale in cui un nuovo legame di amicizia e amore nasce nel condividere un sacrificio per il bene comune.

Ed Harris e Andy Garcia offrono carisma e credibilità all’insieme comunque buono, che genera grandi aspettative in senso spettacolare e le concretizza oltre a soddisfare anche le necessità narrative. E’ possibile, dunque, quasi affermare che il braccio destro abbia superato il maestro: Dean Devlin ha diretto il film mostrando grandi effetti speciali, insieme però a suspense, azione e denuncia, grazie anche ai suoi quattro attori protagonisti di diversa generazione. Il film è più pensato e intrigante tra quelli da lui sinora sceneggiati per Roland Emmerich, e saremmo curiosi di vedere, ad esempio, il suo ultimo lavoro, ormai risalente a quattro anni fa, Bad Samaritan (2018), un thriller/horror con David Tennant Robert Sheehan, restato inedito in Italia.

Un film di serie B può essere migliore di un film di serie A, ma soprattutto è sempre da apprezzare la professionalità con cui i cineasti americani lavorano ai loro progetti: è affascinante e degno di stima come nemmeno una piccola cucitura delle tute da astronauta è fuori posto nel film di Devlin. La scenografia, i costumi, la musica, il montaggio rasentano spesso la perfezione e rendono il film sempre almeno godibile se non pienamente riuscito dal punto di vista narrativo.

E allora paradossalmente come non si potrebbe definire Arte anche un film catastrofico di serie B? Aristotelicamente, l’arte è saper far bene una cosa e questa definizione dovrebbe per lo meno aiutarci a non impelagarci in ideologiche concezioni del suo concetto. Forse anche la stesse categorie dei film non rende giustizia ai film stessi e ai loro artigiani, ma il gusto di definire un lavoro come Geostorm di serie B alta è troppo forte perché nobilita il suo genere e il nostro personale giudizio.

Su Netflix


Geostorm – Regia: Dean Devlin; sceneggiatura: Dean Devlin, Kieran Mulroney, Michele Mulroney; fotografia: Roberto Schaefer; montaggio: Ron Rosen; effetti speciali: Chris Brenczewski; musica: Lorne Balfe; interpreti: Gerard Butler, Jim Sturgess, Andy Garcia, Ed Harris; produzione: Warner Bros.; origine: USA 2017; durata: 109’.

 

 

 

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