Steven Spielberg è il cinema. Non si può non convenire con questa lapidaria sentenza, perché i suoi tanti film hanno incantato intere generazioni, soprattutto di bambini. Il cinema è nato con lo spavento e la sorpresa che i primissimi spettatori provavano nel vedere arrivare verso di loro treni minacciosi che non intendevano cambiare direzione.
Nel 1993 Spielberg fa uscire un film altrettanto pazzesco e spaventoso, Jurassic Park, in cui dinosauri giganteschi danno la caccia agli uomini. Si potrebbe parlare e scrivere tantissimo e di tutto attraverso questo film, soprattutto di come l’immaginario infantile prenda corpo in un modo così realistico mai sperimentato prima, o anche di come un colossal sui dinosauri riesca a essere un film così detto d’autore. O di come, “più semplicemente”, il film di Spielberg rappresenti, con Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991), lo spartiacque nell’uso della tecnica animatronic, unito a quello della computer grafica, evoluta fino all’impensabile (all’epoca).
Oggi, quasi trenta anni dopo, Colin Trevorrow scrive e dirige il terzo episodio della seconda trilogia sui dinosauri che proprio lui aveva contribuito a lanciare nel 2015 con Jurassic World. Si tratta, il nuovo e ultimo film, di un colossal gigantesco quanto i suoi predatori, con un grande budget, con grandi attori e con grandi effetti speciali, ma anche con una grande eredità ancora una volta da sostenere e magari da provare a superare. L’autore è stato molto coraggioso e il probabile successo dei film, forse, lo starà premiando.
Se addestriamo ciò che in Spielberg creava suspense e terrore, il film di certo cambia. Ma è una scelta, non un passaggio obbligato; l’impegno della seconda trilogia della saga è, in qualche maniera, da ammirare perché cerca di divertire e di far paura con l’azione e la sua spettacolarizzazione.
Il T rex e il Velociraptor sono sempre straordinari, ma è il contino susseguirsi delle disavventure dei protagonisti a rendere piacevole il film. Un film di azione e di denuncia, che invita a riflettere sulle potenzialità distruttive della scienza, che diventano tali a causa dei giochini di potere di uomini ambiziosi e vili.
Colin Trevorrow rende omaggio al primo film di Spielberg, non solo nel far tornare gli stessi protagonisti ma anche e soprattutto nel farli fare delle scene simili che all’improvviso deviano dalle originali. Il Maestro ha girato così, proviamo a prendere il meglio e a creare l’inaspettato, questo ha forse pensato il nostro giovane regista. Il risultato è alla fine un film divertente e riuscito: i cinefili sorridono sornioni, gli spettatori si divertono e i bambini si meravigliano, che di tutte le cose è probabilmente la più importante.

Gli attori sono tutti bravi certo mentre da Sam Neil e Jeff Goldblum a Laura Dern sono, a distanza di trenta anni, meravigliosi, amici che non vedevamo da tempo. Una loro mossa, un loro sguardo, un loro aneddoto e magia ci avvolge e come al solito ci fa sperare in un mondo migliore.

Peccato che a un certo punto si chiuda il sipario, ma c’è forte la speranza che un bambino torni a casa entusiasta e cominci a studiare i dinosauri. E il cinema.
In sala dal 2 giugno
Jurassic World-Il dominio – Regia: Colin Trevorror; sceneggiatura: Emily Carmichael, Colin Trevorrow; fotografia: John Schwarzman; montaggio: Mark Sanger; effetti speciali: Brandon Allen; musica: Michael Giacchino; interpreti: Laura Dern, Sam Neil, Jeff Goldblum, Bryce Dallas Howard, Chris Pratt ; produzione: Amblin Entertainment; origine: USA, 2022; durata: 146’; distribuzione: Universal Pictures International.