La banda di Don Chisciotte. Missione mulini a vento di Gonzalo Gutiérrez

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Il primo film di animazione per il regista argentino Gonzalo Gutiérrez, La banda di Don Chisciotte. Missione mulini a vento prende spunto, come si può ben intuire dal titolo, dal grande classico della letteratura spagnola, il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, ma lo contestualizza nelle problematiche climatiche della Spagna di oggi. Partendo da un’interessante premessa si lascia però prendere la mano e trasforma un buon soggetto in un’abbuffata di trovate senza capo ne coda, dove il discorso tende a proseguire per escamotage ed effetti a sorpresa, rubando così lo spazio alla narrazione.

Ci troviamo nella storica regione di La Mancha, con i suoi pittoreschi paesini e i famosi mulini a vento. La zona è sempre più spesso minacciata da impietosi temporali che rendono la vita difficile ai suoi abitanti. Preso dalla sua fantasia, il giovane Alfonso non ha dubbi che i mulini a vento altro non siano che degli enormi giganti verdi (simili a Schrek) pronti ad affrontare il terribile e mostruoso temporale in arrivo. Dopotutto il ragazzo ha ereditato in abbondanza coraggio e immaginazione dal suo leggendario bis-bis-bis nonno don Alonso Chisciano, molto meglio conosciuto come Don Chisciotte. Solo che il ragazzino non si accorge che con la sua immaginazione rischia di combinare spesso dei guai. Tanto che il padre del suo amico Pancho non lo vede di buon occhio e preferisce che i due amici non si frequentino. Fra un temporale e l’altro, il furbo costruttore edile Carrasco cerca di convincere i cittadini a trasferirsi in un nuovo e moderno quartiere abitativo, munito di ruota panoramica e da lui costruito, chiamato Carrascoland. In cambio compra loro la casa rimasta vuota e i loro vecchi mulini a vento.

Solo Alfonso, seguito dal suo amico Pancho e da Victoria, di nascosto dalle famiglie, decidono di rimanere per affrontare il terribile temporale. Ma non fanno i conti con Carrasco e due dei suoi agenti immobiliari, i quali faranno di tutto per sconvolgere i loro coraggiosi piani. Anche i padri dei due ragazzi, dimenticate le incomprensioni di un tempo, partono alla ricerca dei figli, mentre le madri cercano di rendersi utili nel paese prima dell’arrivo della tempesta per cercare di fermare la popolazione che vorrebbe evacuare in fretta dal paese.

Per quanto lo stile grafico dell’animazione digitale sia ben curato e articolato come ci si aspetterebbe da una produzione di standard internazionale qual è  La banda di Don Chisciotte, è però la storia ad avere qualche problema di coerenza; tanto che la successione degli eventi e la narrazione risultano spesso disarticolate e lacunose. Sembra che Gutiérrez privilegi i colpi di scena e si inventi un’inesauribile quantità di trovate, di azioni causa-effetto, mescolate a citazioni cinematografiche, dimenticando di proseguire nella trama.  Altra mancanza piuttosto infelice per una storia che punta l’attenzione sull’amicizia e l’aiuto reciproco è l’assenza di un approfondimento delle figure dei protagonisti, che risultano quindi troppo poco caratterizzate perché il pubblico vi si senta coinvolto e possa identificarsi nei personaggi. Anche perché non c’è un attimo di pausa in cui si riesca a pensare al loro ruolo nella storia. Certo, Alfonso tende ad essere come suo padre ed il suo classico avo letterario, e cioè un’indomabile e romantico cavaliere ricco di visionaria fantasia, con una cotta per la invece pratica e aggiustatutto Victoria; mentre Pancho ha lo spirito da inventore del padre da cui ha imparato a costruire gadget e macchinari utili. Ma sono particolarità che si apprendono di sfuggita, durante una fuga o un inseguimento nel corso del film, senza che queste vengano ben tematizzate e approfondite nei loro specifici. Le figure rimangono abbozzate e non vanno al di là del tipico schema buoni contro cattivi. Gli stessi tre coniglietti, compagni immaginari di Alfonso, risultano simpatici e divertenti, ma con i loro concertini rock e le loro strampalate idee rimangono troppo legati e somiglianti – almeno caratterialmente – ai Minions di Cattivissimo me (2010), per venir apprezzati.

Quello che invece non manca al film è senza dubbio il dinamismo del montaggio. Anzi il ritmo serrato, fra inseguimenti e corse sfrenate – qui vengono usati in abbondanza, almeno a inizio film, sia accelerazione che rallenti – e il cambio continuo di scenari spettacolari, risulta alquanto eccessivo e alla lunga stancante. Se L’intento del film di animazione di rievocare le avventure di un Don Chisciotte moderno è certo lodevole, il film non rende però le aspettative di partenza e anzi, si perde in un susseguirsi di eventi a catena, che distraggono sia dall’intreccio principale, che dagli argomenti che sembravano essere importanti: quali la fantasia, l’amicizia, la famiglia e il coraggio. Pure la tematica del vivere in armonia con la natura, il cambiamento climatico, accennati nell’introduzione di partenza, passano decisamente in secondo piano, per poi venir abbandonati. Il film di animazione si rivolge alle famiglie, anche se, proprio per il suo ritmo frenetico non si adatta ai più piccoli.

In sala dal  14 novembre.


La banda di Don Chisciotte. Missione mulini a vento  (Giants of la Mancha) Regia: Gonzalo Gutiérrez; sceneggiatura: Carlos Kotkin, Pablo Ricardo Biondi; fotografia: Matías Nicolás; montaggio: Martín Blousson; musiche: Pablo Borghi; produzione: GF Films, Studio 100 Media, M.A.R.K.13; origine: Argentina/Germania/Spagna/Regno Unito 2023; durata: 87 minuti; distribuzione: Adler Entertainment.

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