Cosa ci può essere di meglio, per i fan del genere, di un b movie estivo, di un buon film che ci fa saltare dalla sedia? I registi francesi Alexandre Bustillo e Julien Maury, noti specialisti e frequentatori dell’horror, hanno scritto e diretto La casa in fondo al lago (titolo internazionale The Deep House) e si confermano abili in questo tipo di cinema, regalandoci emozioni e effetti spaventosi da vecchia scuola. E non solo.
Il film è stato girato quasi interamente sott’acqua, e ciò lo rende particolarmente interessante. Fin dall’inizio seguiamo una coppia di fidanzati alle prese con case e strutture lascate decadere, luoghi misteriosi o maledetti che vanno filmando, con mezzi da professionisti, per creare dei video da caricare sui social. I ragazzi hanno studiato storia all’università e la loro passione per i siti abbandonati deriva da questo amore comune per il passato. Ma Ben è ora spinto più dal desiderio di successo e denaro che dallo stupore scientifico; Tina avverte questo cambiamento nel suo fidanzato, ma per amore lo segue in un’altra avventura ai limiti. I due si spingono alla ricerca di una casa sommersa da un lago artificiale, che hanno individuato, ideale per fare video carichi di mistero e paura.
La suspense e l’adrenalina crescono insieme a quelle dei due protagonisti, immersi alla ricerca di maggior visibilità nei social da parte di lui e dell’amore da parte di lei. Tutti siamo presi dalla possibilità di maggiore visibilità, per questo è difficile giudicare Ben (James Jagger), in lui ci possiamo vedere riflessi, anche semplicemente nello stesso atto di scrivere, ad esempio, questa recensione. La grazia e l’amore di Tina (Camille Rowe) commuovono, invece, lo spettatore, facendo sperare di riuscire a fare lo stesso, a sacrificarsi per amore.
La tecnica e gli strumenti subacquei dei due protagonisti rimandano a quelli dei due autori francesi che rendono naturale e coinvolgente il viaggio all’interno della casa: ogni porta, ogni angolo, ogni oggetto nasconde qualcosa di potenzialmente commerciale per Ben, di pericoloso per Tina e di pauroso per lo spettatore. Soprattutto lo sfidare la morte.
Rendere fluide la discesa nel lago e l’indagine all’interno della casa ha costituito la vera sfida dei due registi – una sfida, in effetti, vinta, perché è divertente e fa paura farsi accompagnare da loro e dai loro protagonisti nel buio di uno spazio che “sospettiamo” essere infestato da fantasmi o cose del genere.
Il film ci sembra tanto solido quanto spettacolare, senza che vengano create inutili aspettative. Siamo all’interno di una casa sul fondo di un lago: poche battute essenziali tra i due protagonisti e poi un viaggio agli inferi non banale. Orchestrato da due autori di genere che hanno già dato prova del loro valore (A l’interieur, 2007; Livide, 2011; Leatherface, 2017) e che promettono di stupirci ancora. Resta certo un B movie, ma, a nostro avviso, di qualità. Nessun pregiudizio, nessuna attesa, nessuna speranza. O forse sì.
In programmazione nelle sale
La casa in fondo al lago – Regia: Alexandre Bustillo e Julien Maury; sceneggiatura: Alexandre Bustillo e Julien Maury; fotografia: Jacques Ballard; montaggio: Baxter e Thialy Sow; effetti speciali: Agustin Cavalieri, Gilles Collart, David Danesi, Theophile Dhuicaue, Thomas Duval, Nicolas Erba; musica: Raphael Gesqua; interpreti: Camille Rowe, James Jagger, Eric Savin; produzione: Wallimage, OCS, Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge, Investisseurs Tax Shelter; origine: Francia, Belgio, 2021; durata: 85’; distribuzione: Notorius pictures.