La memoria dell’assassino di Michael Keaton

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A quindici anni di distanza dal suo debutto, con The Merry Gentlemen l’attore Michael Keaton (1951) torna alla regia con un film che in Italia viene distribuito con il titolo La memoria dell’assassino, mentre il titolo originale, molto più bello, suona Knox Goes Away. John Knox è il nome del protagonista, interpretato con la consueta bravura, dallo stesso Keaton e il resto del titolo fa riferimento alla malattia che all’inizio del film gli viene diagnosticata, una forma particolarmente aggressiva di sindrome neurodegenerativa, detta di Creuzfeldt-Jakob che conduce in tempi rapidi alla demenza. Knox affronta questa orribile sentenza con grande dignità, capendo di avere se non proprio i giorni al massimo le settimane contate (la struttura del film si articola infatti per capitoli scanditi da settimana: settimana 1, settimana 2, etc.) per sistemare le cose che gli interessano, perché già al momento della diagnosi i sintomi della malattia si stanno facendo sentire in modo inequivocabile. Si dà il caso che Knox di mestiere faccia l’assassino su commissione, un professionista contraddistinto non solo da un perfezionismo maniacale ma anche da una grande cultura, con alle spalle niente meno che due dottorati di ricerca (uno in letteratura inglese, uno in storia) nonché una passione dichiarata per la filosofia che gli è valsa, nell’ambiente, il soprannome di “Aristotele”.

Con la stessa maniacalità rituale – che lo ha contraddistinto fin qui e che di fatto, a parte il suo mandante Xavier Crane (interpretato da un gigionesco Al Pacino, appena oltre il cameo) e qualche collaboratore, gli ha alienato i rapporti con gli altri esseri umani, a cominciare dalla famiglia (si salva solo una donna/prostituta di origine polacca, con cui si incontra, ritualmente, ogni giovedì pomeriggio, interpretata da Joanna Kulig, alla quale, post coitum, è aduso suggerire libri da leggere) -, Knox programma il suo commiato, il ritiro e la distribuzione, diciamo così risarcitoria agli “eredi”, dei beni accumulati negli anni, approfittando del poco tempo a disposizione prima che il cervello lo abbandoni del tutto, se ne vada via (“goes away”, appunto).

Al Pacino

Peccato o forse per fortuna questo disegno viene ad essere disturbato o comunque ridefinito dall’improvvisa ricomparsa di Miles (James Marsden) il figlio di Knox, ormai ultraquarantenne, marito e, soprattutto, padre di una ragazza adolescente. I due non si vedevano da decenni, e il figlio ha adesso un tremendo bisogno delle “competenze” del padre per uscire dai guai in cui si è cacciato, guai che per ovvie ragioni non starò a rivelare. E Knox, con l’aiuto di Xavier e diciamo così “per intervalla insaniae” svolge l’ultimo incarico che si è accollato, prima di andarsene, riscattandosi al contempo per una vita caratterizzata dall’individualismo, dalla mancanza di legami e dall’abbandono.

È nell’articolata ideazione del piano di riscatto, di (auto)-salvazione che il film diventa un po’ cervellotico e, diciamolo pure, a tratti leggermente improbabile, vista la malattia neurologica da cui il protagonista è stato colto. Ma questi innegabili difetti di sceneggiatura (ne è autore Gregory Poirier) finiscono per essere, almeno in parte, riscattati dalla notevolissima prova attoriale di Keaton, davvero al suo meglio, anche se vale per questo film, ciò che in passato mi è accaduto di rilevare per la crescente serie di film sull’Alzheimer: l’interpretazione funziona fintantoché siamo nella fase iniziale della malattia, là dove la sindrome degenera si finisce per andare oltre i limiti della rappresentazione e della rappresentabilità, quell’ “oltre” che ne La memoria dell’assassino, è confinato, non a caso, solo nella sequenza finale, un paradossale e consolatorio happy end.

Qualche altro difetto: non particolarmente originali, sul piano registico, i flash e i jump cut a segnalare gli sbalzi, i black out neuronali del protagonista, mentre sul piano della sceneggiatura la caratterizzazione dei personaggi minori appare un po’ dozzinale: la prostituta polacca e la sua ghenga, la ballerina russa, compagna di Pacino, la stessa investigatrice asiatica, parafemminista, danneggiata da una madre elicottero. Nell’insieme tuttavia il film si lascia vedere, soprattutto, lo ribadisco, grazie al piacere di contemplare Michael Keaton all’opera.

In sala dal 4 luglio 2024


La memoria dell’assassino (Knox Goes Away) – Regia: Michael Keaton; sceneggiatura: Gregory Poirier; fotografia: Marshall Adams; montaggio: Jessica Hernández; interpreti: Michael Keaton (John Knox), James Marsden (Miles Knox), Al Pacino (Xavier Crane), Marcia Gay Harden (Ruby Knox), Ray Mc Kinnon (Thomas Muncie), Suzy Nakamura (Emily Ikari), Joanna Kulig (Annie); produzione: Brookstreet Pictures, Sugar23; origine: Usa, 2023; durata: 114′; distribuzione: Eagle Pictures.

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