Nonno questa volta è guerra

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Dopo aver (provvisoriamente?) abbandonato il suo variopinto universo dell’animazione e degli animali parlanti ( I Muppets venuti dallo spazioMax Keeble alla riscossaGarfield 2Alvin Superstar Hop), il regista statunitense Tim Hill si ripropone su Sky Now TV con una commedia assolutamente ordinaria: ordinari sono i personaggi, ordinari i problemi che ne destabilizzano la routine quotidiana, ordinaria è anche la Disneyland soleggiata in cui saltella beata la cinepresa. In Nonno questa volta è guerra , Peter Decker (Oakes Fegley) è un ragazzino di dodici anni sospeso nel tragicomico limbo fra l’infanzia e l’adolescenza. Ricordate quello strano periodo che intercorre fra scuola media e liceo? Ebbene, se la risposta è no, il regista vi regala qualche flashback: l’insicurezza del primo giorno di scuola, l’incontro col bulletto di turno che puntualmente getta il vostro zaino nel cestino (cioè il classico battesimo del fuoco), lo squallore del pasto precotto offerto dalla mensa. Memorie che avremmo preferito rimuovere dalla nostra mente. E poi gli amici di sempre, creati con lo stampino: la ragazza secchiona, lo scemo del villaggio, il cultore delle merendine. A completare il quadretto, una famiglia noiosa composta da una madre-tiranno, un padre-ameba, una sorella maggiore ridotta a protesi dello smartphone e una sorellina tanto adorabile quanto bizzarra – quel genere di bambina che, per intenderci, da grande potrebbe diventare un genio o finire i suoi giorni distesa sul lettino di uno psicanalista. Tutta l’impalcatura si sorregge sulle nevrosi che i vari componenti del clan si scambiano fra loro, quasi fosse un rituale antico da perpetrare in eterno. Ma c’è posto anche per un pizzico di nostalgia: ricordate quanto era appagante, alla fine di ogni giornata, chiudersi nella propria comfort zone e osservare i poster attaccati alle pareti, godendosi quegli ultimi attimi di infanzia tardiva? Ebbene, per Peter Decker le cose vanno un po’ diversamente. Già, perché il suo piccolo stralcio di normalità viene turbato dall’arrivo del nonno Ed (Robert De Niro), ormai vedovo e solo ma non per questo inoffensivo.

Praticamente costretto dalla figlia Sally (Uma Thurman) ad abbandonare uno stato di misantropia interrotto soltanto dai litigi col cassiere dell’ipermercato, l’anziano genitore dovrà trasferirsi nella camera del suo alter-ego teenager, causandone l’esilio nella buia e umida soffitta. Peter non accetta l’affronto e lancia al nonno scatenato il guanto di sfida – emancipandosi, in tal modo, più dal dispotismo materno che non dallo stesso Ed, il cui bonario sarcasmo sembra invece risvegliare nel ragazzo una certa simpatia. Fra i due inizia così una sfiancante guerra domestica fatta di sabotaggi notturni, minacciosi dispacci scritti con la biro su fogli a quadretti, porte svitate, droni posti a spiare l’avversario per scoprirne i punti deboli, zaini-bomba pronti a esplodere gettando senape ovunque e mobili inspiegabilmente smontati. La formula è quella stranota di Home alone ( Mamma, ho perso l’aereo 1990) e affascina qualunque bambino, che questi abbia dieci anni o cinquanta – se mai doveste sentirvi tentati, ricordatevi di non riprovarci a casa (anche se, specialmente in questo periodo, il desiderio c’è). Eppure, al di là della puerile inverosimiglianza che contraddistingue tanto il Casus belli quanto le singole battaglie, a salvare l’altrimenti insopportabile serie di gag sono proprio Ed e Peter: entrambi inadatti all’età adolescenziale e ai suoi rituali (il primo è troppo vecchio, il secondo ancora troppo giovane), entrambi ribelli senza avere il coraggio di manifestarlo ad alta voce, entrambi inseriti malvolentieri in una cornice familiare da cui l’ironia pare essere fuggita a gambe levate.

Lo stravagante cerimoniale che accompagna il protagonista verso l’età adulta è destinato a consumarsi negli esuberanti e coloratissimi scontri fra nonno e nipote, grazie ai quali l’intera tribù uscirà fortificata: la madre virago si scoprirà disposta a raddolcire le proprie manie di controllo. La sorella maggiore instaurerà un dialogo con i genitori. La sorellina perderà parte della propria eccentricità. Il padre rimane un idiota, ma contento lui (chissà perché ai personaggi maschili, ultimamente, viene dato così poco margine di miglioramento). Inutile sottolineare quanto certi stereotipi possano risultare stantii, in particolare se ripetuti all’infinito. Questa tipologia di commedia, purtroppo per noi, ci fa sentire più vecchi: forse dieci, vent’anni fa avremmo riso di gusto. Adesso, con il nonno di Peter, abbiamo in comune soltanto una veneranda e scontrosa consapevolezza: di guerre del genere, ormai, ne abbiamo viste fin troppe.


Cast&Credits

Nonno questa volta è guerra  –  Regia: Tim Hill; sceneggiatura: Tom J. Astle, Matt Ember; fotografia: Greg Gardiner; montaggio: Craig Herring, Peter S. Elliot; interpreti: Robert De Niro (Ed), Oakes Fegley (Peter Decker), Uma Thurman (Sally Decker), Rob Riggle (Arthur Decker), Laura Marano (Mia Decker), Poppy Gagnon (Jenny), Cheech Marin (Danny), Christopher Walken (Jerry), Jane Seymour (Diane), Juliocesar Chavez (Billy), Isaac Kragten (Steve), T.J. McGibbon (Emma), Colin Ford (Russell); produzione: Marro Films, Sigh Films, The Fyzz Facility, West Madison Entertainment, Tri-G Films, Emmett/Furla Oasis; origine: USA 2020; durata: 94’

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