Teatro: Uccellini di Rosalinda Conti (Romaeuropa Festival 2024)

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C’è una casa nel bosco, affogata in un silenzio rotto solo dal cinguettare degli uccelli. Tre persone si muovono tra pareti di vetro, ognuna in bilico tra passato e presente, tra la vita e la morte. Lì, in quella casa trasparente che sembra assorbire i sussurri del bosco, vaga un dolore mai veramente affrontato. In Uccellini, Rosalinda Conti ci offre una storia che è un intreccio di assenze e presenze, di colpe e dolori taciuti. Un mistero aleggia tra i personaggi, come le ombre di chi non c’è più, ma che continua a essere parte di ogni respiro o… cinguettio.

In scena al Teatro Vascello di Roma, prodotto da Lacasadiargilla, Uccellini racconta di una riunione familiare involontaria. Luka e Theo, due fratelli che non potrebbero essere più diversi, si ritrovano nella casa in cui hanno trascorso parte della loro vita, una dimora ora invasa da uccelli impagliati e presenze immateriali. Con loro c’è Anna, la fidanzata di Luka, una donna fragile e segnata da un passato doloroso. La casa stessa sembra essere un contenitore di ricordi e sensazioni irrisolte, dove il confine tra i vivi e i morti è labile. I tre si confrontano, in una danza di accuse, rimpianti e tentativi di riconciliazione. L’ombra della sorella morta e la presenza evanescente del padre scomparso  sono scheletri che non rimangono nell’armadio, siedono a tavola con i superstiti. Tra incomprensioni e tensioni familiari, emergono verità sepolte che si intrecciano con il cinguettare incessante degli uccelli, ora vivi, ora impagliati, una natura che non si ferma davanti al dolore umano.

La messinscena di Uccellini è resa viva dalle intense interpretazioni di Emiliano Masala, Petra Valentini e Francesco Villano, nonché dalla scelte registiche. I registi Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni bilanciano il registro comico e drammatico, portando sul palco una storia carica di sofferenza, tuttavia mai scadendo nel pesante. Nel ruolo di Theo Francesco Villano incarna un uomo intrappolato nel lutto, che si aggrappa alla casa come a una tomba vivente. Luka, interpretato da Emiliano Masala, è invece il fratello che tenta disperatamente di fuggire dal dolore, nascondendosi dietro un velo di superficialità. Petra Valentini, nei panni di Anna, dà vita a una donna spezzata ma non del tutto infranta, un bicchiere crepato le cui fratture possono da un momento all’altro esplodere o peggio proseguire nella silente frammentazione. L’atmosfera sospesa tra vita e morte è rafforzata dalla scenografia: la casa trasparente diventa un palcoscenico emotivo in cui tutto è esposto, nulla può essere dimenticato, nemmeno i segreti più neri.

Tema centrale di Uccellini è la sottile linea che separa i vivi dai morti, un diaframma fragile e impercettibile che si riflette nella materia “vetro” entro la quale si svolge la vicenda. Il bosco che la circonda è pieno di vita (dai lupi agli orsi), mentre all’interno la morte si manifesta in forma di uccelli impagliati e presenze spettrali. Conti sceglie di ambientare il dramma in un luogo dove la natura e la morte coesistono, sottolineando la permeabilità tra l’esterno e l’interno, tra ciò che è vivo e ciò che non lo è più. Le pareti di vetro non solo rivelano i segreti dei personaggi, ma permettono anche ai protagonisti di essere attraversati dal loro stesso passato. Theo vive immerso nel lutto, mentre Luka cerca di allontanarsi, di separare la vita che vive ora dal dolore del passato. Lo fa senza successo. In quella casa tutto si mescola: i ricordi, i rimpianti, la morte e la vita si confondono, come gli uccellini che volano liberi fuori e restano immobili, imbalsamati, dentro.

Uccellini è un’opera intensa e profonda, un viaggio emotivo che tocca corde intime senza mai cadere nel melodrammatico. Conti ha scritto un testo che sa essere tanto delicato quanto grave. La regia mantiene un equilibrio tra il tragico e il comico, alleggerendo con momenti di tenerezza e goffaggine la gravità dei temi trattati. Le musiche, a tratti mainstream, si accordano bene alle atmosfere sospese dello spettacolo, sono aderenti alle note emotive suonate, mai le fanno stonare. Gli attori sono efficaci nel rendere palpabile la sofferenza dei loro personaggi, mantenendo però quella leggerezza necessaria per rendere lo spettacolo fruibile. Il lavoro di Lacasadiargilla si conferma così un’opera di buono spessore, capace di affrontare con sensibilità temi umani: la morte, il lutto e il senso di colpa.

In scena dal 9 al 13 ottobre al Teatro Vascello, Roma


Uccellini – Un progetto di: lacasadargilla; testo: Rosalinda Conti; regia: Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni; interpreti: Emiliano Masala, Petra Valentini, Francesco Villano; paesaggi sonori e ideazione spazio scenico: Alessandro Ferroni; ambienti visivi: Maddalena Parise; scene: Marco Rossi; luci: Omar Scala; costumi: Anna Missaglia; suono: Pasquale Citera; coordinamento artistico al progetto: Alice Palazzi; assistente alla regia: Matteo Finamore; assistente scenografa: Francesca Sgariboldi; collaborazione alle immagini in ombra: Malombra; foto di scena: Claudia Pajewski.

 

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