Time Cut di Hannah Macpherson

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Secondo film della regista Hannah Macpherson dopo Sickhouse (2016), Time Cut  è, in questo momento, uno dei film più visti sulla piattaforma Netflix. Forse perché è un horror per ragazzi molto giovani.

Lucy (Madison Bailey), una studentessa dell’ultimo anno di liceo e inventrice dilettante, ai giorni nostri trova, per caso, una macchina del tempo e torna indietro nel 2003, l’anno in cui sua sorella Summer (Antonia Gentry), mai conosciuta, è stata assassinata da un serial killer mai catturato. Combattuta tra la risoluzione del mistero che ha distrutto i suoi genitori, e la sua città natale, il salvataggio della sorella e l’alterazione irreparabile del futuro e della sua stessa esistenza, Lucy deve decidere come mimetizzarsi nel 2003, come fermare lo slasher, come riuscire a salvare la sua famiglia.

Abbiamo definito questo film per giovanissimi che si affacciano all’adolescenza, non perché sia banale o prevedibile, ma perché non è sanguinolento né spaventoso; e soprattutto perché tratta un tema per loro importante, la convivenza in una famiglia segnata dal dolore di una perdita o di un grave trauma. Lucy, infatti, vive con il peso di quello che è successo alla sorella mentre i genitori non riescono ad amare la figlia se non con una protezione eccessiva e non libera, non aperta alla vita.

Lucy è, dunque, una ragazza triste – non per colpa sua è costretta a vivere in un contesto bloccato, se non proprio cupo. Il caso la trascina indietro nel tempo e conosce proprio sua sorella prima che avvenga il suo assassinio. Le due diventano amiche, grazie al comune senso di giustizia, contro ogni forma di bullismo e di sciocca presunzione, e il legame si rafforza quando Summer deve accettare la storia incredibile della sorella e inizia ad amarla per il suo coraggio e per il suo spirito di sacrificio. Il serial killer che incombe sul loro destino vorrebbe minare proprio questo coraggio e l’entusiasmo delle due protagonsite, le cui scelte finali sorprendono lo spettatore.

Madison Bailey e Antonia Gentry

I giovani cinefili spesso prediligono o vivono di film horror ma questo Time Cut non si rivolge a loro, bensì ad un altro tipo di spettatore magari più piccolo che ama trame a carattere misterioso ma non necessariamente paurose. Il messaggio è chiaro: al di là di tutte le tragedie che si possono vivere, è necessario vivere il presente tra chi amiamo e ci ama, e non è detto che siano i parenti più stretti. La nuova complicità delle due sorelle sorregge infatti tutta la storia, e con essa è possibile immaginare l’identificazione di tante persone in situazioni simili. Noi, per esempio, personalmente ci siamo sentiti coinvolti pensando al nostro proprio fratello, al legame fortissimo che abbiamo sviluppato nel tempo, dopo una iniziale e battagliera indifferenza di ragazzi in cerca ognuno del suo spazio.

A nostro avviso, il cinema è questo, oltre ad essere spettacolo: la capacità di illuminare e di chiarire un percorso di vita, e Time Cut  – immaginiamo – si rivolge proprio ad un pubblico molto giovane che ne può trarre, al di là della sorpresa e del piacere filmico, una idea, forse edificante, delle proprie relazioni umane. Con l’alternativa: meglio vivere il presente nel passato o vivere nel passato un nuovo presente?

Su Netflix dal 30 ottobre 2024.


Time CutRegia: Hannah Macpherson; sceneggiatura: Hannah Macpherson, Michael Kennedy; fotografia: Tony Mirza; montaggio: Ken Blackwell, Joe Landauer; musica: Anna Dubrich; interpreti: Madison Bailey, Antonia Gentry, Griffin Gluck, Megan Best; produzione: Ace Entertainment; origine: USA, 2024; durata: 91 minuti; distribuzione: Netflix.

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