Curioso e gradevole film quello del regista argentino Matías Piñeiro nella sezione “Encounters”. Il titolo tú me abrasas, letteralmente “tu mi bruci”, è un verso della poetessa greca Saffo e la pellicola si presenta come adattamento di Schiuma di mare, capitolo del libro Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. Nel libro che lo scrittore piemontese ha dedicato nel 1947 ai miti greci, tre anni prima del suicidio, si immagina che Saffo si intrattenga con la ninfa Britomarti in riva al mare parlando di amore e di morte. Secondo la leggenda Saffo, per una cocente delusione amorosa, si sarebbe uccisa buttandosi nell’oceano, mentre Britomarti, ninfa della foresta, fuggendo dalle angherie di Minosse, noto per aver eiaculato serpenti e scorpioni contro i suoi amanti-vittime, saltando tra i cespugli cadde accidentalmente in acqua da una scogliera. Nella riscrittura pavesiana la poetessa di Lesbo e la ninfa discutono amabilmente delle storie e delle immagini create intorno a loro, sperando di cogliere, almeno per un momento, la natura dolce-amara del desiderio.
Il riferimento a Cesare Pavese è evidente fin dalle prime immagini del film che ci mostrano i luoghi dell’infanzia dello scrittore e l’hotel torinese dove si tolse la vita il 27 agosto 1950, nove giorni dopo aver scritto le ultime parole nel suo diario: «Tutto questo mi disgusta. Non ci sono parole. Un gesto. Non scriverò più». Vengono mostrate ripetutamente pagine di un’edizione di Saffo con riflessioni sullo statuto frammentario delle sue poesie, per come ci sono rimaste (solo un componimento, l’Inno ad Afrodite, si è conservato interamente). E ancora immagini di onde marine con la considerazione che la schiuma del mare sia storicamente e scientificamente è stata collegata alla fertilità e ai batteri, in altre parole alla vita. «Tutto muore nel mare e rinasce», afferma a un certo punto Britomarti. Attraverso queste deviazioni tú me abrasas presenta un affascinante collage di letture e traduzioni, andando oltre i miti di Saffo e Pavese.
«Questo film segna l’inizio di un nuovo capitolo della mia carriera di regista», ha dichiarato Matías Piñeiro, regista di Buenos Aires, abitante a New York, al quale interessa soprattutto «il cinema inteso come esplorazione interdisciplinare di testi letterari che portati nel nostro mondo contemporaneo sfidano la prospettiva attuale del nostro pubblico».
Si tratta evidentemente di una ricerca sperimentale, molto difficile e rischiosa, ma in questo caso capace di produrre un ottimo risultato a livello visivo-evocativo, grazie anche al contributo della biologa Lynn Margulis, la quale indica un nuovo modo di vedere il mare, un mondo di batteri, da intendere come una vera e propria superficie di vita. Molto efficaci l’attrice brasiliana Gabi Saidón, che si cala nei panni di Saffo, e Maria Villar, che dà forma a Britomanti.
La qualità principale di questa pellicola consiste nell’avere evitato una trasposizione meccanica del dialogo pavesiano sullo scherno, bensì di avere operato una decostruzione intelligente delle vicende mitiche creando una storia originale ricca di suggestioni e simboli.
Cast & Credits
Tú me abrasas – Regia e sceneggiatura: Matías Piñeiro; fotografia: Tomas Paula Marques, Matías Piñero; montaggio: Gerard Borràs; musica: Gabi Saidón, María Villar; interpreti: Gabi Saidón (Saffo), María Villar (Britomarti), María Inês Gonçalves (studentessa di biologia), Agustina Muñoz (narratrice); produzione: Películas mirando el techo (Buenos Aires); origine: Argentia/Spagna, 2024; durata: 64’.