Biografilm Festival (Bologna 7-17 Giugno): Agent of Happiness di Arun Bhattarai e Dorottya Zurbó (vincitore del Concorso Internazionale)

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Mentre Arun Bhattarai e Dorottya Zurbó stavano girando una scena intima e delicata del loro precedente documentario The Next Guardian, loro opera prima, sempre ambientato nel Bhutan, si sentì suonare il campanello, le riprese vennero interrotte. Alla porta vi erano due funzionari incaricati di sottoporre agli abitanti un test molto particolare, atto a misurare il loro livello di felicità.

Si dà il caso che il Bhutan sia noto per il suo approccio unico alla misurazione del benessere e della prosperità attraverso il concetto di Felicità Interna Lorda (FIL) o Gross National Happiness (GNH). Questo concetto è stato introdotto dal quarto re del Bhutan, Jigme Singye Wangchuck, negli anni ’70, come alternativa al Prodotto Interno Lordo (PIL), ponendo l’accento sul benessere olistico e la felicità dei cittadini piuttosto che solo sulla crescita economica.

I cittadini quindi vengono sottoposti ad un test comprendente più di 250 domande che includono aree come Benessere psicologico, Salute, Uso del tempo, Vitalità della comunità, Educazione, Diversità culturale e resilienza, Buona governance, Qualità ambientale, Standard di vita.

Uno dei due funzionari che svolgono le interviste, Amber Kumar Gurung, colpisce particolarmente gli autori, e diventerà uno dei due protagonisti di questo lavoro, Agent of Happiness, che utilizza come pretesto narrativo proprio il sondaggio per farci scoprire i segreti degli abitanti di questo affascinante luogo. Accompagneremo quindi lungo le pendici e le distese del Bhutan i due incaricati a raccogliere i risultati dei test, che verranno rappresentati con buffe infografiche a fianco di ognuno degli intervistati.

Tarkovsky, in una delle sue chiacchierate con Tonino Guerra (in cui nessuno dei due capiva l’altro perché l’uno parlava in Italiano e l’altro in Russo), gli disse “Io non credo che gli esseri umani debbano vivere per essere felici”. Ma in una realtà come quella del Bhutan, il cui paesaggio e la quotidianità spingono alla ricerca di un’esistenza semplice, contemplativa, ed un profondo contatto con la natura, la felicità è percepita come assenza, di dolore, di fatica, di malattia. Durante le varie tappe i due funzionari si intrattengono a parlare con gli abitanti, il cui microcosmo si apre a sua volta ulteriormente, nelle interviste con i due registi, e tutti con estrema naturalezza e senza alcuna difficoltà raccontano di tragedie passate, difficolta del presente, rimpianti, e speranze.

Sentire parlare gli abitanti del Buthan dà l’impressione di udire la voce di un universo alieno, a noi inaccessibile, la cui essenza ci affascina ma che sfugge quasi completamente alla nostra razionale comprensione.

Abbiamo il patriarca con tre mogli,  una ragazzina con una madre alcolizzata, un vecchio che ha perso la moglie, un transessuale che ha perso la speranza e vive nella paura, ognuno di questi piccoli universi si schiude man mano che i racconti si alternano: una delle mogli del patriarca descrive il rapporto con le altre, ammettendo di non avere mai amato il marito, la ragazzina racconta di una giornata bellissima in cui la madre non ha bevuto, il transessuale si reca in una sauna con la madre, mentre lentamente cominciamo ad afferrare cosa possa mai significare il senso di un astrazione come “essere felici”.

L’immagine si sofferma con discrezione su ognuno dei protagonisti, ed è evidente che la regista sia riuscita ad assimilare e restituire con grande cura e humour l’essenza della popolazione del Bhutan. La risposta empatica dello spettatore è profonda, con poche frasi i personaggi sullo schermo creano una viva connessione emotiva con il pubblico. Tant’è vero che, a fine proiezione, tra le altre domande, i presenti in sala hanno chiesto come se la stessero passando ora i protagonisti, e se fossero riusciti ad ottenere ciò che desideravano. Se fossero riusciti, insomma, ad avvicinarsi un altro poco alla loro personale idea di felicità.


Agent of Happiness – Regia: Arun Bhattarai e Dorottya Zurbó; montaggio: Péter Sass, Károly Szalai; musica: Ádám Balázs; interpreti: Amber Kumar Gurung, Guna Raj Kuikel; produzione: BnB films; origine: Ungheria, Bhutan, 2023; distribuzione: Wanted Cinema. 

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