Aquaman e il regno perduto di James Wan

  • Voto

Alla fine, Zack Snyder – di cui è ora in uscita su Netflix il suo controverso Rebel Moon – Parte 1: figlia del fuoco – può uscire di scena in bellezza o quasi, e ritenersi abbastanza soddisfatto di questo Aquaman e il regno perduto. Con esso, infatti, si è spenta definitivamente la sua potente influenza alla DC, dove, tra l’altro, aveva prodotto nel 2018 il primo Aquaman per la regia del malese naturalizzato australiano James Wan, più noto come specialista di horror.

Cosa succederà ora in casa DC/Warner non è ancora chiaro sullo schermo: come si legge sul web, a novembre 2022 la DC Films è diventata DC Studios con la nomina di James Gunn e Peter Safran. Successivamente è stato annunciato lo sviluppo di un nuovo Superman (senza Henry Cavill) e che dal 2025 inizierà il primo capitolo di un rinnovato DC Universe, mentre il precedente e non particolarmente glorioso DC Extended Universe si conclude, al suo quindicesimo appuntamento filmico, appunto con il presente Aquaman e il regno perduto.

Seconda l’aurea regola di “squadra vincente non si cambia”, anche questo ultimo capitolo del franchise di supereroi provenienti dai fumetti della DC Comics e distribuiti dalla Warner Bros vede all’opera lo stesso regista, lo stesso sceneggiatore (David Leslie Johnson-McGoldrick) e ovviamente lo stesso cast a partire dal forzuto e atletico hawaiano Jason Momoa nella parte del protagonista. E così troviamo Arthur Curry alias Aquaman che oltre ad essere Re di Atlantide (come da primo film) è diventato anche il felice papà di un pargolo e discendente della stirpe. Parallelamente non può mancare un antagonista, ancora una volta David Kane/Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), arcigno e iroso villain sempre intenzionato a vendicare la morte del padre e perciò pronto a tutto, persino a fare il patto con il diavolo di turno (particolarmente devastante e minaccioso), pur di annientare il suo arcinemico.

La novità (tutta relativa) del sequel sta nel fatto che il cattivissimo vendicatore è riuscito ad acquisire il Tridente Nero, reliquia del passato remoto atlantideo che centuplica il potere di chi lo detiene con la sua arcaica e oscura forza. Dunque, la minaccia si fa assai reale e pressante, obbligando Aquaman a correre ai ripari con un autentico colpo di genio da statista democristiano: coinvolgere, costretto dal precipitare degli eventi, nella lotta contro Black Manta il “fratello coltello” Orm (Patrick Wilson), che aveva spodestato dal trono di Atlantide nella puntata precedente e che ora si trova recluso in una qualche prigione dell’oceano. A questo punto, i due dovranno mettere da parte le passate divergenze (diciamo così eufemisticamente) ovvero le reciproche antipatie per stringere un’alleanza con cui riuscire a salvare il regno, la famiglia e il mondo intero sopra e sotto gli oceani. Finale – non c’è neanche bisogno di aggiungerlo – come di prammatica.

Intriso, a tratti, di un sano buon senso ecologista sul destino futuro del mondo, Aquaman e il regno perduto non può segnare una svolta radicale nell’attuale declino generalizzato (e inarrestabile?) della qualità inventiva del genere dei Superhero movies che da diverso tempo, sia a casa Marvell o a quella DC, non navigano, certo, in buone acque (tanto per restare in tema). Visivamente si ricorre a tanto già sperimentato da Star Wars in poi. Tuttavia, grazie anche allo spirito leggero e ironico del suo protagonista – parola d’ordine ricorrente “un vero re costruisce ponti” e vedrete quali -, non è un film malvagio anzi tutto il contrario, oltre ad avere molti atout per essere un successone al box office, compresa una alta dose di buonismo familista che a Natale casca a fagiolo.

Jason Momoa e Patrick Wilson

Comunque, l’opera di un conosciuto e riconosciuto regista come James Wan si vede sia nel tocco divertente conferito ai protagonisti che si prendono spiritosamente per quello che sono, sia in un buon e scorrevole ritmo del suo film, per altro dal minutaggio contenuto fortunatamente nelle due ore. Inoltre il cast, a partire dalla sempre sorridente Nicole Kidman nel ruolo della potente regina Atlanna, si adegua disciplinatamente e con risultato alla intrapresa – da notare rispetto al primo Aquaman che il buon Willem Dafoe ha disertato la parte del saggio e benevolo consigliere Vulko (che qui è dato per morto) mentre il suo posto di traghettatore tra le opposte fazioni di buoni e cattivi è stato preso dalla figura del dott. Stephen Shi (Randall Park), uno scienziato che scopre alla fine un resto di coscienza morale. Infine, la parte della principessa Mera è stata ridotta al minimo sindacale: evidentemente le conseguenze del processo che ha opposto Amber Heard all’ex marito Johnny Depp si sono fatte pesantemente sentire al tavolo di montaggio con tante evidenti sforbiciate alla sua presenza.

In definitiva, consiglieremmo Aquaman e il regno perduto a chi non detesta i film di supereroi e vuole passare, onestamente, un paio d’ore, senza poter, però, pretendere di gustare una commedia sofisticata alla Billy Wilder. È quanto passa il convento attuale. Prendere o lasciare.

Ps.: consigliamo di restare ai titoli di coda per il finalino, non tanto per conoscere un possibile sequel (non ci sembra che sia ancora previsto) bensì per godersi una simpatica gag alimentare di cui è vittima Patrick Wilson.          

 In sala dal 20 dicembre 2023


Aquaman e il regno perduto (Aquaman and the Lost Kingdom) – Regia: James Wan; sceneggiatura: David Leslie Johnson-McGoldrick; fotografia: Don Burgess; montaggio: Kirk Morris; musiche: Rupert Gregson-Williams; effetti speciali: Mark Holt, Craig A. Mumma; scenografia: Bill Brzeski, Sahby Mehalla; costumi: Richard Sale; interpreti: Jason Momoa, Patrick Wilson, Amber Heard, Yahya Abdul-Mateen II, Nicole Kidman, Temuera Morrison, Dolph Lundgren, Randall Park, Vincent Regan, Pilou Asbæk, Indya Moore; produzione: James Wan, Rob Cowan, Peter Safran per Warner Bros., DC Entertainment, Atomic Monster, The Safran Company; origine: Usa, 2023; durata: 124 minuti; distribuzione: Warner Bros Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *