Full Time – Al cento per cento di Eric Gravel

  • Voto
Laure Calamy

Laure Calamy ha un dono. Laure Calamy ha un viso straordinario. Laure Calamy si muove con naturalezza assoluta tra i registri della commedia e del dramma. Laure Calamy per l’interpretazione del ruolo di Julie, madre single in Full time – Al cento per cento, ha vinto alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il premio Orizzonti come migliore attrice (e il suo regista Eric Gravel quello per la migliore regia).

Laure Calamy tiene sulle spalle un film che procura ansia anche al peggiore degli orchi delle fiabe. Una storia di forza femminile, di lotta contro le ingiustizie e le durezze del mondo del lavoro, un film che è un riscatto, un urlo, uno schiaffo contro chi ha tutto facile e non capisce niente degli altri. La protagonista è Julie, una donna che mantiene due figli tutto da sola, alzandosi col buio, lasciando i bambini alla anziana vicina di casa che glieli porta a scuola come favore, prendendo molti mezzi di trasporto pubblico per arrivare puntuale in città, all’albergo di lusso dove pulisce le stanze a passeggeri abitanti abbienti di uno spazio confortevole a misura di ogni capriccio. Julie è impiegata da tempo, conosce trucchi e passaggi segreti, consiglia e copre le novizie, sa come muoversi con diplomazia e trasparenza nelle casistiche più complesse e inappropriate: sta nel suo, è abile, scaltra, occhi aperti e bocca chiusa. Julie dorme poche ore per notte, se capita una emergenza il castello di carte va in fuoco, la sua routine è talmente precaria che uno starnuto può modificare l’ordine dei fattori e, dunque, il risultato finale.

 

Denuncia sociale, sfruttamento dei lavoratori, difficoltà a arrivare alla fine del mese: la crisi è qui, nella città, in campagna, nelle case, sulla metropolitana, in macchina, nelle piazze con gli scioperi, alle manifestazioni a cui non si può partecipare, diventando crumiri, solo perché è più importante non perdere il posto che dire di no a un sistema che stritola. La solidarietà è merce rara. Più diffuso il mors tua vita mea, proteggere i propri interessi – seppur miseri, ognuno sta solo sul cuor della terra ma nessun raggio di sole trafigge e addolcisce l’orizzonte che resta aspro, una salita piena di ostacoli, dolori, frustrazione. Il coraggio squarcia il velo dell’ipocrisia: Julie non si concede nulla, una breve passione, un pasto buono, un momento per sé: non può, è sempre di corsa, non può perdere tempo perché nessuno glielo regala, anzi, chi sta sopra di lei tiene in mano il cronometro delle sue mosse, appena ci mette un minuto di più può essere fatta fuori.

 In una rapidissima escalation di sfortunati eventi, la donna si ritrova a un passo dal baratro e noi che seguiamo la sua storia, siamo lì, in bilico con lei: gocce di sudorazione imprevista sulle tempie, piede nervosetto, dita scrocchiate che disturbano chi ci è vicino. Perché Full time – al cento per cento è un film che scappa dalle definizioni classiche di genere, più commedia a sfondo sociale che dramma vero e proprio, ma di certo è diretto come un thriller dei più concitati: la tensione sale alle stelle, l’empatia con la protagonista è totale, la rabbia che monta contro l’establishment, contro le regole ottuse, contro l’ingiustizia sociale è così profonda che, usciti dalla sala, si potrebbe desiderare di compiere azioni di cui, subito dopo, ci si pentirebbe, per sconsideratezza. Un personaggio femminile potente come una Erinni, difficile da abbattere, sfaccettato, ostinato, umano nelle debolezze e nelle pretese, nella certezza che il merito vada premiato, furiosa contro chi usa metodi irregolari e giudica le difficoltà personali con metro disumano. Contro una società del consumo spietata, che penalizza chi ha meno, il film compie una radiografia impietosa di una vita vissuta con l’ansia di non farcela ogni giorno.

Lo stile è veloce, accelerato, toglie il fiato. La recitazione è perfetta, mai scontata, sempre utile al racconto e alla crescita del personaggio. I dettagli, le scene, la musica, il montaggio le battute, tutto suona intonato e produce fino alla fine una armonia melodiosa e drammatica, spiazzante, frizzante, dolorosa, a tratti avvilente a tratti esplosiva. Julie non imparerà la lezione, non abbasserà la testa, non si piegherà a chi la vuole diversa da quella che è: una lottatrice.

 In sala dal 31 marzo


Full time – Al cento per cento (À plein temps) – Regia: Eric Gravel; sceneggiatura: Eric Gravel; fotografia: Victor Seguin; montaggio: Mathilde Van de Moortel; musica: Irène Drésel; interpreti: Laure Calamy, Anne Suarez, Geneviève Mnich, Nolan Arizmendi, Sasha Lemaitre Cremaschi, Cyril Gueï, Lucie Gallo, Agathe Dronne, Karine Valmer, Olivier Faliez; produzione: Novoprod, France 2 Cinéma, Haut et Court; ; origine: Francia, 2021; durata: 85’; distribuzione: I Wonder Pictures.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *